Pubblico una significativa riflessione tratta dal settimanale "Emmaus" della mia Diocesi che ci può aiutare a vivere nel modo giusto il giorno del Signore e a comprendere meglio il senso della Celebrazione Eucaristica.
Sempre più spesso ci si augura “ buon fine settimana” e non “buona domenica”. Perché Giovanni Paolo II, nel documento “il giorno del Signore”, afferma che quando la domenica perde il significato originario e si riduce a pura conclusione della settimana, può capitare che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto stretto che non gli consente più di vedere il cielo. Ma qual è il significato originario da recuperare? La domenica è il giorno del Signore, il giorno della Risurrezione, la festa delle feste, il momento della speranza e della gioia. Per chi crede in Gesù Risorto, la domenica è la Pasqua settimanale, il giorno in cui la Chiesa si sente convocata e rivive l’esperienza di sentirsi portata dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla libertà e alla vita senza fine. la domenica, per il cristiano, è tempo opportuno per riscoprire il dono del battesimo, che apre a quella vita “bella” di cui tanto si avverte la mancanza. Nella Celebrazione Eucaristica, Gesù risorto si dona nella Parola e nel Pane, permettendoci di vivere la Sua stessa vita, inseriti con Lui nella storia, aperti al bello e al buono, costruttori di rapporti fraterni, in cammino verso la patria celeste. La domenica è anche il giorno dell’uomo, tempo donato per compiere gesti semplici di solidarietà e di condivisione. Perché la domenica ritorni ad essere significativa, occorre un cambiamento di mentalità: il passaggio dalla routine al desiderio di questo giorno, come esigenza vitale. E’ questa l’esperienza testimoniata, all’inizio del IV secolo d.C., dai cristiani di abitene (Tunisia), che vanno incontro alla morte, piuttosto che rinunciare a celebrare il giorno del Signore, perché senza domenica non possono vovere. Oggi c’è bisogno di testimoni di gioia vera, di feste che siano incontri di volti e non evasione e sballo. La comunità cristiana annuncia perché si fa festa e chi è il festeggiato. Se, invece di chiudersi in sogni nostalgici, ascolterà gli uomini del nostro tempo, potrà poi testimoniare loro la speranza che è capace di illuminare la vita. Sant’Agostino dice che chi ha tutto, ma non ha Dio nel cuore, non ha niente. la sfida da accogliere, dunque, consiste nel cominciare e vivere la domenica non come un peso ereditato, ma come una scelta desiderata, creata, rinnovata ogni giorno.
Santa Cioci
Nessun commento:
Posta un commento