giovedì 1 luglio 2010

Benedetto XVI continua imperterrito a denunciare i "mali della Chiesa"

IL PEGGIO DEVE VENIRE?

IL PAPA FERMO COME ROCCIA

L’ennesima condanna di Benedetto XVI dei “mali della Chiesa”, pronunciata solo pochi giorni fa, non può lasciarci indifferenti. Non può perché il Papa continua a ripeterla con un’insistenza che disorienta. Ricordiamo tutti le sue parole memorabili sulla “sporcizia nella Chiesa” pronunciate prima di entrare nel Conclave dal quale uscì Papa. Eppure, come tutti i credenti, abbiamo atteso i gesti significativi che potessero tranquillizzarci. In sostanza ci chiediamo: se, come pare di capire, lui sa e conosce, perché non abbiamo visto ancora i responsabili della sporcizia farsi da parte?

Cosa gli impedisce di agire con la necessaria severità?

Non possiamo sottovalutare lo smarrimento che le parole del Pontefice procurano fra i credenti. Perché se lui sa, non interviene con la dovuta fermezza per limitare i danni procurati dall’azione di quanti agiscono contro la Chiesa e quindi contro l’umanità? La sensazione è che il Papa abbia imboccato una strada molto difficile: chi ha sbagliato deve fare un passo indietro, ma deve farlo di propria spontanea volontà, come moto del pentimento. Nella Chiesa, sembra dire, altre sono le strade proprie del cambiamento. Non c’è rivoluzione, ma paziente conversione delle coscienze, anche degli uomini di Chiesa. Se non, addirittura, soprattutto degli uomini e delle donne di Chiesa.

Ma lui stesso ha indicato chiaramente che il perdono non esclude la giustizia. Anzi, come abbiamo già verificato nel caso della pedofilia, la include e la esige. Ora però, ci sono altri mali della Chiesa che possono essere lambiti dalla giustizia. Ed è quest’attesa del peggio che disorienta i credenti e in qualche modo lascia col fiato sospeso anche la comunità non credente. Lo stesso Benedetto XVI sembra attendersi il peggio. Fatte le dovute distinzioni, il clima generale non è molto diverso da quello di Tangentopoli o addirittura dei terribili Anni di piombo. Il peggio sembra dover ancora venire. E a questo sentimento sospeso di attesa, oggettivamente il Papa contribuisce con le sue parole sempre più impegnative.

Noi siamo certi che Benedetto XVI, nella sua solarità e trasparenza, abbia vagliato tutti i rischi. La sua è una Chiesa nuda e povera. A noi, pur sgomenti, non resta che fidarci di questo suo abbandono alla volontà di Dio. Se il peggio deve ancora venire, che venga pure. La Chiesa potrà pure vacillare, ma sino a quando ci sarà un uomo giusto, la comunità dei credenti meriterà di essere salvata.

E di UOMO giusto ce n'è solo UNO: Gesù Cristo che, essendo il CAPO di questa Chiesa malata, continua a nutrirla e a ricolmarla del Suo Spirito perchè Lui l'ha voluta, l'ha amata e la ama come sposo fedele.

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