MICHELE,GABRIELE, RAFFAELE
Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente.(Martirologio Romano)
E' da sapere che il termine «angelo» denota l'ufficio, non la natura. Infatti quei santi spiriti della patria celeste sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio. Quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli.
Michele (chi è come Dio?) è l’arcangelo capo degli angeli e principe delle celesti schiere. Egli veglia sul popolo di Dio nei momenti più difficili della storia, specialmente durante le lotte (Dn 1,12) e sconfigge il drago di cui parla l’Apocalisse (12,7). Egli è inviato a combattere contro l’angelo che si ribellò a Dio (serpente, demonio, satana) e a portare un messaggio di pace e di speranza. “Quando deve compiersi qualcosa che richiede grande coraggio e forza, si dice che è mandato Michele, perché si possa comprendere, dall’azione e dal nome, che nessuno può agire come Dio. L’antico avversario che bramò, nella sua superbia, di essere simile a Dio, dicendo: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il mio trono, mi farò uguale all’Altissimo, alla fine del mondo sarà abbandonato a se stesso e condannato all’estremo supplizio. Orbene egli viene presentato in atto di combattere contro l’arcangelo Michele, come è detto da Giovanni:”Vi fu una battaglia con l’arcangelo Michele” (Ap 12,7)
Anche oggi è in atto una ribellione dichiarata o implicita contro Dio, contro Cristo, contro la Chiesa. Michele ci aiuta e protegge perché non abbiamo a soccombere. Egli aiuta tutti i poliziotti nell’espletamento del loro “ministero” a favore della collettività. Le forze del male sono in azione e, nel nostro territorio, i fenomeni inquietanti sono davvero tanti. Preghiamo san Micheloe per tutte le forze dell'ordine.
Gabriele (forza di Dio) è il messaggero della buona novella e viene inviato per annunciare agli uomini gli interventi straordinari dell’Eterno. A Daniele svela il piano di Dio (Dn 8,16; 9,21 s); a Zaccaria annuncia la nascita di Giovanni Battista (Lc 1,11-20); a Maria, il mistero dell’Incarnazione (Lc 1,26-38) nella mirabile icona lucana della casa di Nazareth. In merito all’annunciazione, “era ben giusto che per questa missione fosse inviato un angelo tra i maggiori, per recare il più grande degli annunzi…Gabriele veniva per annunziare colui che si degnò di apparire nell’umiltà per debellare le potenze maligne dell’aria. Dove dunque essere annunziato da “fortezza” colui che venive quale signore degli eserciti e forte guerriero”(S. Gregorio Magno)
“Come sono belli i passi di colui che reca un lieto annunzio”, esclamiamo con parole bibliche. Il nostro pensiero va certamente a Gabriele, ma anche a tutte le persone che disseminano parole e sentimenti di pace e di speranza. Esse ci ricordano anche che ciascuno di noi cristiano è inviato a portare il lieto annuncio della liberazione da ogni forma di schiavitù, specialmente morale. Mi sovviene un canto intitolato “Meraviglioso” dove si parla di un angelo vestito da passante. Quando lungo le strade, nelle nostre piazze vediamo dei poliziotti ci sentiamo più sicuri e protetti. Sappiamo tuttavia che la loro presenza, mentre rassicura noi scatena in alcuni reazioni che rendono sempre più pericoloso il loro ministero. Ma, a parte questo, dovremmo essere tutti, l’un per l’altro, motivo di rassicurazione e di aiuto, differentemente da come la logica dominante e la prassi imperante ci costringe: sparlare, calunniare, trinciare giudizi, spargere parole amare. Se riscoprissimo la forza liberante vivificante e trasfigurante delle parole benevoli!
Raffaele (medicina o aiuto di Dio) guida Tobia come un vero fratello, insegnandoli a non avere paura della forze maligne. Si presente con queste parole: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore”(Tb 12.15). Le nostre anemie d’amore, le nostre ferite spirituali, morali, familiari sociali, come le curiamo? Spesso ricorriamo a dei surrogati, dimenticando che Dio è il nostro aiuto, la nostra sanante medicina. Presumiamo di poter fare a meno di Dio, al quale riserviamo le briciole del nostro tempo, della nostra attenzione e del nostro amore di figli. Raffaele ci ricorda che al centro della nostra esistenza va posto Dio, perché non abbia a girare a vuoto. Tutto in Lui possiamo; senza di Lui non possiamo proprio nulla, come dicevano i santi Padri.
Ricordiamo la notte della Natività quando il coro celeste canta “gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Questo canto ci sollecita a dare gloria a Dio. E S. Ireneo insegna che “homo vivens est gloria Dei, visio Dei est vita hominis”. Cioè dobbiamo noi stessi, con i pensieri, con le azioni essere la gloria di Dio.
La nostra vita deve cantare la grandezza del Signore. E, per raggiungere tale scopo, essa deve uniformarsi alla volontà di Dio, che sogna alla grande per ciascuno di noi, quando ci propone come impegno l’anelito della santità. L’azione degli angeli ci dispone a ricevere la luce e l’amore di Dio; ma anche a ricambiarlo con l’affetto di figli e l’attenzione a tutto quanto fa Dio per esercitare su di noi la forza del suo amore.
Cerchiamo di riscoprire, per noi e per le nuove generazioni, il ruolo degli angeli nella nostra vita. Perché vergognarci di dire ai giovani e ai ragazzi che Dio mette accanto a noi un angelo custode. Perché non insegnare quella bella preghiera: “angelo di Dio, che sei il mio custode…”.
Chiediamo agli angeli di aiutarci nelle prove e nelle lotte della vita; di guidarci come fratelli verso l’Inviato per eccellenza, Cristo Gesù, volto umano di Dio, sfolgorante manifestazione di Dio che “caritas est”, nostro redentore, nostra speranza.
Tratto dal sito Maranatha