Leggendo i giornali e sentendo i resoconti degli ultimi tempi la parola in cui ci si imbatte maggiormente è "pantano"; il pantano blocca il cammino e ti tiene fermo nella tua posizione, ti immobilizza. Mons. Crociata nell’editoriale “Mobilitiamo la speranza per non rimpicciolire il cielo” apparso il 15 agosto su Avvenire ha scritto “Come uscire da tale situazione? Bisognerebbe innanzitutto intendere l’indole spirituale del malessere che ci affligge: siamo poveri di idealità, di pensiero, di orizzonti, di speranza”. Quel malessere ci spinge ad allargare il cuore e trovare un luogo dove questo sia testimoniato. Il Meeting di Rimini è un buon punto di partenza. SamizdatOnLine
QUELLA NATURA CHE CI SPINGE A DESIDERARE COSE GRANDI E' IL CUORE
Rimini, domenica 22 agosto 2010 - sabato 28 agosto 2010
“Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” è il titolo della XXXI edizione del Meeting. Parole che riecheggiano quelle che Albert Camus fa pronunciare all’imperatore Caligola nel suo celebre dramma: “ho provato semplicemente una improvvisa sete di impossibile… ho bisogno della luna, o della felicità, o dell’immortalità”. In ogni uomo, di qualsiasi razza, cultura, religione, tradizione alberga questo desiderio di cose grandi, di qualcosa di infinito. Un’aspirazione che l’uomo in tante occasioni tende a trascurare e a dimenticare, complice innanzitutto una certa mentalità che lo considera solo come il risultato di una casualità chimico-biologica o al limite di un processo evolutivo.
Si respira una cultura che tende a cancellare “l’umanità dell’uomo”, il “mancamento e voto” espresso da Leopardi nello Zibaldone. Il rischio è quello che si affermi una concezione puramente materialistica della vita. La provocazione contenuta nel titolo afferma invece il contrario. La natura dell’uomo è innanzitutto il suo cuore che si esprime come desiderio di cose grandi. Il motore di ogni azione umana è questa aspirazione a qualcosa di grande, l’esigenza di qualcosa di infinito. L’uomo è rapporto con l’infinito. E’ questa tensione il tratto inconfondibile dell’umano, la scintilla di ogni azione, dal lavoro alla famiglia, dalla ricerca scientifica alla politica, dall’arte all’affronto dei bisogni quotidiani.
Il Meeting cercherà di documentare come nella realtà di oggi sia innanzitutto necessario partire dall’umanità di ogni persona, facendo dei bisogni e dei desideri degli uomini l’anima delle scelte grandi e di quelle quotidiane. Anche perché solo questo è il punto che accomuna tutti gli uomini ed è pertanto l’inizio anche di un reale dialogo tra i popoli.
L’uomo che considera seriamente la sua umanità è colui che non è mai domo e soddisfatto e che affronta la vita con l’attesa di qualcosa di grande. Scrive Cesare Pavese: “Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?”. L’attesa è la struttura stessa della natura umana, l’essenza dell’anima. I grandi desideri e le grandi aspirazioni non sono un ostacolo o qualcosa che complica l’esistenza, ma sono ciò che rende l’uomo irriducibile proprio perché essi sono il segno del suo rapporto con l’infinito.
Il mio post di oggi rinnega il tuo...purtroppo!
RispondiEliminaMolto bello il tema scelto dal Meeting :-)
RispondiEliminae sempre attento alla realtà attuale.
Una realtà spesso "senza cuore" :-(
Sorellina, non credo che lo rinneghi, tutt'altro, conferma e denuncia ciò che viene detto nella parte introduttiva di questo post: siamo poveri di idealità, di pensiero, di orizzonti, di speranza”. Solo un cuore rinnovato che ci spinge a desiderare "Cose grandi" può cambiare l'agire di tante persone...
RispondiEliminaUn bacione ed un abbraccio!!!
Caro amico, il tema è bello davvero e spero tanto di poter partecipare a questo meeting...la realtà spesso è senza cuore ma la speranza che l'amore e la misericordia divina supera tutto è grande: Gesù è capace di entrare anche attraverso le porte chiuse del cuore di molti!
RispondiEliminaUn abbraccio!!!