lunedì 10 gennaio 2011

Mamma a 13 anni

Una delle prime cose che faccio alla mattina, quando sono in vacanza dalla scuola, è quella di indugiare un po’ più del solito, nella lettura dei vari quotidiani nazionali. Stamattina, scorrendo le pagine di Libertà, mi sono imbattuta nell’articolo “Troppo presto per un figlio. Col tempo proverà disagio» che esprimeva un giudizio sulla decisione di una ragazza che all’età di tredici anni ha deciso di portare a termine la gravidanza partorendo in questi giorni suo figlio. A parte l’enfasi con cui è stata data “la notizia”, (neanche fosse stata una catastrofe, un terremoto o una strage famigliare), ciò che mi ha colpito maggiormente è stato invece il breve inserto di cui sopra, dall’aspetto apparentemente dimesso che invece, già dal titolo lasciava intravedere un giudizio sulla vicenda, alquanto “sorprendente”; mi sono così affrettata a leggerlo.
Non mi sbagliavo: dopo averlo letto per tre volte consecutivamente, ancora facevo fatica a crederci.
“Troppo presto per avere un figlio, perché 13 anni è l’età della adolescenza e della giovinezza e non certo quella dell’assunzione di responsabilità. Così Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva, commenta la scelta della ragazzina di 13 anni, di Cassano Murge, in provincia di Bari, che ha partorito una bimba dopo una relazione avuta con un adolescente di 16 anni, evidenziando che il rischio maggiore, in questi casi, è quello di confondere «un’iniziale euforia con un’assunzione di responsabilità che dovrà essere totale». Ma come, mi domando, una buona volta che una ragazzina accetta l’aiuto generoso di tutta la sua famiglia, nonché del suo ragazzo a portare avanti una gravidanza, seppur “indesiderata”, e non confonde il valore della vita umana con una disgrazia, c’è invece “l’esperto” che si premura di elencare le controindicazioni con presenza di effetti collaterali a parer suo, fonti di sicuri problemi futuri? Sembra proprio così: Anna Oliverio Ferraris,* infatti, dall’altezza del suo curriculum vitae, crede di potersi permettere di avere le carte in regola per prevedere il futuro, o quantomeno, di stabilire che la ragazza «è ancora una bambina e non certo una persona adulta, e non sempre sarà in grado di fornire ad un neonato tutte le cure e le attenzioni che quel bambino certamente richiederà, è una ragazza, è appena entrata nella fase adolescenziale, che prevede tutta una serie di passaggi che una giovanissima mamma dovrà dimenticare. All’inizio può anche sembrare facile ma non è così, e con il tempo la perdita della giovinezza si potrebbe far sentire». Stupefacente, direi!
Ma, visto che “ha fatto trenta”, perché la sig. Anna non dice quello che, seppur sottaciuto, si fa sentire come se fosse urlato dai tetti? O forse sono io che ho capito male?
Forse, la sig.ra Anna, se si trovasse ad avere la figlia tredicenne incinta, sarebbe così premurosa da accompagnarla lei stessa dal medico per assumere la pillola abortiva RU486, oppure l’accompagnerebbe nella clinica privata di sua fiducia dove, nelle sale operatorie intanto che si praticano gli aborti, si possono ascoltare musiche rilassanti new age? Probabilmente, però, non prima di aver fatto un bel discorsetto sull’opportunità della scelta e tentando di spiegare alla ragazza che la vita umana ha senso solo quando viene concepita nel momento giusto, al posto giusto, con la persona giusta, con il lavoro giusto e lo stipendio giusto… cioè mai! E’ vero, forse sono un po’ sarcastica, ma forse è per coprire il dolore che vivo per me, ma soprattutto per i miei ragazzi, circa 400 alunni e non solo, che hanno davanti un mondo di adulti che è uno spettacolo indecente.
E’ evidente che la ragazza è giovane, è evidente che il fidanzato lo è anche lui; è evidente che quella non è l’età “ideale” per mettere al mondo un figlio, ma, è altrettanto evidente che “quello”, dal momento in cui è stato concepito, c’è! O no…? Forse è questo l’oggetto del contendere, oppure, siamo già andati oltre e riteniamo di dover essere noi a stabilire quando e perché la vita abbia un valore?
Un mondo di mamme vanno al supermercato e insieme alla carne, le uova, il latte ed il deodorante per il bagno, si preoccupano anche di comprare i profilattici ai figli, così “quello che fanno almeno lo faranno responsabilmente”; oppure mamme che, davanti ad un caffè al bar, dicono alle loro figlie che se le avessero concepite dieci anni prima, le avrebbero più che sicuramente abortite, oppure mamme che informano le figlie su come funziona il meccanismo del concepimento dopodiché “adesso che ti ho detto tutto, vedi di non tornarmi a casa incinta se no ti sbatto fuori!”… Non cito i papà perché purtroppo, la maggior parte delle volte preferiscono tenersi alla larga da discorsi così imbarazzanti oppure sono estromessi, di fatto, dalle matres familiae di turno. Che tristezza, che desolazione, ma anche che rabbia! I ragazzi, nudi alla guerra, di chi si dovrebbero fidare, con chi si dovrebbero alleare, su chi si dovrebbero poter appoggiare, quando, tante volte sono solo giudicati, guardati con sospetto, ricattati e usati come “vetrina” di sé stessi di fronte agli altri? Insegno da 25 anni nelle scuole superiori, conosco e ho conosciuto tanti giovani con problemi di diverso tipo; quando si fidano di te, si lasciano anche aiutare e consigliare, si lasciano sostenere, ma i genitori, a volte… non sia mai che essi debbano chiedere aiuto o consiglio o dichiarare la loro difficoltà educativa, se non quando “la nave brucia”. Molti genitori non sono disposti ad ammettere di aver bisogno di aiuto e perciò non lo chiedono. Io non sono una illustre psicologa come la dott.ssa Oliverio Ferraris, non sono esperta di adolescenza, di problemi della crescita, dei nuovi media, di disadattamento, di bullismo, di devianza minorile, di pedofilia, di adozione.
Sono solo una che con i ragazzi ci vive.
Di una cosa invece sono contenta: sono contenta che nonostante la giovane età, la ragazza di cui sopra, abbia trovato il sostegno generoso di tante persone che l’aiuteranno, l’accompagneranno, accoglieranno lei e il suo bambino e se bisognerà fare dei sacrifici, ne varrà la pena, perché ogni essere umano “vale” qualsiasi sacrificio. La vita è sacra e mi piacerebbe pensare che il suo valore sia ritenuto inestimabile “a priori” anche dai non credenti, perché è la stoffa dell’umano in quanto tale ad essere esigenza di bene, di bello, di buono, di giustizia, di verità e di amore!
Perciò auguri alla neo mamma e grazie per questa bella e coraggiosa testimonianza in questo mondo che sempre di più tenta di sostituire Dio, con l’uomo, aspettandosi poi che l’uomo si comporti come un Dio… illusi!
Lettera al quotidiano Libertà

Considerazioni personali
Anna Oliverio Ferraris, esperta psicologa dell'età evolutiva, afferma che è troppo presto per diventare mamme a 13 anni perché a quell'età non si è in grado di assumersi la responsabilità di crescere un figlio...Come non essere d'accordo!? Ma allora  fare sesso a 13 anni non credete che sia altrettanto presto, non credete che la sessualità per essere esercitata in maniera sana e responsabile abbia bisogno di essere praticata da chi ha raggiunto anche una certa maturità affettiva? "13 anni" è l'età del passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, è l'età in cui si cominciano a vedere le trasformazioni del proprio corpo, è l'età in cui si comincia a sognare, a fare progetti per il futuro, è l'età in cui si ha tanto bisogno di essere guidati da adulti capaci di essere dei punti di riferimentio forti ed esemplari, dei modelli da imitare per crescere sereni e senza  vuoti interiori. Oggi si parla tanto di emergenza educativa...ma di chi, delle giovani generazioni o di quelle adulte? Si parla anche di educazione sessuale nelle scuole ma per fare cosa, dare istruzioni sull'uso degli anticoncezionali? Mi sembra  sia questo che avvenga! Non si parla mai di educare all'affettività, di sessualità legata all'amore, ma ad  un amore maturo, tra persone mature e in grado di accogliere anche una nuova vita .Riflettiamo su questo perchè se i genitori, la scuola  non sono più in grado di svolgere il loro ruolo vuol dire che non si tratta semplicemente di ritrovare dei metodi educativi adeguati , ma che si è persa l'idea stessa di educazione.  Il verbo Educare deriva da quello latino "educere" che non vuol dire mettere dentro, ma tirare fuori.  Aiutiamo  i nostri giovani a diventare se stessi, a scoprire la propria identità e  l’insieme dei doni e dei carismi che ciascuno di loro ha. Ma da dove  ripartire per fare ciò? Recuperando ciò che si è perso: il valore  della persona umana creata ad immagine e somiglianza di Dio.Tutto il resto viene di conseguenza.
Non è certro mia intenzione fare una lezione sull'argomento educazione,  ma voglio portare a riflettere sul problema per non permettere che si continui a dire in modo rassegnato: "Cosa possiamo fare, tanto oggi è così che vanno le cose!".  Adeguarsi ai tempi non significa subire passivamente le scelte dei nostri figli, ma vuol dire capire  un certo modo di pensare, entrarci dentro  e correggerlo dove è necessario. 
In ogni modo anch'io credo che la scelta di questa ragazzina e della sua famiglia sia stata veramente responsabile, non si può rimediare ad un errore con un altro errore gravissimo quale sarebbe stato l'aborto. Anch'io ho  lavorato per tanti anni a contatto con studenti della scuola superiore ed ho visto molte ragazze diventare mamme a 15, 17, 18 anni  purtroppo ma, una di loro mi ha colpita particolarmente per la scelta di tenere nascosta la sua gravidanza ai genitori fino al quinto mese per paura che la facessero abortire... per fortuna!
Detto ciò, anch'io rivolgo i miei migliori auguri alla neo mamma... il Signore ricompensa sempre, un figlio è sempre un dono e motivo di grande gioia!!!

6 commenti:

  1. Post su cui bisogna riflettere molto...sorellina.
    Sono tante le coppie sposate che darebbero tutto per avere un figlio...e tante...lo buttano via!

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  2. E' vero cara amica, dobbiamo riflettere molto, la vita è un dono prezioso, non è qualcosa che si compra al super mercato come molti credono...e va difesa sempre, in ogni circostanza.
    Un saluto

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  3. Cara Marina, oggi abbiamo avuto sintonia nei post: anche io ho parlato dell'educazione sessuale, prendendo spunto dalle parole del Papa. E vista la coincidenza, mi sono permesso di riportare anche il tuo commento perchè davvero appropriato. Spero di aver fatto cosa buona, comunque lo trovi qui: http://osservatoriodellavigna.blogspot.com/2011/01/leducazione-sessuale-degli-adolescenti.html

    Un caro saluto e complimenti per aver centrato il nocciolo della questione. A presto!

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  4. Certo Angel che hai fatto cosa buona, anzi, ottima!!!
    Dobbiamo parlare di queste cose per portare la gente a riflettere. Speriamo di ottenere qualcosa di buono!
    Un caro saluto anche a te e...buon lavoro con il tuo blog.

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  5. Ciao Marina, quello che mi ha più sorpreso in questa notizia è non tanto il fatto che una ragazzina sia diventata mamma a 13 anni, ma la facilità con cui oggi si abbiano rapporti sessuali, soprattutto tra le giovani generazioni. Pensare che ai miei tempi una ragazza di 13 anni giocava con le bambole, ma oggi si sente di tutto.
    Purtroppo cosa ci aspettar in una società dove si pensa a tutto ma non al Signore, oramai i giovani attuali vogliono pensare solo a divertirsi, perchè come se ne vengo loro "la vita è una sola". Che tristezza tutto ciò, ma la colpa è anche attribuile anche ai mezzi di comunicazione, programmi televisi che plagiano soprattutto le menti più giovani, trasmettono falsi modelli.

    PS: Marina volevo anche chiederti, visto che sei una studiosa di Telologia, se posso contattarti sulla tua email anche perchè puoi essermi d'aiuto su quesiti che spesso mi pongo sulla dottrina cattolica. Sono domande che preferisco farti in privato.

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  6. Ok Albert, contattami pure via e-mail, sarò felòice di poterti aiutare.
    Un caro saluto...

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