lunedì 14 dicembre 2009

Il Presepe scuola di vita



Riporto il testo integrale del significativo discorso di BENEDETTO XVI all'ANGELUS

III Domenica di Avvento, Piazza San Pietro
Domenica, 13 dicembre 2009

Cari fratelli e sorelle!
Siamo ormai alla terza domenica di Avvento. Oggi nella liturgia riecheggia l’invito dell’apostolo Paolo: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti … il Signore è vicino!” (Fil 4,4-5). La madre Chiesa, mentre ci accompagna verso il santo Natale, ci aiuta a riscoprire il senso e il gusto della gioia cristiana, così diversa da quella del mondo. In questa domenica, secondo una bella tradizione, i bambini di Roma vengono a far benedire dal Papa le statuine di Gesù Bambino, che porranno nei loro presepi. E, infatti, vedo qui in Piazza San Pietro tanti bambini e ragazzi, insieme con i genitori, gli insegnanti e i catechisti. Carissimi, vi saluto tutti con grande affetto e vi ringrazio di essere venuti. È per me motivo di gioia sapere che nelle vostre famiglie si conserva l’usanza di fare il presepe. Però non basta ripetere un gesto tradizionale, per quanto importante. Bisogna cercare di vivere nella realtà di tutti i giorni quello che il presepe rappresenta, cioè l’amore di Cristo, la sua umiltà, la sua povertà. È ciò che fece san Francesco a Greccio: rappresentò dal vivo la scena della Natività, per poterla contemplare e adorare, ma soprattutto per saper meglio mettere in pratica il messaggio del Figlio di Dio, che per amore nostro si è spogliato di tutto e si è fatto piccolo bambino.

La benedizione dei “Bambinelli” – come si dice a Roma – ci ricorda che il presepio è una scuola di vita, dove possiamo imparare il segreto della vera gioia. Questa non consiste nell’avere tante cose, ma nel sentirsi amati dal Signore, nel farsi dono per gli altri e nel volersi bene. Guardiamo il presepe: la Madonna e san Giuseppe non sembrano una famiglia molto fortunata; hanno avuto il loro primo figlio in mezzo a grandi disagi; eppure sono pieni di intima gioia, perché si amano, si aiutano, e soprattutto sono certi che nella loro storia è all’opera Dio, il Quale si è fatto presente nel piccolo Gesù. E i pastori? Che motivo avrebbero di rallegrarsi? Quel Neonato non cambierà certo la loro condizione di povertà e di emarginazione. Ma la fede li aiuta a riconoscere nel “bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”, il “segno” del compiersi delle promesse di Dio per tutti gli uomini “che egli ama” (Lc 2,12.14), anche per loro!

Ecco, cari amici, in che cosa consiste la vera gioia: è il sentire che la nostra esistenza personale e comunitaria viene visitata e riempita da un mistero grande, il mistero dell’amore di Dio. Per gioire abbiamo bisogno non solo di cose, ma di amore e di verità: abbiamo bisogno di un Dio vicino, che riscalda il nostro cuore, e risponde alle nostre attese profonde. Questo Dio si è manifestato in Gesù, nato dalla Vergine Maria. Perciò quel Bambinello, che mettiamo nella capanna o nella grotta, è il centro di tutto, è il cuore del mondo. Preghiamo perché ogni uomo, come la Vergine Maria, possa accogliere quale centro della propria vita il Dio che si è fatto Bambino, fonte della vera gioia.

Fonte: L'Osservatore Romano

6 commenti:

  1. Eppure in tante scuole oramai è quasi proibito. Che tristezza...

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  2. Presepe :lezione di vita,santa verità!

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  3. VA bene, Marina e grazie. Comunque se poi vorrai unirti come ha fatto anche Stella, lo potrai fare: l'importante è costruire una comunità in Cristo. A presto e buon lavoro

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  4. Ricordo che, da bambina, passavo tanto tempo davanti al presepe a cantare le canzoni natalizie, ed era per me motivo di grande gioia.
    Mi vengono in mente tutti quei bambini a cui, come dice Paolo, viene proibito di godere della visione del presepe per rispetto di chi professa una religione diversa...e del rispetto della nostra fede non se ne parla? Vogliono cancellare il Natale di Gesù? Per mettere chi al suo posto?
    Il natale del relativismo forse, visto che fa così comodo lo stile di vita che esso propone! Della serie " basta che funzioni" come dice l'ultimo film di Woody Allen...Ma in questa vita...poi nell'altra? Quel bambino che deponiamo nel presepe è venuto proprio a far funzionare la nostra vita e a viverla nella gioia, ma una gioia che sarà piena soltanto in Paradiso...
    Grazie amici a tutti voi e, con Gesù bambino nel cuore,festeggiamo il Santo Natale anche per chi non lo conosce o lo ha dimenticato...

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  5. C'è da pregare (molto) per la conversione dei cuori. Al mondo d'oggi pare che il problema del Natale sia la carta telefonica o la nota bevanda analcolica oppure ancora il panettone. Ma mai che si ricordi che è Dio che si fa compagnia di ogni singolo uomo in Cristo (e non c'è nulla di più importante). Come è stato detto: è nei nostri cuori che Cristo deve nascere.

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  6. Caro amico, grazie! Preghiamo perché in questo Santo Natale tanti cuori possano incontrare L'UNICO CUORE che è capace di battere per ogni essere umano: Gesù...
    Un abbraccio!!!

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