sabato 30 maggio 2009

Verso la Pentecoste



Il settimo dono è il Timor di Dio




Timore di Dio: Non è paura, ma il riconoscere la santità e la trascendenza, la maestà di Dio. E’ il santo che cantiamo ogni giorno a Messa (Is 6,1). Rende vivo il valore di Dio nella nostra vita, ci fa coscienti della sua presenza e ci fa dispiacere di far qualcosa contro di Lui. Adorazione, lode, ringraziamento partono da qui.
Sir 1,9-18 "Il timore del Signore è gloria e vanto. ... Per chi teme Dio andrà bene alla fine. ... Principio della sapienza è il timore del Signore. Pienezza della sapienza è il Timore del Signore. Corona della sapienza è il timore del Signore. Radice della sapienza è il timore del Signore."
Sal 25 Chi è l’uomo che teme Dio? Gli indica il cammino da seguire. Il Signore si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza. Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati".
Mt 24 essere pronti per la venuta del Signore (Discorso escatologico)..
Non è la paura e non è neanche in contrasto con l’amore. Esso è prima di tutto rispetto, riconoscimento della sua grandezza, fiducia nella sua giustizia.
E’ il monito profetico che ci invita fortemente a non fare compromessi col male. Con la giustizia di Dio non si scherza.
E’ un riconoscere che i suoi pensieri non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre vie.
In continuazione l’AT ci invita a temere Dio. E’ però un riconoscerlo Padre. E’ timore filiale intriso di affetto, è più un non voler rattristarlo col nostro comportamento sbagliato che non un temerne il castigo.
Frutto del Timore del Signore è la coerenza.

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