venerdì 29 maggio 2009

Il mese di Maria


Un mese in compagnia di Maria

30 maggio - Meditazione tratta da "Maria Aurora di Speranza"

Madre della vera Pietà

1. Possiamo figurarci Maria che prega.
Il suo contegno si ispira a riveren­za affettuosa verso la divina Presenza. Maria ha il senso giusto di Dio. La tradizione biblica le giunge intessuta degli appellativi divini rivelati da Dio stesso ai Profeti: Jahvè (Colui che È), Dio Santo, Dio Forte, Dio Altissi­mo: tutti nomi che evidenziano la tra­scendenza divina, il suo essere al di là di ogni cosa. I Salmi l'avviano a una pietà robusta e al tempo stesso fiduciosa.
Anche la figura del Messia, che do­po l'annuncio dell'Angelo acquista un interesse intensissimo nel suo cuore di Madre, è annunciata con appellativi avvincenti: «il Figlio dell'Uomo» di cui parla Daniele, il «Servo di Jahvè», il Virgulto di Davide, il Cristo...
La pietà di Maria si imbeve di tutta la sostanziosa tradizione biblica, che trova la sua più alta espressione nel «Magnificat». È lei che raccoglie gli Apostoli e li dispone all'effusione del­lo Spirito Santo.
2. Che cos'è il dono della pietà? «Pius» per i latini è il figlio affe­zionato e rispettoso verso i propri ge­nitori. Il dono della pietà consiste in una disposizione affettuosa del cuore che porta ad amare Dio come padre, con attenzione rispettosa (l'amore è rispetto!), ad onorarlo e servirlo. Essa si rispecchia nell'amore verso il pros­simo, specialmente i più cari e vicini.
La pietà è quindi sostanziata di amore e riverenza filiale: la riverenza impedisce che l'amore diventi langui­do, leggero, insipido; l'amore impedi­sce alla riverenza di ripiegarsi in timo­re eccessivo, chiusura, disperazione.
Dice la Sapienza: «Quando ti rechi alla casa di Dio bada ai tuoi passi: accostarsi con animo docile val più che il sacrificio offerto dagli stolti, i quali non sanno di fare il male. Non essere avventato con la tua bocca, e il tuo cuore non si dia fretta a proferire parola dinnanzi a Dio, perché Dio sta in cielo e tu sulla terra. Perciò il tuo parlare sia sobrio» (Qo 4, 17 s).
Vizi contrari alla pietà sono l'em­pietà e le innumerevoli deviazioni del sentimento religioso (superstizio­ne, sentimentalismo, spiritismo, magia, ecc.).
3. Esaminando la nostra preghiera avvertiamo quanto ci è necessaria la mediazione di Maria per essere esau­diti.
A volte non meritiamo affatto cer­te grazie, perché Dio ce le voleva con­cedere, ma noi ci siamo ostinati a re­spingerle con peccati contrari: la Ma­dre della Misericordia intercede per ottenerci il perdono.
Altre volte «non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere come ci conviene», e chiediamo ciò che tornerebbe a no­stro danno; per mediazione di Maria, allora, «lo Spirito implora per noi con gemiti inesprimibili» (Rm 8, 26).
Altre volte i nostri peccati ci met­tono in opposizione con quanto chie­diamo: possiamo ad esempio chiedere la castità, ma ci mettiamo con impru­denza in occasioni ad essa contrarie: Maria allora ci illumina e ci toglie dal male.
Possiamo anche presumere di otte­nere grazie che esigono disposizioni più mature. Gesù disse agli Apostoli: «Avrei ancora molte cose da dirvi, ma adesso non siete in grado di portarle;
quando però verrà lui, lo Spirito di Verità, vi guiderà per la verità tutta intera» (Gv 16, 12 s).
Spesso sbagliamo nel modo di pre­gare: lo facciamo con presunzione, senza la dovuta umiltà, senza suffi­ciente fiducia: Maria interviene a illu­minarci, a correggerci.
Infine la nostra preghiera può esse­re languida, senza vigore: Maria ci può ottenere il fervore e la forza di cui abbiamo bisogno.

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