sabato 16 maggio 2009

Il Vangelo della domenica

VI domenica di Pasqua.

Commento offerto da padre Pierluigi Mirra, Passionista

Gv 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Commento
“Vivendo la carità, si sente Dio: quasi si tocca con mano”. In questa frase della Beata Teresa di Calcutta è racchiusa, in una sintesi meravigliosa, tutta la teologia giovannea circa l’amore di Dio e del prossimo. “ Dio è amore, e chi rimane nell’amore rimane in Lui….. Chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio… Dio ha mandato il suo figlio perché avessimo la vita per mezzo di Lui….Dio ci ha amati per primo..”
Egli ,ancora nel cap. 15 di Giovanni, dopo averci esortato a rimanere in Lui per portare frutto, a similitudine dei tralci e la vite, definisce il suo rapporto con i discepoli:” Non vi chiamo più servi ma amici..”(15,15) L’amicizia, un valore forse un po’ smarrito oggi tra gli uomini, in una società carica di egoismo, di eccessivo privatismo , e di una certa indifferenza .
Eppure Gesù, non solo l’ha vissuta (ricordiamo i rapporti con gli amici di Betania) , ma ha scelto l’amicizia come valore per definire il suo rapporto con i discepoli. Essi non sono servi ma amici, il “servo-continua Gesù - non sa le cose della casa del, padrone, ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutto ciò che ho udito dal Padre mio.”
Attraverso Cristo noi discepoli di tale Maestro, siamo entrati nei segreti di Dio Padre, il quale tutto ci rivela attraverso il modo in cui coniuga i suoi rapporti con noi, cioè attraverso l’amore.
L’amico rispetta l’amico per quello che è: Gesù rispetta la nostra libertà più profonda, per quello che siamo, attraverso Lui nel Padre.
L’amico ha fiducia dell’amico: Gesù scommette su di noi, su ciascuno di noi, e piatto di questa scommessa è l’essersi giocata la vita per noi.
L’amico ha affetto per l’amico: Gesù ci ama di un amore immenso, senza tempo ne spazio,e con la sua morte e risurrezione ci ha aperti orizzonti nuovi di speranza verso “ cieli nuovi e terra nuova”.
Rispetto, fiducia e affetto: i fondamenti dell’amicizia, fondamenti che Gesù vive profondamente per ciascuno di noi.
Però “amore vuole amore”, è Gesù stesso a chiederlo:” Se uno mi ama osserverà la mia parola..”(Gv.14,15) E allora come Gesù non ci ha amato per scherzo o gettandoci nel cuore solo parole, ma ci ha amati con i fatti e nella verità, e sempre ci ha dimostrato di amarci non perché siamo buoni o meno buoni, ma perché, come Lui, siamo figli di Dio, così anche noi , siamo chiamati ad apprendere il linguaggio dell’amore, che è il linguaggio di Dio , nostro Padre, quel linguaggio che tutti comprendono, il linguaggio che arriva al cuore e lo cambia intimamente.
E’ bello chiudere questa riflessione con una frase di Francois Mauriac :” Se siete veri amici di Dio, parecchi si riscalderanno al vostro fuoco, e il giorno in cui non arderete più di amore di Dio, molti moriranno di freddo.”
Questa teologia dell’amore diventa quotidiana, viva, umana nel parlare e nel vivere di Gesù.
Serena domenica!

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