sabato 26 giugno 2010

XIII domenica del Tempo Ordinario, anno C


Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,51-62) 

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore

Commento di  Mons. Roberto Brunelli

"Prese la ferma decisione"

Tre mini-storie di incontri con Gesù costituiscono il centro del passo evangelico odierno, tre casi di uomini che in vario modo si rapportano con lui, tre atteggiamenti in cui si possono leggere situazioni senza età. Senza età, nel doppio significato che si verificano ad ogni generazione e in ogni stagione della vita.

Primo caso. "Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: ‘Ti seguirò dovunque tu vada'. E Gesù gli rispose: ‘Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo'". Càpita; qualche frase che colpisce, un incontro illuminante, ed ecco accendersi l'entusiasmo, lo slancio del cuore: ti seguirò dovunque, sempre. Ma la risposta di Gesù mette in guardia dalle decisioni repentine; il cuore deve essere sempre accompagnato da occhi bene aperti, dalla riflessione, dalla consapevolezza. Seguire Gesù non è una passeggiata; in particolare egli avverte: se vieni con me, non aspettarti una vita facile e comoda, e men che meno onori o ricchezze. Due domeniche fa', ordinando un gruppo di nuovi preti, il papa ha ricordato loro che preti non si diventa per farsi una posizione nel mondo, per acquisire potere o altri vantaggi terreni; ma altrettanto direbbe a qualunque cristiano pensasse di professare la fede per trarne profitto. Vale sempre, e per tutti, l'antico motto "Servire la Chiesa e non servirsene"; si è cristiani per servire il prossimo, non per approfittare di lui; si è cristiani perché è cosa buona e giusta, non perché conviene.

Il secondo e il terzo caso sono tra loro simili. All'invito di Gesù, uno risponde: "Permettimi prima di andare a seppellire mio padre" e un altro: "Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia". Le risposte ad entrambi, pur tenendo conto che sono formulate nel paradossale e colorito linguaggio orientale, a prima vista sconcertano: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio"; "Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". La durezza di queste parole, tuttavia, si attenua assai se si considera che i due cui sono rivolte non chiedono solo un'ora o un giorno per dare corso agli affetti domestici. Andare a seppellire il padre, in quel momento magari ancor vivo e vegeto, significava prendersi tutto il tempo occorrente ad assisterlo sino a quando avesse chiuso gli occhi; congedarsi da quelli di casa significava prima sistemare gli affari, risolvere questioni in sospeso, provvedere al futuro dei familiari. Insomma, dilazionare la decisione, dando la precedenza a pur rispettabili questioni terrene, mentre le risposte di Gesù non intendono certo annullare i legittimi affetti: vogliono anzitutto affermare il primato di Dio. Niente e nessuno è più importante di lui; "chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me" ha detto un'altra volta.

Egli stesso, del resto, ne ha dato l'esempio. Il brano odierno si apre con un'annotazione che fa riflettere. Il vangelo secondo Luca ordina la vita pubblica di Gesù, raccontando dapprima quanto ha fatto in Galilea, da dove poi ha dato inizio al viaggio che si sarebbe concluso a Gerusalemme, con la sua morte e risurrezione. Egli sapeva bene (l'aveva preannunciato più volte) a che cosa sarebbe andato incontro; avrebbe potuto sottrarvisi; e invece, ecco l'annotazione accennata: "Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme". Prese la ferma decisione: per questo era venuto, questo era il piano di Dio per salvare l'umanità. Prese la ferma decisione: Dio prima di tutto, Dio prima di ogni calcolo di personale convenienza.



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