mercoledì 10 febbraio 2010

Pubblico un articolo tratto dall'editoriale samizdatonline. Appena ieri è stato il primo anniversario della morte di Eluana.

 Eluana un anno dopo: sapevamo..

Sapevamo
Già sapevamo che non era vero che fosse magra, denutrita, calva, piena di piaghe di decubito. Eravamo a conoscenza del fatto che non si era mai ammalata in tanti anni a letto. Che non era attaccata a nessuna macchina. Già sapevamo che respirava da sola, che era vigile, occhi aperti, che sembrava reagire agli stimoli.
Sapevamo anche che da alcuni era accudita e amata.
E che da altri invece questa sua vita - perchè vita era - era invece odiata. Tanto che hanno a lungo, a lungo e con insistenza cercato di farla morire. Riuscendoci, alla fine. Morta di morte naturale, quella morte naturale che arriva quando ti tolgono il necessario per vivere.
Adesso ci dicono che forse quella consapevolezza che pareva mancare forse c'era, si era manifestata. Che forse, adesso, un anno, un solo anno dopo ci sarebbe stata la maniera di capirlo meglio. Se non si fosse riuscito ad ucciderla. Oggi, dopo un anno. Chissà tra venti.
Qualcuno ha anche detto che quello che è accaduto è ciò che lei avrebbe voluto. Lei, Eluana, che quando la portavano via si fece venir una crisi tanto forte da espellere il sondino. Che emetteva suoni, urlava come poteva, mentre stava morendo. Se non una donna, certo non un vegetale. I vegetali non tossicono. Non si agitano. Forse un animale, ecco, un animale. Agitata come un animale. Quando capisce, quando sa che lo stanno portando al macello.
Berlicche socio di SamizdatOnLine

Ad un anno dalla morte di Eluana c'è qualcuno, tra i politici soprattutto, che ha suggerito il silenzio alle parole per rispetto della famiglia di Eluana. A mio avviso, questa dichiarazione può essere condivisa solo in parte e ne spiego le motivazioni. E' vero che nessuno di noi ha il diritto di giudicare l'agire di un padre e di una madre che per tanti anni hanno sofferto nel vedere la propria figlia vivere in condizioni strazianti. Peppino Englaro è un padre che ha  agito senz'altro credendo di fare il meglio per la figlia e ha agito da essere umano avendo della vita una visione che non va al di là di questa dimensione (quella umana). Ma c'è qualcosa di più grande e di irrinunciabile che sfugge a molti che la pensano allo stesso modo di questo padre: il cristianesimo ha portato nel mondo una novità che ci porta a guardare oltre il nostro essere semplicemente uomini e donne. Noi siamo chiamati ad essere non semplicemente umani, ma CRISTIANI, cioè imitatori di Cristo che per amore nostro, morendo in croce,  ha dato la sua vita . Segno allora che la vita umana ha un VALORE DI DIMENSIONI INESTIMABILI se un Dio, facendosi uomo, è arrivato a tanto.  Allora tutto cambia! Anche una vita vissuta come quella di Eluana acquista un senso molto grande perché viene considerata comunque un DONO del quale nessuno e poi nessuno è proprietario. Un dono di cui solo chi ne è l'autore può disporre. L’eutanasia, ha detto il santo Padtre,  «colpisce al cuore il principio cristiano della dignità della vita umana», e sulla difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, la Chiesa cattolica non potrà mai accettare alcun tipo di compromesso. Come possiamo noi cristiani tacere  su questi fatti? A mio avviso è più che mai necessario ricordare Eluana perchè la sua morte, avvenuta come tutti  sappiamo, faccia riflettere tante altre famiglie sul vero senso della vita per fare in modo che non avvengano più morti di questo genere. Non possiamo permettere che Eluana sia morta invano e invito tutti coloro che si professano cristiani ad alzare la voce (anche nei blog) per dire con fermezza NO all'eutanasia e Si alla vita dal suo concepimento al suo termine naturale.

2 commenti:

  1. Marina io sono straziata a sentire tante polemiche su Luana...

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  2. Infatti non si devono fare polemiche su un fatto come questo...ma è necessario non dimenticare per evitare che ci siano altre Eluane vittime dell'eutanasia...
    Un abbraccio sorellina!

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