venerdì 29 gennaio 2010

PADRE MATTEO RICCI

LI MADOU XITAI

Ricorre quest'anno il quinto centenario dalla morte di Padre Matteo Ricci, un maceratese Sacerdote della COMPAGNIA DI GESU' (Gesuiti) giunto alla corte dell'imperatore cinese.

Questo gesuita nato mezzo millennio fa era anche astronomo, cartografo, meccanico di precisione, linguista, scrittore, filosofo. Andò all'altro capo del mondo conosciuto per portare anche lì quell'annuncio, l'unico annuncio importante, quello di Cristo.
Usò la filosofia greca per capire e far capire; adoperò la scienza e la tecnologia per vincere gli sbarramenti culturali; adattò il proprio nome e modo di vestire per potere essere accettato e avere la possibilità di esporre quanto gli stava a cuore.
Sono difficilmente immaginabili, oggi, le difficoltà che dovette superare. La sua storia, se vogliamo, è ben più avventurosa e sorprendente di quel Marco Polo tanto celebrato che però non seppe cambiare niente dei paesi da lui visitati.
Un uomo solo che viaggia per suo conto raramente lascia impronte durevoli. Perchè ciò accada, deve portare qualcosa di degno. Ricci aprì una strada percorsa da allora nei due sensi, che è ben visibile ancora oggi.

La vita

Padre Matteo Ricci nasce a Macerata da una nobile famiglia il 6 ottobre 1552. Ha un'educazione raffinata, secondo la sua condizione; il padre era farmacista e, oltre ad essere nobile , esercitava un'arte che in qualche maniera richiedeva studio, per cui, lui pure ha studiato. L'amore per le scienze, la chimica, gli esperimenti li ha imparati nella farmacia del padre. In seguito inizia, secondo le consuetudini della famiglia, gli studi di legge, ma proprio quando inizia questi studi si accorge che la sua strada non è quella di essere un brillante avvocato a Macerata o a Roma, ma la sua è un'altra strada: vuole entrare nella Compagnia di Gesù. Matteo rivela al padre questa sua intenzione mentre sta fuori; il padre non accetta questo, fa passare dei giorni, lo richiama e alla fine, per cercare di dissuaderlo, parte per andare a Roma. Durante il viaggio (vicino Tolentino) si ammala per una febbre improvvisa, violentissima e deve tornere indietro. Successivamente, quest'uomo fa una lettura di fede di quello che gli era capitato e non ostacola più la vocazione del figlio. Matteo entra così nella Compagnia di Gesù, compie gli studi ma, prima di diventare sacerdote, con altri 12 compagni, viene scelto, per la sua intelligenza molto viva, ad andare a Goa (India occidentale, impiegherà 6 mesi) dove i Gesuiti avevano avuto in precedenza una missione che si voleva rivitalizzare. Matteo continua a studiare, insegna nelle scuole e nei collegi gesuiti ( dove c'erano i figli delle persone più in vista dell'India), poi, ad un certo punto, inizia la preparazione immediata al sacerdozio e viene ordinato il 26 luglio 1580.
Dopo essere diventato sacerdote, padre Roberto de Nobili ( un missionario) lo richiede come suo compagno per una evangelizzazione in alcune zone vicine dell'India e poi con il progetto di andare in Cina. Padre Matteo diventa missionario e, con padre Ruggeri stabilisce la prima residenza missionaria a Zhaoqing in Cina.
 Essendo malvisti dagli abitanti, con un provvedimento delle autorità, vengono espulsi da Zhaoqing e copsì Padre Matteo fissa un'altra residenza nella città di Shaozhou dove comincia a conoscere la civiltà, la lingua, a parlarla e ad intrecciare i primi rapporti di amicizia. Padre matteo all'inizio, per entrare in rapporto con i cinesi si era vestito alla maniera degli uomini di cultura dei luoghi in cui si trovava. successivamente capisce che non serve.  Avendo acquisito buona padronanza della lingua, Padre Matteo inizia a scrivere opere nella lingua cinese e pensa di fare un report della fede in Gesù Cristo e partire da questo nel momento in cui  incontra delle persone, o fa delle riunioni, per confrontarsi con la fede delle popolazioni locali. Matteo scrive anche un libretto sull'amicizia nel quale ci sono delle frasi belle. Eccone alcuni esempi:

  • il mio amico è la metà di me stesso, anzi un altro me stesso, per cui lo devo trattare come tratto me stesso.

  • Sebbene l'amico e io abbiamo due corpi, nei due corpi c'è un solo cuore. Prima di contrarre amicizia bisogna osservare bene, essere prudenti, dopo averla contratta ci si deve fidare.

  • Se le virtù e gli ideali di due amici sono simili, l'amicizia sarà forte. L'ideogramma amico (nella lingua cinese) è formato da due come, esso sta a significare che l'amico è me ed io sono lui.

  • Dio ha dato agli uomini due occhi, due orecchie, due mani, due piedi, per farci capire che si può portare a buon fine qualunque cosa se due amici si aiutano tra loro. Nell'antica scrittura cinese l'ideogramma amico era formato da due mani, delle quali non si può fare a meno, perchè insieme agiscono meglio. L'ideogramma compagno era composto da due ali, solo con esse un uccello può volare. Non è forse così che gli antichi saggi hanno considerato gli amici?

  • La lode fra amici è facile in pratica, ma la sopportazione reciproca qualche volta risulta difficile. Quasi tutti gli amici sono sensibili alle lodi nei loro confronti, ma non ricordano le virtù degli altri.

  • Se non sarai amico di te stesso, come farai a esserlo degli altri?
Padre Matteo Ricci nel 1596, durante il suo viaggio verso Pechino, apre a Nanchang una terza residenza missionaria dove si fermerà fino dal 1595 al 1598.
Nel 1599 raggiunge Pechino ma viene invitato ad andare via perchè c'è in atto una guerra e si ferma così a Nanchino. Il 19 maggio del 1600 parte di nuovo per la seconda volta verso Pechino, ma viene fermato in una città ad un centinaio di chilometri da Pechino da un ministro della corte dell'imperatore che gli vuole rubare tutti i doni che egli vuole portare all'imperatore.
Nel 1601 viene riferito all'imperatore della fama e dei legami che padre Matteo aveva stretto con persone significative del mondo della cultura, dell'arte e della musica. L'imperatore lo chiama così a Pechino il 24 gennaio e padre Matteo consegna tutti i doni che era riuscito a strappare a quel ministro.
Mentre sta a Pechino, riceve una piccola casa, in cui può fermarsi, alloggiare, allestire una cappella per le celebrazioni e scrivere delle opere interculturali dove mette a confronto fede cattolica e buddismo-scintoismo...
Contemporaneamente Padre Matteo aiuta molti funzionari della corte a fare dei progetti, utilizzando la sua abilità in matematica e geometria (progetti per bonifiche, progetti idraulici, per costruire ponti sui fiumi che in Cina sono abbondanti).
Padre Matteo scrive delle opere di carattere morale e pubblica nuove edizioni degli studi sul mappamondo, facendo vedere che c'erano tante diverse popolazioni e civiltà. Dà vita a una congregazione religiosa con persone che vogliono vivere la spiritrualità che lui sta cominicando, dal nome "Confraternita Madre di Dio", e poi si occupa di risiedere stabilmente nel luogo e vuole cominciare a fare delle opere che in qualche maniera potessero permettere una evangelizzazione (di ragazzi, di persone adulte, dimostrazioni, lezioni di matematica, scienze, astronomia).
Ad un certo punto, per il gran carioco di lavoro, si ammala gravemente  il 3 maggio 1610  e  l'11 maggio muore. Matteo dice ai confratelli:" Vi lascio davanti a una porta aperta, io sono convinto che questa porta potrà essere valicata e ci sarà un futuro, però per ora non intravedo una situazione migliore".

Padre Matteo Ricci è il primo straniero che ha l'onore di essere seppellito in Cina.
Egli aveva evangelizzato tantissima gente, anche funzionari imperiali, ma i battesimi sono stati pochi. La sua opera non è stata facile, lui ha seminato, successivamente qualcun altro ha raccolto.
Padre Matteo all'inizio, per entrare in rapporto si era vestito alla mainera degli uomini di cultura dei luoghi in cui si trovava. Il suo modo di essere aveva suscitato invidia tra i suoi confratelli. Per questo ha sofferto molto, ma anche perchè non riceveva corrispondenza dai suoi familiari.
Padre Matteo ha dimostrato ai cinesi che chi entrava nella Chiesa cattolica attraverso il battesimo non doveva rinunciare a quelle cose che sono caratteristiche della vita cinese. Diventare cristiani non era in contrasto con l'essere cinesi. (Padre Matteo in un certo senso vive la stessa esperienza della prima comunità cristiana, che si accorge che aderire al Vangelo, a Gesù Cristo non è in contrasto con gli usi e le caratteristiche di una civiltà).
Altra cosa importante è che ci sono degli elementi in comune tra quello che i cinesi credevano e la fede cristiana e padre Matteo ha insistito molto su questo. Egli valorizzava tutto quello che loro credevano (es. che Dio è creatore, che è Signore di tutte le cose, che la vita è sacra, che ogni persona ha una dignità, che la vita continua dopo la morte) attraverso un lavoro lento, paziente, che non dava risultati immediati, ma che si rivelava molto costruttivo perché demoliva tutti i pregiudizi che c'erano verso gli occidentali. Padre Matteo capisce che non c'è solo da apprezzare la cultura, ma c'è da servirsi della cultura dei popoli che si incontrano e cercare di valorizzare quelli che sono i punti in comune.
Quindi Padre Matteo ha intuito l'esigenza di accogliere la diversità, di  inculturare la fede, di valorizzare aspetti, tradizioni, leggende, racconti, attese, usi, cerimonie dei cinesi perchè dove c'era coincidenza o dove si poteva stabilire un legame con la fede cristiana, era più facile  trasmettere il messaggio evangelico partendo dalle esperienze di queste perone.
Padre Matteo Ricci ha aperto una strada che poi il Concilio Vaticano II ha fatto propria, per cui oggi, tutti i missionari inculturano la fede.
Padre matteo Ricci ha cercato soprattutto rappoprti umani, perchè l'annuncio del vamgelo passa attraverso le relazioni, l'accoglienza dell'altro.
Padre Matteo è stato un inventore, un musicista, un uomo cordiale , uomo di intercultura, ma fondamentalmente è stato un Apostolo, un missionario, testimone del Vangelo. Tutte queste modalità, strade che lui ha percoprso per annunciare il vangelo sono state dei mezzi. Tutte queste sue qualità, tutte le opere che ha portato hanno lentamente contribuito a ridimensionare la concezione che i cinesi avevano di se stessi: di essere al centro del mondo, di essere i più evoluti, i più civili, , essendo chiusi nella loro terra, privi di rapporti con l'Occidente (tranne quelli commerciali, attraverso la via della seta).

Pur avendo riconosciuto le tante virtù di questo missionario sulla base di studi, opere...viene da chiedersi come mai quest'uomo non sia  stato mai beatificato...Purtroppo, dai gesuiti non viene nessuna collaborazione; loro, in questo momento vogliono portare avanti la beatificazione di altri confratelli...questo forse lo ritengono lontano, non sappiamo...
In ogni modo, per il quinto  centenario dalla sua morte sono state allestite mostre ( è sta allestita una interessante mostra in Vaticano), fatti sussidi multimediali, sono stati stampati dei libretti in collane dirette ai ragazzi, ci saranno celebrazioni liturgiche, convegni ad alto livello. Ci sarà un  pellegrinaggio  a Roma dal Papa per invitarlo a partecipare alle celebrazioni e ci sarà un pellegrinaggio dei giovani gesuiti a Macerata. Ci sarà un premio artistico letterario intestato a Padre Matteo che sarà consegnato a chi darà un contributo alla evangelizzazione in rapporto con la cultura.
Presto si insedierà il Tribunale Diocesano per la causa di beatificazione di Padre Matteo e la commissione storica: un passo importante verso un traguardo auspicato da molti.
Per me che sono Maceratese, essere concittadina di un personaggio del calibro di  padre Matteo Ricci è motivo di grande orgoglio soprattutto per ciò che egli ha testimoniato con la sua vita di missionario e apostolo cristiano.



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