Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore
la liturgia di questa XXVIII domenica del tempo ordinario propone ancora un brano del vangelo di Luca che ci invita a vivere la nostra vita avendo fede in Dio nostro padre per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
Il brano racconta di 10 lebbrosi che, mentre Gesù era in cammino verso Gerusalemme, gli si avvicinano chiedendogli di avere pietà di loro per la brutta malattia di cui erano affetti. I lebbrosi, infatti, al tempo di Gesù erano delle persone che vivevano ai margini della società per 2 motivi:
1) la lebbra era considerata una malattia infettiva e quindi nessuno osava avvicinarsi neanche lontanamente a chi ne era affetto;
2) la lebbra era anche vista come un castigo divino per peccati gravi commessi.
Gesù accoglie la richiesta di guarigione dei 10 lebbrosi e li invita a presentarsi ai sacerdoti. Mentre essi stavano andando si ritrovano guariti. Ma di questi 10, solo uno, un samaritano, uno considerato straniero perché non ebreo e quindi anche peccatore, torna indietro a lodare Dio e si prostra ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Giustamente Gesù dice:” e gli altri nove?” Non sono stati guariti anche loro? Certo, ma solo nel corpo, mentre lo straniero ha accolto un dono più grande : quello della fede, che lo ha guarito anche nel cuore, e Gesù gli dice:” va, la tua fede ti ha salvato!” Eppure questo dono Gesù l’aveva fatto anche agli altri nove lebbrosi, ma essi, essendo giudei, hanno tirato dritto verso i sacerdoti considerando la loro guarigione come un diritto. Il diritto di non essere impuri, di vivere in salute, di essere amati ed accolti da tutti, il diritto di essere felici, di mangiare e di bere a volontà…ma non è questo l’atteggiamento che vale davanti a Dio. Il samaritano riconoscendo di aver ricevuto un dono da Dio si mette in cammino con Gesù lungo la strada verso Gerusalemme, luogo sì della sua passione e morte ma soprattutto luogo della Sua Resurrezione, quella Resurrezione di cui sarà reso partecipe per tutta l’eternità. E’ questa la salvezza di cui parla Gesù, alla quale noi tutti possiamo arrivare facendo della nostra vita un continuo atto di fede.
Siamo capaci noi di tornare indietro come il lebbroso samaritano a ringraziare Gesù riconoscendo i tanti doni che ci fa ogni giorno? Oppure siamo come quei nove che si lasciano guarire solo nel corpo? Spesso accade che noi, che ci definiamo cristiani, pensiamo per questo di essere più vicini al Signore di altri e non ci accorgiamo che il nostro stile di vita è molto lontano da quello proposto dal Vangelo. Chi invece non conosce Dio, potrebbe essergli più vicino di quanto pensiamo. Riconosciamo dunque di avere bisogno di conversione, quella conversione del cuore che ci porta a dire ogni giorno: GRAZIE SIGNORE GESU’!
Buona e santa settimana a tutti meditando e vivendo le parole di questo Vangelo.
Nessun commento:
Posta un commento