lunedì 25 maggio 2009

Il mese di Maria


Un mese in compagnia di Maria

25 maggio - meditazione tratta da "Maria aurora di speranza"

Maria Vergine Illuminata

Già fin dal dialogo con l'angelo Gabriele appare in Maria vergine il dono dell'intelletto. Essa non si esalta, riflette, interroga e risponde con pene­trazione e misura. Al di là delle sue parole, sobrie e sapienti, si intravvede un'intelligenza superiore. Essa è illu­minata dallo Spirito Santo.
1. Da «intus légere» (leggere den­tro), il dono dell'intelletto è l'intuito per cui l'uomo spirituale penetra le profondità della fede e anche delle ve­rità naturali, cogliendone (légere) i si­gnificati reconditi e ultimi alla luce dello Spirito Santo.
Gesù rimprovera agli Apostoli: «An­che voi siete senza intelletto?», quan­do non capiscono che l'uomo viene contaminato non da ciò che mangia, ma da ciò che esce dal cuore, oppure quando rimangono alla materialità del­le sue parole senza penetrarne il si­gnificato (Mt 15, 16). E manda loro lo Spirito Santo perché capiscano le Scritture e li conduca verso la verità intera. Implicitamente o espressamen­te Gesù condanna l'intelligenza fari­saica che rimane superficiale ed esibi­zionistica. L'asino e il bue hanno ri­conosciuto il loro padrone, ma il po­polo non ha riconosciuto il suo Dio, e con tutta la loro intelligenza i sa­pienti non hanno ravvisato il Verbo di Dio.
È proprio dell'intelletto penetrare, intuire, analizzare, discernere sia nelle verità di fede che in quelle naturali. Atto particolare dell'intelletto è il di­scernimento spirituale per cui «l'uomo spirituale giudica ogni cosa» (1 Cor 2, 15) in ordine alla sua bontà o cat­tiveria di fondo.
La penetrazione lucida delle cose di fede è beatitudine promessa a co­loro che hanno il cuore puro: essi ve­dranno Dio all'origine e al termine di ogni cosa, vedranno la sua impron­ta nelle creature.
L'intelletto è offuscato dal peccato (come accadde a Davide con Betsabea), soprattutto da certi vizi e passioni che sconvolgono l'equilibrio generale del­la persona: satanismo, medianità, dis­solutezza, spiritismo, magia, adesione a gruppi atei, alcoolismo, droga, ecc.
Vizi contrari all'intelletto sono l'ot­tusità, la grossolanità di giudizio, la passionalità, ecc.
2. Appare evidente che Maria non è soggetta a simili squilibri mentali, e che il suo intelletto, così penetrante, fruisce più di ogni altro della beati­tudine dei puri di cuore. Essa è l'Im­macolata e la Vergine, è la Madre di Dio, è la Sposa dello Spirito Santo. Il dono dell'intelletto le compete per vari titoli in misura eccezionale, come appare dal suo comportamento.
Alle nozze di Cana essa intuisce l'imbarazzo d'una famiglia che rischia una brutta figura per l'esaurirsi del vino. D'altra parte, consapevole della divinità del Figlio, non vuole forzare la vicenda in modo indiscreto. Essa si limita a far presente la situazione: «Non hanno più vino».
Al di là della battuta evasiva di Gesù («E che c'entriamo noi, o don­na?») essa intravvede la condiscen­denza del Figlio e dice ai servi: «Fate quello che egli vi dirà». E Gesù com­pie il miracolo della trasformazione dell'acqua in vino.
L'intelligenza di Maria si rivela nel suo contegno con Giuseppe in seguito all'annuncio dell'Angelo: essa è consapevole di quanto avviene nel proprio corpo e della sorpresa che ne avrà Giuseppe quando si accorgerà del suo essere incinta; non vuole tuttavia an­ticipare una confidenza che avrà biso­gno di una garanzia pari all'ímportanza eccezionale dell'evento. Allora lascia alla Provvidenza la soluzione del caso, e l'Angelo interviene a rassicurare Giu­seppe che «ciò che in lei è generato, è opera dello Spirito Santo».
Per quanto acuta, l'intelligenza uma­na ha bisogno di riflessione, di analisi, di attesa di conferme: «La madre con­servava tutte queste cose in cuor suo» (Lc 2, 51) ; «Maria si teneva bene a mente tutte queste cose meditando­le in cuor suo» (Lc 2, 19).
3. Il dono dell'intelletto rifulge in pienezza nella condizione gloriosa di Maria: la Regina del mondo esercita una supercomprensione materna sugli eventi della Chiesa, intervenendo con intelletto d'amore in aiuto di quanti ricorrono a lei.

Maria conduce a Gesù
«Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di lui, Dio Padre da tutta l'eternità la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito a nessun altro concessi. Certamente la genuina pietà cristiana non ha mai mancato di mettere in luce l'indissolubile legame e l'essenziale riferimento della Vergine al divin Salvatore. Tuttavia, a Noi pare particolarmente conforme all'indirizzo spirituale della nostra epoca, dominata ed assorbita dalla "questione di Cristo", che nelle espres­sioni di culto alla Vergine abbia speciale risalto l'aspetto cristologico e si faccia in modo che esse rispecchino il piano di Dio, il quale prestabilì "con un solo e medesimo decreto l'origine di Maria e l'incarnazione della divina Sapienza". Ciò concorrerà a rendere più solidale pietà verso la Madre di Gesù e a farne uno strumento efficace per giungere alla "piena conoscenza del Figlio di Dio, fino a raggiungere la misura della piena statura di Cristo" (Ef 4, 13)» (Marialis Cultus 25).

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