giovedì 30 aprile 2009

Il Sacramento dell'Amore

Cari amici lettori, Mons. Odo Fusipecci, vescovo emerito di Senigallia, che è mia guida spirituale, mi ha consegnato delle riflessioni sull’Eucarestia per aiutarmi a sentire sempre di più l’amore di Gesù e il desiderio di adorarlo.
Inizierà, da questo giovedì, una serie di pubblicazioni di queste riflessioni, con la speranza che esse siano di aiuto anche ad altre persone desiderose di incontrare il Signore.

"Il Signore guarda il cuore"

Con la "Eucarestia " noi dimoriamo nel cuore di Gesù e Lui, Gesù, dimora nel nostro cuore.

Primo appuntamento:
La sete di Dio e la nostra sete

San Gregorio di Nazianzo esclama: “Dio ha sete che si abbia sete di Lui”.
Mons. Gianfranco Ravasi commenta: “ senza Dio la vita è solitudine ed angoscia, è vuoto e deserto, in altre parole è morte. Un anonimo autore giudaico del I secolo a.C. rivestitosi del nome di Salomone dice: “venite voi tutti che avete sete, prendete la bisaccia che disseta; riposate presso la sorgente del Signore bella e pura, essa placa l’anima. Le acque sono più soavi del miele perché sgorgano dalle labbra del Signore. Beati coloro che hanno bevuto ed hanno placato la loro sete”.
Giovanni nel capitolo IV del suo vangelo narra: “ Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: "Dammi da bere" I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: "Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gli disse la donna: "Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?". Rispose Gesù: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna".
Gesù parlava non di acqua ma della Sua stessa persona, come Egli disse dopo la moltiplicazione dei pani: “ Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna del deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia…In verità, in verità vi dico se non mangiate la carne del figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete la vita eterna.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo resusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui.
E’ una dimora reciproca: “ Gesù tu sei il mio tu”.
Una dimora essenziale e radicale: “ io sono la vite voi i tralci”.
E’ una dimora concreta.
Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero malato e mi avete visitato (Matteo, 26).
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me ed io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. (Gv 6,48 e ss)

Sete del corpo di Gesù e della Sua parola.
Lo attesta San Luca nel capitolo 10: “ Mentre Gesù con i discepoli erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio, ed una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la Sua parola. Marta invece era presa dai molti servizi.
Pertanto, fattasi avanti, disse: “ Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire?
Dille dunque che mi aiuti”.
Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.(Lc 10, 38)
Parte migliore è la Persona di Gesù.

Sant’Ambrogio:
“Cristo è tutto per noi;
se vuoi curare una ferita, egli è medico;
se sei riarso dalla febbre, è fontana;
se sei oppresso dalle iniquità, è giustizia;
se hai bisogno di aiuto, è forza;
se temi la morte, è vita;
se desideri il cielo, è via;
se fuggi le tenebre, è luce;
se cerchi cibo, è alimento”.

Sant’Agostino:
“ Il fiume delle cose temporali ti trascina, ma nella sponda di questo fiume è nato un albero.
Ti senti rapire verso il precipizio?
Tieniti forte a Cristo. Per te Egli si è fatto temporale, a tenerlo tu diventi eterno”

E a Santa Maria Alacoque, in adorazione eucaristica, il 27 dicembre 1673 Gesù disse:
“ Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini e in cambio non riceve che ingratitudine.
Il mio cuore è così appassionato di amore per gli uomini che non potendo rinchiudere in sé le fiamme ardenti del suo amore bisogna che le spanda!”


La martire Edith Stein testimonia:
“ E il verbo si fece carne”. Ciò si è avverato nella stalla di Betlemme. Ma si è adempiuto anche in un’altra forma. “ Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Il Signore, il quale sa che siamo e rimaniamo uomini che hanno quotidianamente da combattere con debolezze, viene in aiuto alla nostra umanità in maniera veramente divina. Come il corpo terreno ha bisogno del pane quotidiano, così anche la vita divina aspira ad essere continuamente alimentata. “ Esso è il pane vivo disceso dal cielo”. Chi ha veramente di esso il proprio pane quotidiano, in lui si verifica quotidianamente il mistero del Natale, l’incarnazione del Verbo. E questa è senza dubbio la via più sicura per ottenere in maniera permanente l’unione con Dio, per penetrare ogni giorno più saldamente e sempre più a fondo nel corpo mistico di Cristo. So bene che ciò apparirà a molti come una richiesta troppo radicale perché per la maggior parte di quanti ricominciano ad agire così significa in pratica un cambiamento di tutta la vita esteriore ed interiore. Ma appunto così deve avvenire! Nella nostra vita dobbiamo fare spazio al Salvatore Eucaristico, affinché Egli possa trasformare la nostra vita nella Sua. Questo significa pretendere troppo? Abbiamo tempo per così tante cose inutili, per leggere tante futili sciocchezze, in libri, riviste, giornali, per starcene seduti oziosi al bar e per chiacchierare quarti d’ora e mezz’ore per la strada: tutte “distrazioni” in cui sprechiamo a raffica tempo ed energia. Non dovrebbe essere realmente possibile ritagliarsi un’ora del mattino, in cui non ci distraiamo, ma ci raccogliamo, in cui non sprechiamo, ma guadagniamo energia per lottare poi con il Suo aiuto tutto il giorno”. (Edith Stein, Il mistero della vita interiore, p.134, 135).

E il servo di Dio Enrico Medi:
“Scienza e fede nel progetto culturale”
Sacerdoti, io non sono un prete, e non sono stato mai degno di poterlo diventare.
Come fate a vivere dopo aver celebrato la Messa?
Ogni giorno avete il Figlio di Dio nelle vostre mani.
Ogni giorno avete una Persona che Michele Arcangelo non ha.
Con la vostra bocca voi trasformate la sostanza del pane in quella del corpo di Cristo; voi obbligate il Figlio di Dio a scendere sull’altare.
Siate grandi.
Siate creature immense.
Le più potenti che possano esistere.
Sacerdoti, ve ne scongiuriamo, siate santi!
Se siete santi voi, noi siamo salvi.
Se non siete santi voi, noi siamo perduti.
Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell’altare.
A costruire opere, fabbricati, giornali siamo capaci noi.
State accanto all’altare: andate a tenere compagnia al Signore.
Preghiera e tabernacolo.
Tabernacolo e preghiera.
Abbiamo bisogno di quello.
Nostro Signore è solo, è abbandonato.
Le chiese si riempiono soltanto per la Messa.
Cosa stupenda.
Ma Gesù ci sta ventiquattrore su ventiquattro e chiama le anime, chiama te sacerdote, chiama noi.
“ Tienimi compagnia, dimmi una parola, dammi un sorriso, ricordati che ti amo”.

2 commenti:

  1. Marina, post molto intenso e ristoratore...
    Grazie!

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  2. Grazie a te Stella. Gesù Eucarestia è la nostra forza e la nostra speranza!!!

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