sabato 21 novembre 2009

Solennità di Cristo Re

"Cristo deve regnare innanzitutto nella nostra anima. Ma come risponderemmo se ci domandasse: tu, mi lasci regnare dentro di te?".

(Dal Vangelo secondo Giovanni 18,33-37)


In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


Commento

Fine dell'anno liturgico: domenica scorsa siamo stati invitati a GUARDARE OLTRE, ai "cieli nuovi e terre nuove" che attendiamo e insieme siamo chiamati a realizzare. Oggi lo sguardo è puntato all'alfa e l'omega, al principio e fine di tutte le cose, Gesù Cristo, che adoriamo quale Re dell'Universo.

Gesù è il RE di questi cieli e terre nuove e qui in terra è venuto ad INAUGURARE il suo Regno (ovvero il Regno di Dio), ma è la prima volta nei Vangeli che si proclama e riconosce quale re, e non è un caso che lo faccia in un processo, davanti ad un governatore straniero, spogliato e umiliato e ormai consapevole che starà per essere ucciso come un comune malfattore. Non ci sono dunque più rischi di AMBIGUITA'.

"Il mio regno non è di questo mondo" e soprattutto non è COME quelli di questo mondo. Gesù è RE, ma in modo opposto rispetto ai re di questo mondo: anche qui c'è un ribaltamento radicale rispetto all'esperienza umana.

Gesù è un re:

- che si mette a SERVIZIO anzichè farsi servire e riverire;

- che DA' LA SUA VITA per i suoi "sudditi" (che chiama AMICI!), anzichè richiedere da loro la vita per essere difeso e onorato;

- che si contorna e privilegia POVERI ed emarginati anzichè contornarsi di nobili e cortigiane;

- che è POVERO, UMILE ed OBBEDIENTE a Dio, anzichè essere orgoglioso e superbo, ricco e desideroso di ostentare la sua ricchezza, potente a tal punto da spadroneggiare e comandare tutti.
La CROCE diventerà il suo TRONO, il luogo dove mostra il suo AMORE per noi in modo pieno e concreto (perchè "non c'è amore più grande di chi dà la vita per gli altri") e dove, col suo SANGUE ed ACQUA che scaturiscono dal suo costato trafitto, fa sorgere la Chiesa, primo nucleo (o nucleo centrale) del suo Regno.

Il suo Regno non è di questo mondo: non è paragonabile a nessun impero storico, anche se SI REALIZZA NELLA STORIA e la storia stessa ne risulta trasformata.

La costruzione di questo regno di Dio comincia in questo tempo, ad opera di quanti, BATTEZZATI e dunque resi RE (e profeti e sacerdoti) in Cristo, ne hanno accolto il messaggio e si sono messi al servizio del (e nel) mondo: ogni battezzato partecipa della stessa regalità di Cristo e dunque condivide e porta avanti la sua opera di liberazione e salvezza del mondo.

Il nostro Regno è un regno di Amore, pace, fraternità... E' questa la Costituzione che siamo chiamati a rispettare, e la prima legge, fondamento delle altre, è proprio quella dell'Amore: dobbiamo dunque amare tutti, in ogni circostanza, gratuitamente, cioè per primi, senza aspettarci nulla in cambio. Per questo non possiamo imporre le nostre idee, ma viverle in prima persona e testimoniarle in modo fiero, convincente e coerente. Se lasciamo che Cristo regni nella nostra anima, non saremo mai dei dominatori, ma servitori di tutti gli uomini.

Cristo deve regnare innanzitutto nella nostra anima. Ma come risponderemmo se Gesù ci domandasse: tu, mi lasci regnare dentro di te? Io gli risponderei che per farlo regnare in me ho un grande bisogno della sua grazia: soltanto così anche il palpito più nascosto, il sospiro impercettibile, lo sguardo più insignificante e la parola più banale, perfino la sensazione più elementare, tutto potrà tradursi in un osanna a Cristo, il mio Re.

Dobbiamo essere SALE, LUCE, LIEVITO e come CONTADINI dobbiamo faticare, aver pazienza e sperare che il SEME seminato da Dio possa, col nostro tenace lavoro di zappatori ed estirpatori di erbacce, crescere e prender forma, accogliere come l'ombra di un grande albero.

 La TESTIMONIANZA della VERITA' fatta da Gesù davanti a Pilato e l'incontro fra Pilato, autorità civile, e Gesù, massima autorità religiosa-ecclesiale, diviene simbolo dell'incontro tra la Chiesa e il mondo: la Chiesa, come ha fatto il suo Capo, si lascia PROCESSARE, CONDANNARE, METTERE IN CROCE, ma fieramente, con coraggio e nella VERITA', quale testimone della verità.

Ma cos'è la VERITA'? chiederà Pilato nel seguito del processo, facendosi portavoce dell'attuale relativismo che ha rinunciato ad ogni principio ed idea guida.

La VERITA' di essere RE di un altro mondo (e in altro modo), la verità di un Regno che è stato inaugurato da Gesù, morto e risorto dal Padre che lo ha riconosciuto come re dell'universo. La verità di Dio che è amore e la verità di una vita totalmente spesa per amare, priva di falsità, di compromessi, di doppie intenzioni. Una verità che non è dunque un concetto astratto, ma una esperienza concreta di vita che siamo chiamati a portare avanti per vivere ed essere, a nostra volta, testimoni della verità, allo stesso modo di Gesù, Via, Verità e Vita di ogni cristiano.

Nel DIALOGO tra Gesù e Pilato, è Gesù che, con coraggio ed atteggiamento "regale", risponde e fa domande che rivelano la povera umanità di Pilato, la sua incapacità di comprendere, la sua mancanza di fede, ma anche il suo beffardo e insieme inquieto riconoscere in quel delinquente che gli è stato portato davanti, l'UOMO per eccellenza ("ecce homo") e il Re dei Giudei messo in Croce.

Alla fine l'unica decisione di Pilato (a dimostrazione di come spesso le AUTORITA' siano mosse da ben altri potenti ed interessi) sarà quello di apporre quella tavoletta che indica, in tre lingue, perchè sia da tutti compreso, "questi è il Re dei Giudei", Gesù Cristo, l'Amore fatto carne, crocifisso, donato a tutti come alimento, risorto come re che regni per i secoli dei secoli. Amen.

p.Stefano Liberti

Affidiamo le nostre preghiere, la nostra povera fede, la nostra speranza a "Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati col suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre. A lui la gloria e la potenza nei secoli. Amen" (Ap. 1,5-6).

2 commenti:

  1. E' bello condividere questi momenti di preghiera. Grazie amica mia.
    Un abbraccio!!!

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