sabato 28 marzo 2009

Per riflettere

Luigi Capuozzo (Italy)

L’orecchio dell’uomo giudica i discorsi come il palato assapora le vivande!

Spesso, tra noi per gelosia o per dispetto, ci mettiamo a parlar male di tale o tal fratello, anche di un servitore del Signore. Ci si compiace nella maldicenza, nel riferire un male forse reale, ma con lo scopo di disprezzare agli occhi del proprio interlocutore colui che l'ha commesso. Si va anche fino alla calunnia, raccontando ciò che è falso, o fortemente esagerando. Il male prodotto è irreparabile. Dopo esserci umiliati davanti al Signore, potremo ben scusarci col nostro interlocutore (non con colui sul conto del quale abbiamo fatto della maldicenza o della calunnia, cosa che lo affliggerebbe ancor più) e pregarlo di dimenticare, ma nel frattempo il male si sarà già sparso e avrà fatto la sua opera. Tre cose, dice un proverbio arabo, non possono essere trattenute: la freccia che vola, la parola detta, il tempo passato. Giacomo avverte: « Se uno... non tiene a freno la sua lingua... la religione di quel tale è vana! » (Giac. 1:26). DIO infatti non ha bisogno di osservare a lungo un uomo prima di farlo comparire davanti a sé in giudizio. Levitico 19,16 « Non andrai qua e là facendo il diffamatore fra il tuo popolo ». L'apostolo Pietro ne sottolinea tutta la gravità: « Gettando dunque lungi da voi... ogni sorta di maldicenze, ... appetite il puro latte spirituale... se pure avete gustato che il Signore è buono » (1 Pietro 2, 1-3). Poiché Dio tiene gli occhi sulle vie dell'uomo, e vede tutti i suoi passi. Non vi sono tenebre né ombra di morte, dove possano nascondersi i malfattori. Poiché Dio rende all'uomo secondo le sue opere e fa trovare a ognuno il salario della sua condotta. Certamente Dio non compie il male e l'Onnipotente non sovverte la giustizia. È fatta una promessa al Salmo 15 a colui che non maledice con la sua lingua: egli « dimorerà nella tenda dell'Eterno »: comunione benedetta col Signore di colui che ha vegliato sulle sue labbra. Davide supplicava: « Siano grate nel tuo cospetto le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore » (Salmo 19,14). Le risoluzioni e i buoni propositi esteriori non sono un soccorso sufficiente: la lingua non può essere domata. È l'essere interiore che deve essere cambiato, rinnovato, trasformato. Bisogna giudicare i pensieri malvagi che ci spingono a sparlare del nostro fratello, o anche a calunniarlo, quando sono ancora in noi. Oggetto della maldicenza da parte del fratello e della sorella, Mosè tace. Ma « l'Eterno l'udì », e li convoca, tutti e tre, alla tenda di convegno; poi fa venire davanti a sé solo Aaronne e Maria. Egli prende la difesa del suo servitore, fedele in tutta la sua casa, col quale egli parla a tu per tu, e che vede la sembianza dell'Eterno: « Perché non avete temuto di parlar contro il mio servo, contro Mosè? E l'ira dell'Eterno s'accese contro loro... ed ecco che Maria era lebbrosa; Aronne guardò Maria, ed ecco era lebbrosa ». La profetessa, che aveva cantato le lodi dell'Eterno, doveva essere, d'ora in poi, esclusa dal campo, e continuare così la sua vita, fino a quando la morte la libererà dalla sua orrenda malattia. Quale tragedia! Dio non prende queste cose alla leggera. La coscienza di Aronne e di Maria parla. Essi si pentono. Riconoscono il loro peccato, per il quale hanno agito stoltamente. Aronne, benché sacerdote, non è in grado di pregare per sua sorella. Alla sua domanda pressante, Mosè, che per la prima volta nel nostro testo apre la bocca, senza alcun risentimento grida all'Eterno: « Guariscila, o Dio, te ne prego ». Ma la disciplina deve seguire il suo corso. Maria sarà guarita, a condizione però che porti « la vergogna per sette giorni », lasciata fuori del campo. Tutto il popolo ne soffre con lei e non parte finché Maria non è riammessa.« Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo? ». Queste parole non risuonano forse anche alla nostra coscienza? Senza dubbio, ogni servitore del Signore ha i suoi mancamenti e le sue deficienze (Giac. 3:2); non è questa una ragione per metterle in evidenza e servirsene contro di loro. Al contrario, l'amore copre gli errori altrui; ne parla col Signore perché Egli corregga e guarisca; oppure direttamente con l'interessato se, in casi particolari, egli è condotto a farlo. Sparlare di servitori di Dio, di nostri fratelli, chiunque essi siano, non può che attirare la disciplina del Signore su noi stessi, ostacolando la comunione con lui, rendendo vano il nostro servizio, producendo aridità nell'anima, e dei frutti spesso molto amari. Non dovremmo prendere molto più a cuore questo peccato di maldicenza che noi commettiamo con così tanta leggerezza? Non accogliamo più i commenti sfavorevoli che qualcuno ci fa, e rispondiamo come ha fatto un fratello ad uno che ne criticava un altro: "Vado a parlargliene"; e l'interlocutore subito lo pregò di non farlo! Nel giudizio di noi stessi, cercare le cause che ci hanno condotto a fare della maldicenza, giudicarle veramente davanti a Dio, e accettare, se occorre, la vergogna e la correzione. A Gesù la Gloria e l'Onore.

2 commenti:

  1. ciao Marina sono dardo del blo la luce della fede , grazie per la tua testimonianza e grazie di essere una testimone del Signore . Da parte mia se hai letto un pò la mia storia nei miei post , io sono un nulla a cui il Signore un giorno a permesso di vedere e sentire cosa succede nel regno del cielo e da allora riporto i messaggi che mi arrivano e cerco con il dono che il Dio mi ha dato di fare il più bene che posso . Aiutato da sacerdoti che anno imparato a confidare in me visto i risultati ottenuti . Grazie ancora Marina e a risentirci se vuoi .

    RispondiElimina
  2. Ciao Marina, sono Angel del blog la Via, la Verità e la Vita. Ieri sera tramite il messaggio che mi hai lasciato sono risalito al tuo blog, e devo dire che è molto bello. La nostra storia tra l'altro è molto simile, poichè anche io ho aperto il mio blog all'improvviso, senza premeditazione alcuna. Ho solo sentito il biosgno di condividere il messaggio e la fortuna che io ho ricevuto dal Signore, con tutti gli altri.
    T auguro buona fortuna e buon lavoro su questo blog che io seguirò con attenzione. Un saluto.

    RispondiElimina