lunedì 27 aprile 2009

Dio viene quando meno te l'aspetti

Uno spunto di riflessione per tutti.

Ci sono quelli che ancora pensano che il percorso di fede sia un “tutto e subito”, una sorta di pacchetto tutto compreso, da prendere o da lasciare, senza alcuno spazio ai dubbi, alle incertezze, alle difficoltà. La fede come un monolite che non cambia, che non matura, che non attraversa momenti di pausa, di salita e di discesa. Un insieme di insegnamenti e di comandamenti (o peggio, per qualcuno, di comandi, la gran parte dei quali incomprensibili o del tutto autoritari) che ti tolgono spazio, ti sottraggono libertà, ti schiacciano in una serie di divieti, obblighi, prescrizioni.
Ma se la vita, in realtà, è per tutti una presa di coscienza, una progressiva autoconsapevolezza di noi stessi, non sono certamente i cristiani a fare da eccezione: lungi dall’avere “la pappa pronta”, essi non sfuggono alla logica del “passo dopo passo”. La vita è un percorso di progressiva comprensione del mistero di Dio, a partire dall’evento del Natale. Una festa che rivela un Dio che non ti saresti potuto immaginare, che non avresti saputo inventare: anzitutto non un volto potente e immenso, ma piccolo, povero, inerme. Ti chiedi: ma che Dio è quello che si fa vivo così, non in modo trionfale e deciso, ma in modo così umile e semplice, riconosciuto solo da gente di poco conto, da una giovane coppia e dai pastori di una delle terre della periferia dell’Impero romano? E’ il Dio dei cristiani, appunto: il Dio che spiazza, che spezza in continuazione le false visioni che ancora adesso ci rimangono addosso e che si mostra nella povertà sconcertante e disarmante di un bambino. Di un bambino, peraltro, nato con una missione precisa: quella che lo porterà sulla croce. Un Dio che muore, apparentemente sconfitto e umiliato. E’ questa la logica del cristiano, la logica di ciascun essere umano che voglia provare ad abbracciare questa fede nel Dio che si annienta facendosi uomo e facendosi disprezzare dall’uomo, per poi risorgere e trionfare in modo definitivo sulla morte, cambiando davvero quelle “sorti dell’umanità” che di tanto in tanto noi tendiamo a pensare invece nelle mani del potente, del politico, del presidente, del leader di turno. E’ la logica di chi accoglie, nel vociare e nell’incedere di ogni giorno, la disarmante presenza di un Dio arrendevole, povero, umile, vulnerabile. Come ognuno fa esperienza di essere, almeno qualche volta nella vita, e come sono in questo mondo milioni di persone, in ogni parte del pianeta. Persone sconosciute e vittime dei soprusi che affollano il nostro tempo. Accettare, accogliere questa logica all’apparenza folle non è un “tutto e subito”. E’ un percorso costante e continuo, è un cammino, un passo dietro l’altro nella comprensione di quel grande mistero che è la fede. Non è un “pacchetto”, non è un “tutto compreso”: è una scoperta e – lo testimoniano in molti – una vera meraviglia. A tutto questo si può anche provare, una volta tanto, a dare credito.
DIO e' sempre stato tra noi, DIO e' presente in tutto cio' che facciamo, DIO grida da sempre cio' che bisogna fare, DIO parla chiaro, chiarissimo direi all'uomo, cio' che vediamo ogni giorno e' opera dell'uomo, non di DIO, la sua volonta' che noi costantemente ignoriamo, e' stata da sempre gridata da chi lui ha contattato, ma l'uomo immerso in una cecita' parziale non riesce a trovare la strada che porta nel vivere nella pace e' nella fratellanza con tutti e con tutto, quindi in questa incapacita' di autogestirci chiediamo in pregiera al nostro unico Creatore un aiuto, una riferimento che dia quella luce che illunini i cuori di quella umanita' che nella loro poverta' spirituale non riescono a vivere nella pace e' la fratellanza con i loro simili, oggi cio' e' vissuto in maniera inequivocabile nella terra santa, dove si vive nella distruzione e' nella morte, accecati non so' da' cosa, e' pieni di quell'odio distruttivo per se stessi e' per gli altri, questa condizione e' un'opera che distrugge gli altri e se' stessi, senza condizione, preghiamo perche' cio' abbia una fine, e' che ritorni a trionfare l'amore e la pace con tutti.
Baldassare

3 commenti:

  1. C'è poco da fare... le sue vie non sono le nostre vie. E come potrebbe essere diversamente? Lasciamolo fare, Lui sa' i tempi e i modi per renderci felici davvero! Buona settimana!Paolo

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  2. Bellissima riflessione e corcordo su tutto. Grazie per averla postata.

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  3. Grazie paolo, grazie Angel...
    Lasciamoci condurre dal Signore lungo le Sue vie!

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