"Sine tuo numine nihil est in homine nihil est innoxium". Senza di te nulla c'è nell'uomo che non gli provochi danno.
Le nostre piccole beghe politiche italiane, il terribile attentato norvegese, il recentissimo terremoto giapponese, la perdurante guerra libica, confermano che siamo di una fragilità spaventosa, possediamo di nostro solo l'incapacità di far fronte a qualsiasi evento in modo adeguato.
Da una settimana appena siamo a conoscenza di un dramma che dura da due anni. Ce l'ha svelato il Papa, che - con un APPELLO - ha chiesto a tutti di farsene carico. Dopo di che si è mossa anche l'ONU.
Cinque stati africani (Sud Sudan, Kenya, Etiopia, Gibuti e Somalia) sono nella morsa della siccità e della fame, milioni di persone che vagano in cerca di aiuto e sollievo, bambini scheletriti che agonizzano in braccio alle mamme, volontari che cercano di fare quello che possono.
Acqua, fame, migrazioni, povertà, abbandono.
Sicuri nelle nostre case, certi dello stipendio o protetti dal guscio di plastica e metallo delle nostre auto, sazi di un affetto passeggero o provvisoriamente stabile, ci illudiamo di potere tutto, di lamentarci, contestare, di chiudere la porta in faccia a chi chiede e aspetta.
Ogni cosa domanda: "Perché non io?" "Che senso ha?" "Cosa vuoi da me?". Nelle parole tanto amate da Madre Teresa, Gesù dalla croce dice "Ho sete".
Lo stesso Signore del mondo chiede. Non si tratta di generosità. S. Agostino ammonisce che nel donare restituiamo semplicemente a chi è nel bisogno ciò che è suo, perché ogni cosa che abbiamo è donata a noi tutti dall'unico Padrone di tutto.
Lo stesso Signore del mondo chiede. Non si tratta di generosità. S. Agostino ammonisce che nel donare restituiamo semplicemente a chi è nel bisogno ciò che è suo, perché ogni cosa che abbiamo è donata a noi tutti dall'unico Padrone di tutto.
Per questo aderiamo all'invito di AVSI-AGIRE
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