sabato 14 marzo 2009

Il vangelo della domenica

Trascriviamo il commento al vangelo della III domenica di Quaresima a cura di Enzo Bianchi ( Priore della comunità di Bose)

Gv 2,13-25

15 marzo 2009

L’itinerario quaresimale che la chiesa ci invita a percorrere passa anche attraverso la lettura del vangelo secondo Giovanni; per questo, tralasciando la narrazione di Marco, in questa e nelle prossime due domeniche contempliamo alcune parole e gesti di Gesù testimoniati dal quarto vangelo.
Oggi viene raccontato un gesto compiuto da Gesù a Gerusalemme, in occasione della celebrazione della festa di Pasqua (cf. anche Mc 11,15-18 e par.): entrato nel tempio, egli vede che lo spazio chiamato “atrio delle genti”, in quanto riservato ai non-ebrei che volevano conoscere la fede e il culto di Israele e “avvicinarsi” al Signore (cf. Is 45,20), è stato trasformato in luogo di commercio, di vendita degli animali per i sacrifici. Sappiamo inoltre che lì i cambiavalute scambiavano le monete per consentire ai pellegrini di pagare il tributo al tempio, e che molti attraversavano quel cortile per accorciare il cammino verso la valle del Cedron. Insomma, un luogo che Dio aveva voluto come “casa di preghiera per tutte le genti” (Is 56,7) era diventato un luogo di mercato…
Questo gesto suscita immediatamente una domanda da parte dei giudei là presenti: “Quale segno ci mostri per compiere queste cose?”. Come sempre gli uomini religiosi si affrettano a “chiedere segni” (cf. 1Cor 1,22) in grado di comprovare l’autorità di Gesù… In risposta a tale richiesta Gesù, come avviene abitualmente nel quarto vangelo, ri-vela, alza il velo sulla propria identità, e lo fa rivolgendosi ai suoi interlocutori con un ironico imperativo: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Sì, dice Gesù, voi metterete a morte e annienterete il tempio di Dio che sono io, ma in tre giorni io lo rialzerò! Ecco la grande rivelazione: ormai la dimora di Dio non si trova più nel tempio di Gerusalemme, ma il corpo di Gesù è la vera dimora di Dio. Il luogo dove tutti gli uomini possono incontrare Dio è Gesù, un uomo, una carne umana che è anche la Parola di Dio, il Figlio stesso di Dio. Dio è presente ovunque, ma c’è un sito, un luogo in cui egli abita in modo unico e speciale: se nell’antica economia tale luogo era il tempio di Gerusalemme, ora è Gesù, sito del Dio invisibile. Ecco perché – secondo le parole di Gesù alla donna samaritana – ormai chi adora Dio non lo adora più né a Gerusalemme né sul monte Garizim, ma in Spirito santo e Verità, che è Gesù Cristo (cf. Gv 4,23-24).
Il nostro brano, apertosi con l’affermazione che “era vicina la Pasqua dei giudei”, sfocia sull’annuncio fatto da Gesù della sua Pasqua. In essa non saranno più necessari gli animali come vittime sacrificali – per questo sono scacciati dal tempio –, ma Gesù sarà la vittima pasquale a causa del suo zelo, del suo amore ardente per Dio: sarà proprio questo amore a divorarlo (cf. Sal 69,10), a essere cioè la causa della sua morte violenta… Ci viene così annunciata la vicina Pasqua di Gesù quale termine del cammino quaresimale, e ci viene anche rivelata l’esistenza di un tempio nuovo, già annunciato dai profeti, un tempio non più fatto di pietre ma costituito dal corpo di Gesù: corpo di Gesù di Nazaret, Figlio di Dio; corpo che siamo noi innestati in lui, noi dimora di Dio (cf.1Cor 3,16; 6,19), tempio nel quale siamo chiamati a offrire a Dio il vero sacrificio, quello della nostra vita quotidiana (cf. Rm 12,1).
Enzo Bianchi


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