lunedì 31 maggio 2010

Visitazione Beata Vergine Maria


Il mistero della Visitazione è il secondo dei misteri della gioia che contempliamo nel Santo Rosario. La Gioia di aver accolto Gesù nella Sua vita porta subito Maria a mettersi al servizio di sua cugina Elisabetta che è in attesa di Giovanni il battista.
Non si può accogliere il Signore nel proprio cuore senza sentire l'esigenza di servirlo attraverso i fratelli con cui si viene  quotidianamente a contatto. E' questa la missione del cristiano e lo è più che mai in questa epoca in cui tramettere la fede sta diventando un'impresa alquanto ardua. Affidiamo dunque a Maria tutti i missionari , il Papa, i vescovi , i sacerdoti e tutti noi che, come laici, collaboriamo al progetto di salvezza che Gesù Cristo realizza per mezzo della Chiesa Sua sposa. Il servizio è CARITA' ed è  la più grande manifestazione d'amore che dobbiamo al Signore.


 Maria si mise in viaggio, sollecita, verso la montagna;
alla voce del suo saluto, Elisabetta trasalì di gioia.




Dal Vangelo secondo Luca (1,39.44)
 "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?"

"In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che
debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".
Allora Maria disse:
"L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
 ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre".
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore.

OMELIA
La seconda lettura ci rivela che Maria è regina della comunicazione e dell'accoglienza.
Il mistero della Visitazione, infatti, è il mistero della comunicazione mutua di due donne diverse per età, ambiente, caratteristiche e della rispettosa vicendevole accoglienza.
Due donne, ciascuna delle quali porta un segreto difficile a comunicare, il segreto più intimo e più profondo che una donna possa sperimentare sul piano della vita fisica: l'attesa di un figlio.
Elisabetta fatica a dirlo a causa dell'età, della novità, della stranezza.
Maria fatica perché non può spiegare a nessuno le parole dell'angelo. Se Elisabetta ha vissuto, secondo il Vangelo, nascosta per alcuni mesi nella solitudine, infinitamente più grande è stata la solitudine di Maria. Forse per questo parte "in fretta"; ha bisogno di trovarsi con qualcuno che capisca e da ciò che le ha detto l'angelo ha capito che la cugina è la persona più adatta. Quando si incontrano, Maria è regina nel salutare per
prima, è regina nel saper rendere onore agli altri, perché la sua regalità è di attenzione premurosa e preveniente, quella che dovrebbe avere ogni donna. Elisabetta si sente capita ed esclama: "Benedetta tu tra le donne".
Immaginiamo l'esultanza e lo stupore di Maria che si sente a sua volta compresa, amata, esaltata. Sente che la sua fede nella Parola è stata riconosciuta.
Il mistero della Visitazione ci parla quindi di una compenetrazione di anime, di un'accoglienza reciproca e discretissima, che non si logora con la moltitudine delle parole, che non richiede un eloquio fluviale ma che con semplici accenni di luci, di fiaccole nella notte, permette una comunicazione perfetta".
(Da La donna nel suo popolo, Ed. Ancora, 1984, pp.77ss)


Nessun commento:

Posta un commento