tag:blogger.com,1999:blog-23737170035272895862024-03-13T21:24:39.401-07:00testimoni del vangeloMarinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.comBlogger483125tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-83819647398687390382012-01-26T00:59:00.000-08:002012-01-26T01:12:00.146-08:00OROSCOPO CRISTIANO<div class="addthis_toolbox addthis_default_style "><a class="addthis_button_facebook at300b" href="http://www.laparola.it/oroscopocristiano/segni.php#" title="Send to Facebook"><span class="at300bs at15nc at15t_facebook"></span></a> <a class="addthis_button_twitter at300b" href="http://www.laparola.it/oroscopocristiano/segni.php#" title="Tweet This"><span class="at300bs at15nc at15t_twitter"></span></a> <a class="addthis_button_print at300b" href="http://www.laparola.it/oroscopocristiano/segni.php#" title="Print"><span class="at300bs at15nc at15t_print"></span></a> <a class="addthis_button_compact at300m" href="http://www.laparola.it/oroscopocristiano/segni.php#"><span class="at300bs at15nc at15t_compact"></span></a> </div><div class="addthis_toolbox addthis_default_style " style="background-color: #6fa8dc; color: black; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b><span style="font-size: x-large;">Rivisitazione dei segni in chiave cristiana</span></b></div><br />
<div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Per primo vi accolse non<span style="background-color: #6fa8dc;"></span><span style="background-color: #6fa8dc;"></span></span><span style="font-size: large;"><span style="background-color: #6fa8dc;"> l’</span><b style="background-color: #6fa8dc;">Ariete</b><span style="background-color: #6fa8dc;">,</span></span><span style="font-size: large;"> ma l’Agnello che non respinge nessun che creda in Lui. Esso rivestì la vostra nudità col niveo candore del suo vello, con grande bontà versò il suo latte benedetto nelle vostre labbra che si aprivano al vagito. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Similmente Egli, non quale <b style="background-color: #6fa8dc;">Toro</b> dal collo superbo, dalla fronte torva, dalle corna minacciose, ma quale Vitello ottimo, dolce, carezzevole e mite, vi ammonisce a non cercare mai gli auspici in nessuna attività, ma a raccogliere — sottoponendovi senza malizia al suo giogo e fecondando, col sottometterla a voi, la terra della vostra carne — nei celesti granai la ricca messe dei semi divini. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">E mediante i <b style="background-color: #6fa8dc;">Gemelli</b> che seguono, cioè mediante i due Testamenti che vi annunciano la salvezza, vi ammonisce ad evitare innanzitutto l’idolatria, l’impudicizia e l’avarizia, che è l’incurabile<span style="background-color: #6fa8dc;"> </span><b style="background-color: #6fa8dc;">Cancro</b><span style="background-color: #6fa8dc;">. </span></span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Ma il nostro <b style="background-color: #6fa8dc;">Leone</b><span style="background-color: #6fa8dc;">,</span> come insegna la Genesi, è il leoncello di cui celebriamo questi santi sacramenti, che adagiandosi si addormentò per vincere la morte e risorse per conferirsi l’immortalità quale dono della sua beata Risurrezione. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Lo segue nell’ordine la<span style="background-color: #6fa8dc;"> </span><b style="background-color: #6fa8dc;">Vergine</b> preannunciando la <b style="background-color: #6fa8dc;">Bilancia</b><span style="background-color: #6fa8dc;">,</span> per farci conoscere per mezzo del Figlio di Dio, incarnatosi e nato dalla Vergine, che l’equità e la giustizia sono state recate alla terra. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Chi la osserverà costantemente e l’amministrerà fedelmente calpesterà con piede incolume, non dirò lo <b style="background-color: #6fa8dc;">Scorpione</b>, ma, come afferma il Signore nel Vangelo, assolutamente tutti i serpenti. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Ma non dovrà nemmeno temere lo stesso diavolo, che è il ferocissimo <b style="background-color: #6fa8dc;">Sagittario</b>, armato di saette infuocate, in ogni istante causa di terrore per i cuori di tutto il genere umano. </span><br />
<span style="font-size: large;">Perciò così dice l’apostolo Paolo: Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo imbracciando lo scudo della fede, per mezzo del quale potete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. </span><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Egli infatti talvolta lancia contro gli infelici il<span style="background-color: #6fa8dc;"> </span><b style="background-color: #6fa8dc;">Capricorno</b><span style="background-color: #6fa8dc;">,</span> deforme d’aspetto, il quale avventandosi col suo corno, ribollente sulle livide labbra della spuma delle sue vene, con paurosa rovina infuria con pietosi effetti per tutte le membra di chi gli è prigioniero. Alcuni rende pazzi, altri furiosi, altri omicidi, altri adulteri, altri sacrileghi, altri ciechi per l’avarizia. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Sarebbe lungo scendere ai singoli particolari: possiede differenti e innumerevoli arti per nuocere, ma tutte queste, scorrendo con le sue acque salutari, senza grande difficoltà il nostro <b style="background-color: #6fa8dc;">Acquario</b> fu solito rendere vane. </span></div><div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-size: large;">Lo seguono necessariamente in un’unica costellazione i due <b style="background-color: #6fa8dc;">Pesci</b><span style="background-color: #6fa8dc;">,</span> cioè i due popoli dei Giudei e dei Gentili, che ricevono la vita dall’acqua del battesimo, segnati da un unico segno per essere unico popolo di Cristo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; font-size: large;"> (Tratto da un testo di San Zenone) </span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-77738420249735341922012-01-06T05:33:00.000-08:002012-01-06T10:50:44.553-08:00Epifania 2012<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7tgbCbqqaj4wv9VyGFXatIjwopqdsUsYLDtVHHMlQHtPR1S9hNucuql4Y1PKKjC4gvAsTRxPpHWuikGnQu7-z_emefc3c_VXrY043oQothud07vcclraMyUr1LDzwi-aUKFAvAGF6ecoE/s1600/adorazionemagi2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7tgbCbqqaj4wv9VyGFXatIjwopqdsUsYLDtVHHMlQHtPR1S9hNucuql4Y1PKKjC4gvAsTRxPpHWuikGnQu7-z_emefc3c_VXrY043oQothud07vcclraMyUr1LDzwi-aUKFAvAGF6ecoE/s320/adorazionemagi2.jpg" width="320" /></a></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Vangelo</b><br />
<b><i>Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.</i></b><br />
<img src="http://valme.net/wp-content/plugins/wp-o-matic/cache/85ffa_croce.gif" /><b>[Mt 2,1-12] Dal Vangelo secondo Matteo</b><br />
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».<br />
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».<br />
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Commento <br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Guidati da una Stella, dei Magi, dall'Oriente, arrivano a Betlemme e trovano un Bambino avvolto in fasce in una mangiatoia. <span lang="PT-BR">In quel bambino essi riconoscono l’Emmanuel, il Dio con noi e offrono in dono l’<b>oro</b> come segno della <b>Signoria di Gesù</b>, l<b>’incenso</b> per la <b>sua Divinità</b>, la <b>mirra </b>per la sua<b> natura umana</b> che soffrirà.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">La bellezza di questo Vangelo sta proprio nella capacità di questi tre re venuti da lontano di riconoscere in <b>Gesù il Salvatore </b>tanto atteso non solo dai giudei ma anche dai popoli pagani che non riuscivano ad avere risposte vere dalle loro divinità, ma soprattutto non riuscivano ad entrare in relazione con esse. Questo Dio che si mostra con l’umiltà e la tenerezza di un Bambino riesce a conquistare il cuore di questi Magi che, pieni di gioia e di speranza, fanno ritorno al loro paese. Ora in loro risplende una luce: è la luce della fede, è quella luce di cui ci parla l’evangelista Giovanni nel Prologo:” Venne al mondo la Luce vera”(…)” e a quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare Figli di Dio”. I magi hanno saputo capire e leggere i segni dei tempi e hanno saputo mettersi nel cammino giusto. Chiediamoci quale cammino della nostra vita stiamo facendo, quale stella stiamo seguendo! Oggi, purtroppo, di stelle che attirano la nostra attenzione ce ne sono tante e tutte molto attraenti, ma il grande vuoto esistenziale da cui il genere umano è affetto, dimostra che esse sono stelle effimere, capaci di donare gioia solo per pochi istanti…e poi! Ve n’ è solo <b>Una di Stella</b> , che brilla di luce propria, capace di scaldare i tanti cuori di ghiaccio: <b>Gesù.</b> Seguiamolo!!!</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>Epifania </b>significa <b>manifestazione</b> e noi cristiani celebriamo questa solennità proprio perché il Signore si è manifestato così come Egli è, a cuore aperto e con le braccia spalancate per abbracciare tutto il mondo. Lasciamoci catturare da questo abbraccio d’amore, lasciamoci stringere al cuore di un Dio-Bambino che a Natale ci ha chiesto di poter nascere nelle nostre vite ed ora ci chiede di farlo crescere in noi per aiutarci così a realizzare in pieno la nostra umanità. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">I magi, dopo aver visto il bambino e avvertiti in sogno di non tornare da Erode, se ne tornano al loro paese per un’altra strada: è l’incontro con il Signore che porta necessariamente a percorrere una strada diversa, quella giusta che, anche se piena di ostacoli, di prove, porta alla meta pensata per noi da un Dio che si chiama <b>Amore,</b> fin dall'inizio dei tempi.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Buona Epifania! </div></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-3698527326283436632011-12-24T12:59:00.000-08:002011-12-24T12:59:37.230-08:00Natale 2011<div style="text-align: center;"><span style="color: #3366ff;"><em><span style="font-size: small;"><span style="font-size: large;"> <span style="font-size: x-large;">BUON NATALE!!!</span></span></span></em></span></div><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-WFiKY_Lh8o4/TvY8j5xoziI/AAAAAAAACGM/bEqzbeYXhXA/s1600/3197060993.2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="307" src="http://2.bp.blogspot.com/-WFiKY_Lh8o4/TvY8j5xoziI/AAAAAAAACGM/bEqzbeYXhXA/s400/3197060993.2.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni di notte,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>ma nel nostro cuore è sempre notte:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>e dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni in silenzio,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>noi non sappiamo più cosa dirci:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>e dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni in solitudine,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>ma ognuno di noi è sempre più solo:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>e dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni, Figlio della pace,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>noi ignoriamo cosa sia la pace:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>e dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni a liberarci,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>noi siamo sempre più schiavi:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>E dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni a consolarci,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>noi siamo sempre più tristi:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>e dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni a cercarci,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>noi siamo sempre più perduti,:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>e dunque vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni, tu che ci ami:</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>nessuno è in comunione col fratello</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>se prima non è con te, o Signore.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Noi siamo tutti lontani, smarriti,</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.</span></em></span><br />
<span style="color: #3366ff;"><em><span>Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.</span></em></span><br />
<span>(David Maria Turoldo)</span></span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-35035678707873839462011-11-28T12:25:00.000-08:002011-11-28T12:25:15.017-08:00Avvento 2011<h3 class="post-title entry-title"> Preghiera per l'avvento: VIENI SIGNORE GESU' 1. </h3><div class="post-header"> </div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidoTYVhQFjRxnqKAljjya0-DK91W8ao2GDzgRxVGE4-sfaExfX1r8-vu0k-IR0S8mIol8u4FHn8kOoAh3GMQYTgivzXRIeHrYFimS2g98WGlJV5t-vEgXuoGVaFZd-mdBLxoV_VruZvTc/s1600/images.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidoTYVhQFjRxnqKAljjya0-DK91W8ao2GDzgRxVGE4-sfaExfX1r8-vu0k-IR0S8mIol8u4FHn8kOoAh3GMQYTgivzXRIeHrYFimS2g98WGlJV5t-vEgXuoGVaFZd-mdBLxoV_VruZvTc/s1600/images.jpg" /></span></a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">Il Padre ti manda <br />
nel mondo abitato da noi peccatori: </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">vieni, Tu, il Santo ed Immacolato,<br />
che tutto trasformi con la tua Presenza. </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">- Vieni, Atteso dai secoli immersi nel buio,<br />
riecheggianti promesse! </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;"> vieni, Splendore,<br />
che ai poveri rallegri il cuore! </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">- Ti attese Maria, la Tuttasanta,<br />
per godere il prodigio annunciato! </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;"> Ti attese Giovanni, <br />
che gioì vedendoti togliere il peccato del mondo! </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">- Ti attende Adamo<br />
per alzare lo sguardo con te al Padre,<br />
che l'ama senza rimprovero. </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">Ti chiama lo Spirito, <br />
per abbreviare i tempi della bruciante attesa. </span></div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">- Vieni, Gesù, nella tua gloria </span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;"> per introdurci alle tue Nozze<br />
profumate d'Amore.</span></div><div style="text-align: center;"><span style="color: #783f04; font-size: medium;">- Ti chiama la Chiesa Sposa<br />
che ti vuol donare la sua riconoscenza. </span></div><div align="center"><span style="font-family: Arial;"><span style="font-family: Arial;"></span></span><span style="color: #783f04; font-size: medium;"></span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-16011946512993107342011-09-25T02:54:00.000-07:002011-09-25T02:54:19.146-07:00Vangelo domenica 25 settembre 2011<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style>
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<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;"><br />
</span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXr5lX6H-yMtSiCqFLWCOEPlF62rWf-JAeUxnMhw5PaI1sNvnwuU4UuRzVn_6gqtZt1f2Tl76pilHlfdOR_ywwf1O3GHMLY2yqx5g-kU7Qz9DIwCp32xA-UX8V56Eu-6UBeu0E2vHP4jay/s1600/la+vigna+del+signore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXr5lX6H-yMtSiCqFLWCOEPlF62rWf-JAeUxnMhw5PaI1sNvnwuU4UuRzVn_6gqtZt1f2Tl76pilHlfdOR_ywwf1O3GHMLY2yqx5g-kU7Qz9DIwCp32xA-UX8V56Eu-6UBeu0E2vHP4jay/s400/la+vigna+del+signore.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Mt 21,28-32</span></b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. + Dal Vangelo secondo Matteo.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Verdana;">In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». <br />
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».</span></i></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Verdana;">Parola del Signore</span></i></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Omelia </span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana;">(25-09-2011)</span></b><span style="font-family: Verdana;">) <b>padre Ermes Ronchi</b></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b>Gesù ha sempre fiducia in ogni uomo</b></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Un uomo aveva due figli...</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">In quei due figli è rappresentato ognuno di noi, con in sé un cuore diviso, un cuore che dice «sì» e uno che dice «no», che dice e poi si contraddice: infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio (Rm 7,15.19 ).<br />
Il primo figlio che dice «no», è un ribelle; il secondo che dice «sì» e non fa', è un servile. Non si illude Gesù. Conosce bene come siamo fatti: non esiste un terzo figlio ideale, che vive la perfetta coerenza tra il dire e il fare. I due fratelli, pur così diversi, hanno qualcosa in comune: la stessa idea del padre come di un estraneo che impartisce ordini; la stessa idea della vigna come di una cosa che non li riguarda.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Qualcosa però viene a disarmare il rifiuto del figlio che ha detto no: «si pentì». Pentirsi significa «cambiare mentalità, cambiare il modo di vedere», di vedere il padre e la vigna. Il padre non è più un padrone da obbedire o da ingannare, ma il capo famiglia che mi chiama in una vigna che è anche mia, per una vendemmia abbondante, per un vino di festa per tutta la casa. E la fatica diventa piena di speranza.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Chi dei due ha fatto la volontà del padre? Questa volontà del padre, da capire bene, è forse di essere obbedito? No, è ben di più: avere figli che collaborino, come parte viva, alla gioia della casa, alla fecondità della terra.<br />
La morale evangelica non è prima di tutto la morale dell'obbedienza, ma dei frutti buoni: «dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7, 16). Frutti di bontà, libertà, gioia, amicizia, limpido cuore, perdono.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">L'alternativa di fondo è tra un'esistenza sterile e una che invece trasforma una porzione di deserto in vigna, e la propria famiglia in un frammento del sogno di Dio. Anche se nessuno se ne accorge, anche lavando in silenzio i piedi di coloro che ci sono affidati, nel segreto della propria casa. Se agisci così fai vivere te stesso, dice il profeta Ezechiele nella prima lettura, sei tu il primo che ne riceve vantaggio.<br />
Gesù prosegue con una delle sue parole più dure e consolanti: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Dura la frase, perché si rivolge a noi che a parole diciamo «sì», ci diciamo credenti, ma siamo sterili di opere buone. Cristiani di facciata o di sostanza?</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Ma consolante, perché in Dio non c'è ombra di condanna, solo la promessa di una vita rinnovata per tutti. Dio ha fiducia sempre, in ogni uomo; ha fiducia nelle prostitute e ha fiducia in noi, nonostante i nostri errori e i nostri ritardi. Crede in noi, sempre! Allora posso cominciare la mia conversione. Dio non è un dovere: è amore e libertà. E un sogno di grappoli saporosi per il futuro del mondo.</span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-38176369406929773692011-09-02T15:00:00.000-07:002011-09-02T15:01:33.185-07:00La via della bellezza. Una sfida aperta<h2>Dall'editoriale <a href="http://www.samizdatonline.it/node/12258">SamizdatOnline</a></h2><div class="node" id="node-12258"><div class="editoriali-full-node-content"><div class="editoriali-full-node-page-content"><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhw0T3aJyXWnSH_O7y8LdT7_mtnMkJ2hCxgP7nzk0je406NUTQzHkuEyry1wtZAMNZC2trmBXeYgy3d6rj8rf4dtLjroA_cXZHrA2UJOT6EwFTt2zxYo47yRwCse84q9CIpQHOMWf0DaLs/s1600/viaBellezza%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="69" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhw0T3aJyXWnSH_O7y8LdT7_mtnMkJ2hCxgP7nzk0je406NUTQzHkuEyry1wtZAMNZC2trmBXeYgy3d6rj8rf4dtLjroA_cXZHrA2UJOT6EwFTt2zxYo47yRwCse84q9CIpQHOMWf0DaLs/s320/viaBellezza%255B1%255D.jpg" width="320" /></a><br />
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<br />
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<div style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">Accade purtroppo con una certa frequenza che le notizie che ci raggiungono turbino la nostra pace e la nostra coscienza. E sono racconti e giudizi sulle gravi violenze nel mondo (e non cessa di stupirci la rassegnata e connivente documentazione che ce ne viene fornita. Basti pensare al modo con cui ci è stata raccontata la guerra in Libia…). Sono resoconti sulla continua persecuzione dei cristiani (che stenta a diventare problema di coscienza, con una sospetta assuefazione di troppi comunicatori). È il modo con cui si dà spazio ai vari <i>indignados</i></div></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">che sembrano avere il diritto alle prime pagine prima e più che i milioni di giovani di Madrid, o le 800mila presenze di giovani e meno giovani del Meeting di Rimini. Mi accorgo che la lista del male si allunga in maniera considerevole.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Ma abbiamo pur detto (ed è la nostra <i>filosofia</i> di <a class="ext" href="http://www.culturacattolica.it/" target="_blank">CulturaCattolica.it</a><span class="ext"></span>) che vogliamo essere voce (e forte) del bene presente, degli uomini e delle donne che, colla loro vita quotidiana, sanno essere all’origine di quella «civiltà della verità e dell’amore» tanto cara al grande Giovanni Paolo II. E ho davanti agli occhi ben più di uno di questi esempi, che con la loro vita sono il segno di una vittoria dell’umano, spesso resa possibile dalla fede vissuta (come non ricordare quanto il beato Giovanni Paolo II affermava nel campo di concentramento che aveva visto la fine del grande San Massimiliano Maria Kolbe: «“...Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1Gv 5,4). Queste parole della Lettera di San Giovanni mi vengono alla mente e mi penetrano nel cuore, quando mi trovo in questo posto in cui si è compiuta una particolare vittoria per la fede. Per la fede che fa nascere l’amore di Dio e del prossimo, l’unico amore, l’amore supremo che è pronto a “dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13; cf. Gv 10,11). Una vittoria, dunque, per l’amore, che la fede ha vivificato fino agli estremi dell’ultima e definitiva testimonianza. […] La vittoria mediante la fede e l’amore l’ha riportata quell’uomo in questo luogo, che fu costruito per la negazione della fede – della fede in Dio e della fede nell’uomo – e per calpestare radicalmente non soltanto l’amore, ma tutti i segni della dignità umana, dell’umanità. Un luogo, che fu costruito sull’odio e sul disprezzo dell’uomo nel nome di una ideologia folle. Un luogo, che fu costruito sulla crudeltà. […] In questo luogo del terribile eccidio, che recò la morte a quattro milioni di uomini di diverse nazioni, Padre Massimiliano, offrendo volontariamente se stesso alla morte nel bunker della fame per un fratello, riportò una vittoria spirituale simile a quella di Cristo stesso»?).</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">E allora, oggi, leggendo quello che Benedetto XVI ha detto nella Udienza del mercoledì del 31 agosto 2011, e che riporto qui sotto, mi sono detto: <b>«Perché non raccogliere le tante testimonianze di quella «via della bellezza - <i>via pulchritudinis</i>» che ci possono sostenere nel cammino della vita, ridando all’uomo di oggi, in particolare ai giovani, il senso affascinante del compito della vita, della dignità del vivere, che tanto ci caratterizza?»</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Col sito CulturaCattolica.it ci proponiamo di ospitare e di comunicare tutto ciò che ci conforterà in questo cammino. All’opera dunque, raccontateci della bellezza che vi ha mosso nella vita! Sarete nostri graditi ospiti!</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><blockquote>«Oggi vorrei soffermarmi brevemente su uno di questi canali che possono condurci a Dio ed essere anche di aiuto nell’incontro con Lui: è la via delle espressioni artistiche, parte di quella “<i>via pulchritudinis</i>” – “via della bellezza” - di cui ho parlato più volte e che l’uomo d’oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo. Forse vi è capitato qualche volta davanti ad una scultura, ad un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale, di provare un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, un pezzo di marmo o di bronzo, una tela dipinta, un insieme di lettere o un cumulo di suoni, ma qualcosa di più grande, qualcosa che “parla”, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animo. Un’opera d’arte è frutto della capacità creativa dell’essere umano, che si interroga davanti alla realtà visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni. L’arte è capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo di andare oltre ciò che si vede, manifesta la sete e la ricerca dell’infinito. Anzi, è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto». [Benedetto XVI, Udienza del 31 agosto 2011]</blockquote></div></div></div></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-40070298968816517492011-08-27T01:54:00.000-07:002011-08-27T01:55:01.775-07:00Santa Monica, Madre di S. Agostino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhecnt6SbTEood9GER0l_c8cI0BIk72F8IvH6d6YtAVCR2ni2AP57KcKwf2l1CgVm27e7j1GSFvrohqLr6bkoENOW4nDzTdqqLdgnmsiTUCCShjGw8WTqbNVmFDs8EADFqK3GDtaWXBEZh/s1600/santa+monica.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhecnt6SbTEood9GER0l_c8cI0BIk72F8IvH6d6YtAVCR2ni2AP57KcKwf2l1CgVm27e7j1GSFvrohqLr6bkoENOW4nDzTdqqLdgnmsiTUCCShjGw8WTqbNVmFDs8EADFqK3GDtaWXBEZh/s400/santa+monica.jpg" width="272" /></a></div><div><span style="font-family: Arial; font-size: x-small;"> </span><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span style="font-family: Arial; font-size: x-small;"><span style="font-family: Times New Roman;"><b><span lang="IT" style="color: blue; font-size: 14pt;"></span></b></span></span></div><span style="font-family: Arial; font-size: x-small;"><br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">(memoria)</span></span></div><div align="center" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><br />
</div><div style="mso-element-anchor-horizontal: column; mso-element-anchor-vertical: paragraph; mso-element-linespan: 2; mso-element-wrap: around; mso-element: dropcap-dropped; mso-height-rule: exactly;"><table align="left" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0"><tbody>
<tr> <td align="left" style="background-color: transparent; border-bottom-color: #f0f0f0; border-left-color: #f0f0f0; border-right-color: #f0f0f0; border-top-color: #f0f0f0; padding-bottom: 0cm; padding-left: 0cm; padding-right: 0cm; padding-top: 0cm;" valign="top"><div class="MsoNormal" style="line-height: 32.15pt; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-element-anchor-horizontal: column; mso-element-anchor-vertical: paragraph; mso-element-linespan: 2; mso-element-wrap: around; mso-element: dropcap-dropped; mso-height-rule: exactly; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="color: blue; font-size: 41pt;">M</span></span></div></td></tr>
</tbody></table></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="color: blue; font-size: 14pt;">onica</span><span lang="IT" style="font-size: 14pt;"> nacque nel 331 a Tagaste, antica città della Numidia, odierna Souk-Ahras (Algeria), in una famiglia profondamente cristiana e di buone condizioni economiche. Le fu concesso di studiare e ne approfittò per leggere la Bibbia e meditarla. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Sposatasi con Patrizio, un modesto proprietario di Tagaste, non ancora battezzato, il cui carattere non era buono, e che spesso le era infedele, con il suo carattere mite e dolce ne poté vincere le asprezze.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Dette alla luce il figlio primogenito Agostino nel 354. Ebbe un altro figlio, Naviglio, e una figlia di cui si ignora il nome. Dette a tutti e tre un'educazione cristiana.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Nel 371 Patrizio si convertì al cristianesimo e fu battezzato; morirà l'anno seguente. Monica aveva 39 anni e dovette prendere in mano la direzione della casa e l'amministrazione dei beni. Soffrì molto per la condotta dissoluta di Agostino. Quando egli si trasferì a Roma, decise di seguirlo, ma lui, con uno stratagemma, la lasciò a terra a Cartagine, mentre s'imbarcavano per Roma.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Quella notte Monica la passò in lacrime sulla tomba di S. Cipriano; pur essendo stata ingannata, ella non si arrese ed eroicamente continuò la sua opera per la conversione del figlio. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Nel 385 s’imbarcò anche lei e lo raggiunse a Milano, dove nel frattempo Agostino, disgustato dall’agire contraddittorio dei manichei di Roma, si era trasferito per ricoprire la cattedra di retorica. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Qui Monica ebbe la consolazione di vederlo frequentare la scuola di S. Ambrogio, vescovo di Milano e poi il prepararsi al battesimo con tutta la famiglia, compreso il fratello Navigio e l’amico Alipio; dunque le sue preghiere erano state esaudite. Il vescovo di Tagaste le aveva detto: “</span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="IT" style="color: blue; font-size: 14pt;">È impossibile che un figlio di tante lacrime vada perduto</span></i><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">”. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Monica restò al fianco del figlio consigliandolo nei suoi dubbi e infine, nella notte di Pasqua, 25 aprile 387, poté vederlo battezzato insieme a tutti i familiari. Ormai cristiano convinto profondamente, Agostino non poteva rimanere nella situazione coniugale esistente. Secondo la legge romana, egli non poteva sposare la sua ancella convivente, perché di ceto inferiore, e alla fine, con il consiglio di Monica, ormai anziana e desiderosa di una sistemazione del figlio, si decise di rimandare, con il suo consenso, l’ancella in Africa, mentre Agostino avrebbe provveduto per lei e per il figlio Adeodato, rimasto con lui a Milano.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">A questo punto Monica pensava di poter trovare una sposa cristiana adatta al ruolo, ma Agostino, con sua grande e gradita sorpresa, decise di non sposarsi più, ma di ritornare anche lui in Africa per vivere una vita monastica, anzi fondando un monastero.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">La troviamo poi accanto al figlio a Cassiciaco, presso Milano, discutendo con lui ed altri familiari di filosofia e cose spirituali, e partecipando con sapienza ai discorsi, al punto che Agostino volle trascrivere nei suoi scritti le parole della madre. La cosa suonò inusuale, perché all'epoca alle donne non era permesso prendere la parola. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Lì si ammalò, forse di malaria, e morì, in nove giorni, il 27 agosto 387 all'età di 56 anni. Il suo corpo fu tumulato nella chiesa di Sant'Aurea di Ostia. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">Il 9 aprile 1430 le sue reliquie furono traslate a Roma nella chiesa di S. Trifone, oggi di S. Agostino, e poste in un pregiato sarcofago, opera di Isaia da Pisa (XV secolo). </span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="IT" style="font-size: 14pt;">La Chiesa cattolica ne celebra la memoria il 27 agosto (anteriormente si celebrava il 4 maggio), il giorno prima di quella di S. Agostino, che, coincidentemente, morì un 28 agosto.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span lang="IT" style="color: blue; font-size: 14pt;">Significato del nome Monica : "monaca, solitaria, eremita" (greco).</span></i></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span lang="IT" style="color: blue; font-size: 14pt;"><a href="http://www.verginedegliultimitempi.com/">http://www.verginedegliultimitempi.com/</a></span></i></span></div><br />
</span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-83970743575138008302011-08-20T10:54:00.000-07:002011-08-20T10:58:46.888-07:00XXI Domenica tempo ordinario<table bgcolor="#FFFFFF" border="0" cellpadding="4" cellspacing="4" style="width: 780px;"><tbody>
<tr><td align="center" bgcolor="#FFFFFF" colspan="2"><br />
</td> </tr>
<tr> <td bgcolor="#FFFFFF"><img src="http://www.novena.it/immagini/ascolta.jpg" /><br />
<b><span style="color: #004080; font-size: 18pt;">Vangelo secondo Matteo (16,13-20)</span></b><br />
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Verdana;">Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Risposero: “Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. Disse loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù gli disse: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.</span></i><br />
<div></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><b><span style="color: #004080; font-family: Verdana;">Commento</span></b></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><b><span style="color: #004080; font-family: Verdana;"></span></b></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><b><span style="color: #004080; font-family: Verdana;"></span></b></div><div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><span style="color: #004080; font-family: Verdana;">La liturgia domenicale ha presentato già questo brano ma, mentre precedentemente l’accento era posto sulla incapacità di Pietro di comprendere un Messia sconfitto, in questa giornata domenicale si mostra la capacità di Pietro di vedere in Gesù l’inviato da Dio e di professare la sua fede di fronte al mondo. Tutto questo viene da Dio, e la fede del discepolo, la sua accoglienza della chiamata e della vocazione divina, la sua professione di fede colgono esattamente nel segno di ciò che Gesù vuole per la sua chiesa. Tutti questi, infatti, possono essere visti come i fondamenti della missione petrina, l’incarico rivoltogli di fondare e proteggere la Chiesa del Signore. E’ altrettanto chiaro che questo incarico, rivolto a Pietro in modo particolare ed unico, non si esaurisce nell' episcopato, ma si rivolge ad ogni cristiano; a tutti ed a ciascuno viene richiesto ciò che Pietro manifesta in questo brano. <br />
.Il mandato di Pietro e la conseguente istituzione della chiesa è ciò che la nostra società contemporanea ha maggiormente contestato; in molti sorge l’esigenza di rivolgersi a Dio senza internmediari, senza collegamenti privilegiati e sanza incaricati specifici. Eppure il testo è chiaro (ripreso anche in Gv 20): agli apostoli ed ai loro successori viene conferito un compito speciale e particolare che può essere visto anche come un insegnamento per ciascuno di noi. A nessuno infatti è consentito rivolgersi a Dio senza l’aiuto dei fratelli, senza l’approvazione e il beneplacito della comunità; nessuno si salva da solo, nemmeno con Dio solo. Il Signore ha voluto che la comnità svolgesse questo ruolo salvifico, più vicno, più prossimo. Ancora una volta dono e responsabilità; ancora una volta Dio ed i fratelli inscindibilmente uniti.Con la Grazia di Dio non dobbiamo salvare noi stessi; dobbiamo salvare il mondo!</span></div></td> </tr>
<tr> <td bgcolor="#FFFFFF" colspan="2" valign="top"><br />
</td> </tr>
<tr> <td align="center" bgcolor="#FFFFFF" colspan="2"><br />
</td> </tr>
<tr> <td bgcolor="#FFFFFF" colspan="2" valign="top"><br />
</td></tr>
</tbody></table>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-85752127227099415182011-07-25T07:35:00.000-07:002011-07-25T07:35:47.899-07:00Appello<div class="breadcrumb"><a href="http://www.blogger.com/"><br />
</a></div><b><span style="font-size: large;">Chiudere gli occhi .. non serve</span></b> <div class="node" id="node-11973"> <div class="editoriali-full-node-content"> <div class="editoriali-full-node-page-content"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4FeuJP_IBhCiX-r1lP9AGm-tP8qGM2vq2MJeD6Wb2_A1w7DJlePEya-p93gbN0PknrjwsxtdUsTPmW8xL8U3s2VYxE3vb925Nv1lmyv6GgOENX9ct-ZzrqFMoO6hqSnWguXieFc8497mB/s1600/AFRICA%252520sms%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4FeuJP_IBhCiX-r1lP9AGm-tP8qGM2vq2MJeD6Wb2_A1w7DJlePEya-p93gbN0PknrjwsxtdUsTPmW8xL8U3s2VYxE3vb925Nv1lmyv6GgOENX9ct-ZzrqFMoO6hqSnWguXieFc8497mB/s640/AFRICA%252520sms%255B1%255D.jpg" width="640" /></a></div><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">"</span><em style="font-family: Verdana,sans-serif;">Sine tuo numine nihil est in homine nihil est innoxium</em><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">". Senza di te nulla c'è nell'uomo che non gli provochi danno.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Le nostre piccole beghe politiche italiane, il terribile attentato norvegese, il recentissimo terremoto giapponese, la perdurante guerra libica, confermano che siamo di una fragilità spaventosa, possediamo di nostro solo l'incapacità di far fronte a qualsiasi evento in modo adeguato.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Da una settimana appena siamo a conoscenza di </span><strong style="font-family: Verdana,sans-serif;">un dramma che dura da due anni. <a class="ext" href="http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2011/documents/hf_ben-xvi_ang_20110717_it.html" target="_blank">Ce l'ha svelato il Papa, che - con un APPELLO - ha chiesto a tutti di farsene carico</a><span class="ext"></span></strong><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">. Dopo di che si è mossa anche l'ONU.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><strong style="font-family: Verdana,sans-serif;">Cinque stati africani (Sud Sudan, Kenya, Etiopia, Gibuti e Somalia) sono nella morsa della siccità e della fame</strong><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">, milioni di persone che vagano in cerca di aiuto e sollievo, bambini scheletriti che agonizzano in braccio alle mamme, volontari che cercano di fare quello che possono.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Acqua, fame, migrazioni, povertà, abbandono.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Sicuri nelle nostre case, certi dello stipendio o protetti dal guscio di plastica e metallo delle nostre auto, sazi di un affetto passeggero o provvisoriamente stabile, ci illudiamo di potere tutto, di lamentarci, contestare, di chiudere la porta in faccia a chi chiede e aspetta.</span><div style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Ogni cosa domanda: "Perché non io?" "Che senso ha?" "Cosa vuoi da me?". Nelle parole tanto amate da Madre Teresa, Gesù dalla croce dice "Ho sete". <br />
Lo stesso Signore del mondo chiede. Non si tratta di generosità. S. Agostino ammonisce che nel donare restituiamo semplicemente a chi è nel bisogno ciò che è suo, perché ogni cosa che abbiamo è donata a noi tutti dall'unico Padrone di tutto.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Per questo aderiamo all'invito di AVSI-AGIRE</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><a class="ext" href="http://ceccus.blogspot.com/" target="_blank"><strong></strong></a> <a href="http://www.samizdatonline.it/node/11973"><strong>SamizdatOnLine</strong></a></div></div></div></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-36895626146852393452011-07-24T00:22:00.000-07:002011-07-24T00:26:39.924-07:00XVII domenica del tempo ordinario - ciclo A<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6lZAsBNnREt2smznAA2hIBiUVbenSMz7-kO_GVFQSFubMEJ1xXYGnIL-1Fu6xVrwmqsFKYaN8_A5gNSrS0qRkS3OnIm4UUUDJz3pwjHUL43hqhJA9_a3UUxhBbx8ymFki-Un3AjTMlz0_/s1600/immagine+di+ges%25C3%25B9+con+la+folla.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6lZAsBNnREt2smznAA2hIBiUVbenSMz7-kO_GVFQSFubMEJ1xXYGnIL-1Fu6xVrwmqsFKYaN8_A5gNSrS0qRkS3OnIm4UUUDJz3pwjHUL43hqhJA9_a3UUxhBbx8ymFki-Un3AjTMlz0_/s320/immagine+di+ges%25C3%25B9+con+la+folla.jpg" width="250" /></a></div>VANGELO (Mt 13,44-52)<br />
<b>Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<b>+ Dal Vangelo secondo Matteo</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<i>In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. </i><br />
<i>Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. </i><br />
<i>Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. </i><br />
<i>Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».</i><br />
<i>Parola del Signore.</i><br />
<br />
<br />
OMELIA<br />
San Tommaso d'Aquino, il grande teologo del Medioevo, utilizza un'immagine: noi uomini siamo come una freccia già in piena corsa. Un altro ha preso la mira e ha tirato. Non spetta più a noi cercare un obiettivo: è già stabilito. E dove va questa freccia di cui il Creatore ha stabilito l'obiettivo? Ecco la risposta: la freccia corre verso il bene, e dunque verso la felicità. Dio, e la felicità di essere presso di lui, corrispondono alla più profonda aspirazione dell'uomo. Qui non vi è nulla di imposto, nessun compito da fare come penso, nessun passaggio a gincana, non dobbiamo stringere i denti. Come il ruscello scorre naturalmente verso il mare, così l'uomo è in cammino verso Dio. Questo insegnamento sugli uomini si trova nella parabola di Gesù che ci presenta il Vangelo. È riassunto in sette righe di una semplicità geniale. Il Regno dei cieli è proprio ciò che si cerca nel profondo del cuore. È come un tesoro di cui si scopre l'esistenza. È come una perla, la perla delle perle che il mercante ha cercato per tutta la sua vita. Se il mercante raggiunge il suo obiettivo, non è grazie alla sua tenacia, ma perché ciò gli è concesso in dono. Tuttavia il regno dei cieli non ci è tirato in testa. Bisogna impegnarsi personalmente, essere pronti anche a sacrificare tutto. Ma non per una cosa estranea. È ciò che abbiamo di più personale, e al tempo stesso un dono. E bisogna saper cogliere questo dono; bisogna essere pronti. Quando si raggiunge l'obiettivo, non bisogna crollare come dopo un eccesso di sforzo, ma esultare di indescrivibile gioia.<br />
Il segreto del cristianesimo può essere espresso in un'immagine di sette righe. Ce ne vogliono un po' di più ai predicatori! Quanto a ciascuno di noi, ci vuole tutta una vita per capirlo.<br />
<br />
<br />
MEDITAZIONE<br />
Bisogna che voi amiate Dio con sapienza, e per ciò bisogna che siate sapienti. Sarete sapienti se sarete poveri e senza desiderio delle cose del mondo, se vi disprezzerete per amore di Cristo e se metterete al suo servizio tutta la vostra intelligenza e tutte le vostre forze. Alcuni sembrano sapienti e non sono che folli, poiché dissipano tutta la loro sapienza nella cupidigia e nelle preoccupazioni del mondo. Se vedeste un uomo che possiede pietre preziose in quantità sufficiente ad acquistare un regno, e che le scambia per una mela come farebbe un bambino, direste, a ragione, che non è un sapiente ma un folle. Ora, noi possiamo, se lo vogliamo, acquistare le pietre preziose della penitenza, della povertà e del lavoro spirituale, e, per mezzo di esse, il regno dei cieli. Se infatti voi amate la povertà, se disprezzate le ricchezze e le delizie del mondo, se vi considerate poveri e miserabili, otterrete attraverso questa povertà una ricchezza infinita. E così, se vi dispiacete per i vostri peccati, se siete tristi di vedere il vostro esilio prolungarsi e se rinunciate a tutte le consolazioni di questa vita, al posto di questa tristezza riceverete le gioie del cielo.<br />
RICHARD ROLLE<br />
<br />
<a href="http://www.laparola.it/ebooks.php">Fonte </a></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-28980583081418305282011-07-09T04:39:00.000-07:002011-07-09T04:41:37.843-07:00Quindicesima Domenica del Tempo Ordinario -Ciclo A<div class="block blok-frame"><div class="box-1"><div class="box-2"><div class="box-3"><div class="testoarticolo"><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia8kPXcL9VZxevW7aRlniU5ve1o46qQwYDTV99fwbrjFx_2koJi2_2l01S1TUIoq95Dya6yVhdanguWldlnIvlBBha-Lbj3ohZqcHv9ijF-RqqRm9F6t6cHH6RIoR3Qx7WKWXNDKyQ1wsV/s1600/il+seminatore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia8kPXcL9VZxevW7aRlniU5ve1o46qQwYDTV99fwbrjFx_2koJi2_2l01S1TUIoq95Dya6yVhdanguWldlnIvlBBha-Lbj3ohZqcHv9ijF-RqqRm9F6t6cHH6RIoR3Qx7WKWXNDKyQ1wsV/s320/il+seminatore.jpg" width="249" /></a></div><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Sacra Scrittura</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">I Lettura: Is 55,10-11;</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Salmo: Sal 64;</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">II Lettura: Rm 8, 18-23;</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Vangelo: Mt 13, 1-23</span><br />
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><b style="font-family: Verdana,sans-serif;">VANGELO </b><i style="font-family: Verdana,sans-serif;">(Mt 13,1-23)</i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span><br />
<i style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il seminatore uscì a seminare.</i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span><b style="font-family: Verdana,sans-serif;">+ </b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Dal Vangelo secondo Matteo</span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. </span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">“Udrete, sì, ma non comprenderete,</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">guarderete, sì, ma non vedrete.</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">sono diventati duri di orecchi</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> e hanno chiuso gli occhi,</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> perché non vedano con gli occhi,</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> non ascoltino con gli orecchi</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> e non comprendano con il cuore</span></i><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> e non si convertano e io li guarisca!”.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».</span></i><br />
<br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Parola del Signore.</span></i></div><div style="text-align: justify;"><br />
<b style="font-family: Verdana,sans-serif;"><br />
</b></div><span style="font-size: large;"><b> Traccia di P. Octavio Ortiz L. C.</b></span><br />
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Nesso tra le letture</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">La liturgia di questa domenica si muove come un pendolo tra due verità importanti. Da una parte, si sottolinea l’efficacia della Parola di Dio. Tutto quello che Dio dice è vero e troverà il suo compimento al momento opportuno. Essa, la Parola di Dio, discende dal cielo come pioggia che bagna e feconda la terra (prima lettura). Dall’altra, appare evidente la necessità che il terreno sia ben preparato ad accogliere il seme e produrre frutto. Benché il seminatore semini a spaglio e con autentica generosità, e nonostante il seme abbia una propria virtualità, è necessario che la terra sia preparata e ben disposta (Vangelo). Il tema è di grande interesse: si tratta della collaborazione tra la grazia di Dio e l’apporto della libertà umana. Una comprensione esatta e profonda della liturgia di oggi, conduce senza dubbio ad una vita cristiana più autentica e più impegnata, fondata sull’efficacia della Parola di Dio, ma al contempo responsabile dei doni ricevuti e della necessità di produrre frutto. Da parte sua, il testo della lettera ai romani ci mostra che la creazione intera è in attesa della piena manifestazione dei figli di Dio. Ci troviamo in una situazione paradossale: l’uomo è stato già salvato e redento dall’opera di Cristo, ma gli resta ancora di intraprendere il suo peregrinare per la terra, verso il possesso pieno di Dio. "Già, ma non ancora". L’immagine di un parto che provoca simultaneamente gioia e dolore, esprime adeguatamente la situazione del cristiano: possiede le primizie dello spirito, ma geme fino ad arrivare alla redenzione del suo corpo (seconda lettura).</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<b>Messaggio dottrinale</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><u>1. La Parola di Dio è efficace</u><br />
La Parola di Dio rivela, ma contemporaneamente opera quello che rivela. Essa è vera ed è efficace. Questa seconda caratteristica è quella che appare più chiaramente nel testo di Isaia che oggi consideriamo. L’immagine, presa della vita del campo, è particolarmente suggestiva e penetrante: la pioggia e la neve cadono dal cielo, ma prima di tornarvi nuovamente, fecondano la terra e producono frutto abbondante. Allo stesso modo la Parola di Dio discende dal cielo, ma non vi ritorna senza portare frutto. Questa affermazione è di grande consolazione per chi ha in somma stima la Parola di Dio e la medita "giorno e notte". Possiamo affermare che tutta la Bibbia è attraversata da questa verità. Su di essa si fonda la speranza del popolo, soprattutto nei momenti di maggior angoscia e avversità, perché la Parola di Dio non può rimanere incompiuta. Il testo di Isaia si inquadra nel periodo della dura prova dell’esilio, di fronte alla quale Israele medita la promessa del Signore: Dio ha promesso la liberazione dall’esilio come un nuovo esodo; non si può dubitare che questo avverrà, perché Dio compie ciò che promette. La sua parola non è vana, ma efficace. Questa Parola possiede, inoltre, una dimensione creativa. Produce una nuova realtà che prima non esisteva, e che fa nuove tutte le cose.<br />
Il salmo 32 spiega questa verità:</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">"Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,<br />
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.<br />
[...] perché egli parla e tutto è fatto,<br />
comanda e tutto esiste".<br />
Sal. 32, 6,9.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Così la Parola di Dio è creatrice. Creatrice della storia, specialmente della storia dela salvezza. In ogni istante ha il potere di creare, di dare la vita, di offrire la salvezza. In realtà questa Parola di Dio è il suo piano salvifico, è l’espressione del suo amore che si è realizzato nella sua alleanza con Abramo (la promessa di una discendenza numerosa – e la promessa della terra), con Mosè (l’Alleanza sinaítica costituisce il popolo e dimostra la vicinanza del Signore). Questa alleanza trova la sua massima espressione in Gesù Cristo, la Verbo di Dio fatto carne. Egli ci manifesta l’amore del Padre e ci manda il suo Spirito per portare a compimento il piano di salvezza nel suo corpo che è la Chiesa.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><u>2. Il seminatore e la speranza</u><br />
L’esperienza umana ci dimostra che, con la semina, nasce la speranza del seminatore. La semina ha la sua origine e la sua radice nella speranza, perché nessuno seminerebbe se non nutrisse la fiducia di raccogliere frutto un giorno; ma allo stesso tempo, la semina alimenta la speranza. Quando il seminatore si mette a lavorare alla preparazione della terra e allo spargimento del seme, il suo spirito si riempie di speranza e di gioia, vedendo realizzata nel futuro la promessa del suo lavoro. In questo modo, il seminatore fissa il suo sguardo non tanto sul lavoro presente, pieno di fatica e di sudore, bensì sul futuro che promette un prezioso raccolto.<br />
La fecondità di cui ci parla la parabola del Signore è simbolica. In realtà, nel suolo della Palestina la fertilità della terra dà, al massimo, il dieci per uno. Quindi, parlare del trenta, sessanta e cento per uno, suppone una fertilità che supera di molto le possibilità della terra stessa, e assume piuttosto un carattere simbolico. Dunque, il seminatore lancia il suo seme a spaglio, e sa che parte del suo seme si perde, cade in terra infertile, resta al margine della strada, o lo mangiano gli uccelli, o cade tra pietre e spine... Tuttavia, non per questo smette di seminare; ben al contrario, quanto maggiore possa essere il rischio che il terreno non produca secondo le aspettative, tanto maggiore sarà l’impegno a seminare con la più ampia generosità. Cattivo seminatore sarebbe colui che conservasse il seme nel sacco per paura che si perda tra i pericoli. Deve affrontare con pienezza di coraggio i rischi del terreno e deve continuare a seminare, perché solamente con una semina generosa potrà aspettarsi un raccolto rigoglioso.<br />
Il dato splendido della parabola è che nonostante che il terreno sia irregolare e non offra eccessive garanzie, il seminatore lancia comunque il suo seme e, alcuni mesi più tardi, il seme incomincia a produrre il suo frutto, dove il trenta, dove il sessanta e dove il cento per uno. Questo conferma che il seminatore aveva ragione a seminare con generosità e gran sacrificio. È stato saggio a non risparmiare sforzo alcuno e a sfruttare con intelligenza il tempo disponibile. Un seminatore che, prevedendo che parte del suo seme rimarrà fuori della strada, rinunciasse a seminare ed a tentare nuove strade, si comporterebbe da insensato. Manifesterebbe scarsa fiducia nella capacità del seme di vincere gli ostacoli e crescere, perfino in quei posti dove la terra non assicura neppure il trenta per uno. In realtà, il seminatore non può smettere di seminare. È qui che si rivela la profondità di vita di quegli uomini, i santi, che non si concedono riposo nella loro opera apostolica. Ci sorprende osservare quante e quanto preziose opere hanno messo in piedi in archi relativamente brevi di tempo. Pensiamo per esempio a san Tommaso d’Aquino e la sua Summa Theologiae, o a san Giovanni Bosco che fondò innumerevoli istituzioni a favore dei giovani, in breve tempo. Il mondo attende sempre la manifestazione dei Figli di Dio.</div></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div class="infoarticolo" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<a href="http://www.blogger.com/modules.php?name=News&new_topic=21" title="Tracce per omelie"></a> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div class="continuaarticolo" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><a href="http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3874"><b>Leggi Tutto...</b></a> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div></div></div></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div class="box-b1" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><div class="box-b2"></div></div></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div class="block blok-frame"></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-53326108140233689232011-06-27T12:31:00.000-07:002011-06-27T12:31:09.177-07:00Solennità del Corpus Domini<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: 18px;"><strong><span>Commento al Vangelo della Solennità del Corpus Domini</span></strong></span><br />
<span style="font-size: 14px;">di Monsignor Giovanni Scognamilio Clá Dias, fondatore degli <a href="http://www.arautos.org.br/especial/16223/Corpus-Christi.html">Evangeli Praecones</a></span><br />
<em>courtesy of <a href="http://www.salvamiregina.it/default.asp">http://www.salvamiregina.it/default.asp</a></em> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <b><i><span style="color: #be051a;"><span style="color: #be051a;"><span style="color: #be051a;">Un insuperabile dono...</span></span></span></i></b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="color: #373f8c; font-size: medium;"><span style="color: #373f8c; font-size: medium;"><span style="color: #373f8c; font-size: medium;">L’amore di Dio per gli uomini, manifestato nell’Incarnazione, ha raggiunto un apice inimmaginabile con l’istituzione dell’Eucaristia. Qual è la nostra risposta ad un così grande dono?</span></span></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <b><span style="color: #be051a; font-size: small;"><span style="color: #be051a; font-size: small;"><span style="color: #be051a; font-size: small;">Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP</span></span></span></b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;"><b><span style="color: #9e2323;"><span style="color: #9e2323;"><span style="color: #9e2323;">Vangelo </span></span></span></b><br />
<span style="color: #373f8c;"><span style="color: #373f8c;">"In quel tempo, Gesù disse alle moltitudini dei giudei: 51 ‘Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo’. </span></span><br />
<span style="color: #373f8c;"><span style="color: #373f8c;">52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: ‘Come può costui darci la sua carne da mangiare?’. 53 Allora Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. </span></span><br />
<span style="color: #373f8c;"><span style="color: #373f8c;">57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno’" (Gv 6, 51-58).</span></span></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;"><b><span style="color: #a81b20;"><span style="color: #a81b20;">I – Dio Si dà interamente</span></span></b></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Esistendo da tutta l’eternità, la Trinità non aveva bisogno della creazione. Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo bastavano del tutto a se stessi, godendo una felicità perfetta e infinita. In questo consiste la gloria intrinseca e insuperabile delle Tre Persone Divine. Tuttavia, creando, Dio ha voluto rendere le creature partecipi della sua felicità, e queste, nell’assomigliare al Creatore, Gli avrebbero reso la gloria estrinseca, realizzando così la più alta finalità del loro essere. La creazione è stata, dunque, un atto di donazione, di dedizione e di generosità supreme (1), arricchito in seguito dall’Incarnazione del Verbo, quando Dio Si è assoggettato ad assumere la povera natura umana allo scopo di redimerci dal peccato dei nostri primi padri.</span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;"><b><i><span style="color: #be051a;"><span style="color: #be051a;"><span style="color: #be051a;">L’Uomo-Dio avrebbe dovuto prolungare la sua presenza sulla Terra</span></span></span></i></b></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Ma l’amore incommensurabile di Dio per noi non si è limitato solo a questo: per aprirci le porte del Cielo, è arrivato al punto da soffrire una dolorosa Passione, morire sulla Croce e risorgere. E lo avrebbe fatto, se fosse stato necessario, per riscattare un uomo soltanto. Ora, dobbiamo chiederci: dopo aver espresso questo amore incredibile per noi, Egli avrebbe semplicemente dovuto salire al Cielo e abbandonare la comunione con gli uomini la cui redenzione Gli era costata così cara? Sarebbe possibile immaginare, dopo una tale unione con noi, che si verificasse questa irrimediabile separazione? </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">La meravigliosa soluzione a questo problema, che ci lascia perplessi, solo Dio poteva trovarla. Commenta bene, a tal proposito, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira:<br />
"Non voglio dire che la Redenzione e il sacrificio della Croce imponessero a Dio, a rigor di logica, l’istituzione della Sacra Eucaristia. Ma si può dire che tutto invocava, tutto urlava, tutto supplicava perché Nostro Signore non Si separasse così dagli uomini. Una persona con un po’ di immaginazione dovrebbe intravvedere che Nostro Signore avrebbe trovato un mezzo per essere sempre presente, con ciascuno degli uomini da Lui redenti, in modo tale che, dopo l’Ascensione, Egli fosse sempre in Cielo, sul trono di gloria che Gli è dovuto, ma allo stesso tempo, seguisse passo passo la via dolorosa di ogni uomo qui sulla Terra, fino al momento estremo in cui ognuno dicesse, a sua volta<i> ‘Consummatum est’ </i>(Gv 19, 30)" (2).</span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Conclude con questa pia confidenza: "Credo che se io avessi assistito alla Crocifissione e avessi saputo dell’Ascensione, anche se non avessi saputo dell’Eucaristia, avrei cominciato a cercare Gesù Cristo in tutta la Terra, perché non sarei riuscito a convincermi che Lui avesse smesso di convivere con gli uomini. Questa comunione veramente meravigliosa di Gesù Cristo con gli uomini si fa, esattamente, per mezzo dell’Eucaristia" (3)</span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Il fatto che Dio abbia operato la Creazione per darSi a Se stesso già ci riempie di meraviglia. Molto di più, tuttavia, è il fatto che Lui abbia assunto la natura umana per propiziarci, con la sua morte, l’infinito dono della vita soprannaturale e aprirci le porte del Cielo. Tuttavia, portare l’amore al punto di darSi agli uomini in alimento, supera qualunque capacità di immaginazione! Si può dire a ragione che l’apice di questa donazione, si trova nel Sacramento dell’Eucaristia. </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;"><b><i><span style="color: #be051a;"><span style="color: #be051a;"><span style="color: #be051a;">Apparente semplicità della Santa Cena</span></span></span></i></b></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Come avvenne l’istituzione del più eccellente e sublime dei Sacramenti, il fine a cui si ordinano tutti gli altri apparentemente, in un modo molto semplice. Per gli Apostoli, si trattava di una delle solite cene, celebrate ogni anno dai giudei secondo il plurisecolare rito indicato dettagliatamente da Dio a Mosè e Aronne, come qualcosa da esser perpetuato di generazione in generazione (cfr. Es 12, 1-14). Essa ricordava ai giudei la Pasqua del Signore, la morte dei primogeniti dell’Egitto e la traversata del Mar Rosso. I discepoli erano, pertanto, dell’idea che si trattasse di una semplice commemorazione religiosa, quando di fatto si sarebbe realizzato nel Cenacolo quanto era stato prefigurato nell’Antica Legge: il sacrificio di animali avrebbe ceduto il posto all’olocausto dell’Agnello Divino che tra breve sarebbe stato immolato sull’altare della Croce, per la nostra salvezza. Le vittime materiali simbolizzavano il corpo di Cristo che sarebbe stato nel contempo sacerdote e vittima nel Nuovo Sacrificio, eterno e di valore infinito. </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Secondo quanto riferiscono gli Evangelisti, dopo che Gesù ebbe istituito l’Eucaristia e dato la Comunione agli Apostoli, essi cantarono i salmi e uscirono alla volta del Monte degli Ulivi (cfr. Mc 14, 26; Mt 26, 30). Costituivano questi salmi il canto di rendimento di grazie intitolato <i>Hallel</i> – "Lodate Javé" –, proprio della liturgia ebraica per la celebrazione della Pasqua (5) e particolarmente simbolico in quella circostanza: mentre gli uni rendevano grazie per essersi comunicati, il Messia rendeva lode al Padre per l’istituzione dell’Eucaristia, che rappresentava la concretizzazione dell’anelito manifestato all’inizio della Sacra Cena: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione" (Lc 22, 15). </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <span style="font-size: 14px;">Se avessero saputo con anticipo la grandezza di quello che sarebbe stato istituito quel giorno – non solo l’Eucaristia, ma anche il Sacerdozio –, c’è da supporre che gli Apostoli avrebbero preparato una cerimonia all’altezza, ma in quel momento, chi aveva nozione di quanto stava succedendo? </span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: 14px;"><a href="http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3856">Leggi tutto </a></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-37917587751128519762011-06-20T01:10:00.000-07:002011-06-20T01:10:06.102-07:00FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjppzAFrHP736NabsANO5wR_H8stie6O17SQqyYKtszGoO8IfIHPusY21qMOoPK9a2plOaLW-3HunfRSPbP1eHG55DcJzubIw5WzHAuHWmmhCj6hiM0UAe-a_VYhnRSd3g6mDw_DNr-n64v/s1600/papa+pio+IX.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" i$="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjppzAFrHP736NabsANO5wR_H8stie6O17SQqyYKtszGoO8IfIHPusY21qMOoPK9a2plOaLW-3HunfRSPbP1eHG55DcJzubIw5WzHAuHWmmhCj6hiM0UAe-a_VYhnRSd3g6mDw_DNr-n64v/s1600/papa+pio+IX.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><strong><span style="font-size: large;">Domenica 19 giugno 2011</span></strong> </div><div style="text-align: justify;"></div><br />
<strong>Ragioni della festa e della sua tarda istituzione.</strong> <br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Abbiamo visto gli Apostoli nel giorno della Pentecoste ricevere lo Spirito Santo e, fedeli all'ordine del Maestro (Mt 28,19) partire subito per andare ad ammaestrare tutte le genti, e battezzare gli uomini nel nome della Santissima Trinità. Era dunque giusto che la solennità che ha per scopo di onorare il Dio unico in tre persone seguisse immediatamente quella della Pentecoste alla quale è unita da un misterioso legame. Tuttavia, solo dopo lunghi secoli essa è venuta a prender posto nell'Anno liturgico, che si va completando nel corso del tempo.</div><div style="text-align: justify;">Tutti gli omaggi che la Liturgia rende a Dio hanno per oggetto la divina Trinità. I tempi sono per essa così come l'eternità; essa è l'ultimo termine di tutta la nostra religione. Ogni giorno ed ogni ora le appartengono. Le feste istituite per commemorare i misteri della nostra salvezza finiscono sempre ad essa. Quelle della Santissima Vergine e dei Santi sono altrettanti mezzi che ci guidano alla glorificazione del Signore unico nell'essenza e triplice nelle persone; quanto all'Ufficio divino della Domenica in particolare, esso offre ogni settimana l'espressione formulata in modo particolare, dell'adorazione e dell'omaggio verso questo mistero, fondamento di tutti gli altri e sorgente di ogni grazia.</div><div style="text-align: justify;">Si comprende così perché la Chiesa abbia tardato tanto ad istituire una festa speciale in onore della Santissima Trinità. Mancava del tutto la ragione ordinaria che motiva l'istituzione delle feste. Una festa è la fissazione di un fatto che è avvenuto nel tempo e di cui è giusto perpetuare il ricordo e la risonanza: ora, da tutta l'eternità, prima di qualsiasi creazione, Dio vive e regna, Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Questa istituzione non poteva dunque consistere se non nel fissare sul Calendario un giorno particolare in cui i cristiani si sarebbero uniti in un modo per così dire più diretto nella solenne glorificazione del mistero dell'Unità e della Trinità in una stessa natura divina.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>Storia della festa.</strong></div><div style="text-align: justify;">Il pensiero si presentò dapprima ad alcune di quelle anime pie e raccolte che ricevono dall'alto il presentimento delle cose che lo Spirito Santo compirà più tardi nella Chiesa. Fin dal secolo VIII, il dotto monaco Alcuino, ripieno dello spirito della Liturgia, credette giunto il momento di redigere una Messa votiva in onore del mistero della Santissima Trinità. Sembra pure che vi sia stato spinto da un desiderio dell'apostolo della Germania, san Bonifacio. La Messa costituiva semplicemente un aiuto alla pietà privata, e nulla lasciava prevedere che ne sarebbe derivata un giorno l'istituzione di una festa. Tuttavia la devozione a questa Messa si estese a poco a poco, e la vediamo accettata in Germania dal Concilio di Seligenstadt, nel 1022.</div><div style="text-align: justify;">Ma a quell'epoca in una chiesa del Belgio era già in uso una festa propriamente detta della Santissima Trinità. Stefano, vescovo di Liegi, aveva istituito solennemente la festa della Santissima Trinità nella sua Chiesa nel 920, e fatto comporre un Ufficio completo in onore del mistero. A quei tempi non esisteva ancora la disposizione del diritto comune che riserva alla Santa Sede l'istituzione delle nuove feste, e Richiero, successore di Stefano nella sede di Liegi, tenne in piedi l'opera del suo predecessore.</div><div style="text-align: justify;">Essa si estese a poco a poco, e pare che l'Ordine monastico le sia stato subito favorevole; vediamo infatti fin dai primi anni del secolo XI, Bernone, abate di Reichenau, occuparsi della sua propagazione. A Cluny, la festa si stabilì abbastanza presto nel corso dello stesso secolo, come si può vedere dall'Ordinario di quel monastero redatto nel 1091, in cui essa si trova menzionata come istituita già da un certo tempo.</div><div style="text-align: justify;">Sotto il pontificato di Alessandro II (1061-1073), la Chiesa Romana, che ha spesso sanzionato, adottandoli, gli usi delle chiese particolari, dovette esprimere un giudizio su questa nuova festa. Il Pontefice, in una delle sue decretali, pur costatando che la festa è già diffusa in molti luoghi, dichiara che la Chiesa Romana non l'ha accettata per il fatto che ogni giorno l'adorabile Trinità è senza posa invocata con la ripetizione delle parole: Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto, e in tante altre formule di lode.</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia la festa continuava a diffondersi, come attesta il Micrologio; e nella prima parte del secolo XII, l'abate Ruperto affermava già la convenienza di quella istituzione, esprimendosi al riguardo come faremmo oggi noi: "Subito dopo aver celebrato la solennità della venuta dello Spirito Santo, cantiamo la gloria della Santissima Trinità nell'Ufficio della Domenica che segue, e questa disposizione è molto appropriata poiché subito dopo la discesa di quel divino Spirito cominciarono la predicazione e la fede e, nel battesimo, la fede, la confessione del nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Dei divini Uffici, l. xii, c. i).</div><div style="text-align: justify;">In Inghilterra l'istituzione della festa della Santissima Trinità ebbe come autore principale il martire san Tommaso di Cantorbery. Fu nel 1162 che egli la istituì nella sua Chiesa, in ricordo della sua consacrazione episcopale che aveva avuto luogo la prima Domenica dopo la Pentecoste. Per la Francia troviamo nel 1260 un concilio di Arles presieduto dall'arcivescovo Florentin, che nel suo sesto canone inaugura solennemente la festa aggiungendovi il privilegio d'una Ottava. Fin dal 1230 l'ordine dei Cistercensi, diffuso nell'intera Europa, l'aveva istituita per tutte le sue case; e Durando di Mende, nel suo Razionale, lascia concludere che il maggior numero delle Chiese latine, durante il secolo XIII usava già la celebrazione di questa festa. Fra tali Chiese ve ne erano alcune che la ponevano non alla prima bensì all'ultima Domenica dopo la Pentecoste e altre che la celebravano due volte: una prima all'inizio della serie delle Domeniche che seguono la solennità di Pentecoste, e una seconda volta alla Domenica che precede immediatamente l'Avvento. Questo uso era mantenuto in modo particolare dalle Chiese di Narbona, di Le-Mans e di Auxerre.</div><div style="text-align: justify;">Si poteva sin d'allora prevedere che la Santa Sede avrebbe finito per sanzionare una istituzione che la cristianità desiderava di vedere stabilita dappertutto. Giovanni XXII, che occupò la cattedra di san Pietro fino al 1334, completò l'opera con un decreto nel quale la Chiesa Romana accettava la festa della Santissima Trinità e la estendeva a tutte le Chiese.</div><div style="text-align: justify;">Se si cerca ora il motivo che ha portato la Chiesa, guidata in tutto dallo Spirito Santo, ad assegnare così un giorno speciale nell'anno per rendere un solenne omaggio alla divina Trinità, quando tutte le nostre adorazioni, tutti i nostri ringraziamenti, tutti i nostri voti salgono in ogni tempo verso di essa, lo si troverà nella modificazione che si andava introducendo allora nel calendario liturgico. Fin verso il 1000, le feste dei santi universalmente onorati erano molto rare. Da quell'epoca appaiono in maggior numero, ed era da prevedere che si sarebbero moltiplicate sempre di più. Sarebbe giunto il tempo - e sarebbe durato per secoli - in cui l'Ufficio della Domenica che è consacrata in modo speciale alla Santissima Trinità, avrebbe ceduto spesso il posto a quello dei Santi riportati dal corso dell'anno. Si rendeva dunque necessario, per legittimare in qualche modo questo culto dei servi nel giorno consacrato alla suprema Maestà, che almeno una volta nell'anno la Domenica offrisse l'espressione piena e diretta di quella religione profonda che l'intero culto della santa Chiesa professa verso il sommo Signore, che si è degnato di rivelarsi agli uomini nella sua unità ineffabile e nella sua eterna Trinità.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.totustuus.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3849">Leggi tutto</a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-15717940105340309752011-06-13T13:06:00.000-07:002011-06-13T13:26:10.957-07:00In cammino verso loreto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwKtNj6435OBVwZqnD71zVg3P8DfhaTgYq6v2P4EGkgYhB9DEzAnn0FtF5yC0_l-ZqxF68kmx-LBPUkcBkDFpImAg891nXfx9bnVqGw1kvX1V2ZZ1hohfNtWMIvcDLVFxFOV2xUSkXtDao/s1600/loreto.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwKtNj6435OBVwZqnD71zVg3P8DfhaTgYq6v2P4EGkgYhB9DEzAnn0FtF5yC0_l-ZqxF68kmx-LBPUkcBkDFpImAg891nXfx9bnVqGw1kvX1V2ZZ1hohfNtWMIvcDLVFxFOV2xUSkXtDao/s1600/loreto.JPG" /></a></div> <b><span style="font-size: large;">Cari amici, vi propongo l'omelia di S.E.R. Mons. Jean Bruges che ha presieduto la Santa Messa prima dell'inizio del 33^ pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto.</span></b><br />
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<b><span style="font-size: large;">Nel giorno della Pentecoste</span></b><br />
<b><span style="font-size: large;"><br />
</span></b><br />
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"> <b>Il filosofo e il mendicante</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Si constàta con soddisfazione che i pellegrinaggi non hanno mai attirato tanta gente come ai nostri giorni. Io stesso, che sono nato a circa venticinque chilometri da Lourdes, posso testimoniare che le folle di pellegrini non sono state mai così numerose. E’ davvero una cosa stupefacente: più le nostre società si secolarizzano, e si comportano, per riprendere le parole del nostro Papa, «come se Dio non esistesse», e più le manifestazioni di devozione semplice e fervente, in una parola popolare, attirano un numero crescente di persone appartenenti a tutte le categorie sociali. I giovani non sono gli ultimi a unirsi a queste manifestazioni, al contrario. Giovanni Paolo II, beatificato appena un mese fa, ha avuto questa idea geniale di proporre ai giovani una forma rinnovata di pellegrinaggio con le Giornate mondiali della gioventù. Approfitto per invitare i giovani presenti questa sera a raggiungerci presto a Madrid per Giornate che promettono di essere particolarmente riuscite: pensate che si attendono più di due milioni di giovani provenienti da tutto il mondo!</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Anche qui, a Loreto, è veramente spettacolare! Ho molto predicato nella mia vita di domenicano, poi di vescovo, ma mai mi sono trovato davanti a una tale affluenza: ottantamila persone, mi dicevano gli organizzatori! Posso confidarvi che un’assemblea del genere mi impressiona un po’? Sono intimidito, tanto più che è la prima volta nella mia vita che vengo in questo luogo, mentre la maggior parte di voi, in particolare i membri di Comunione e liberazione, sono diventati dei fedeli abituali. Perciò ho pensato di parlare di Loreto attraverso due Francesi, due personaggi stupefacenti e che sono diventati per me, malgrado la distanza storica, come dei familiari.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Il primo è un filosofo; voi avete sicuramente sentito parlare di lui: è il grande Cartesio. Colui che ha fondato la filosofia moderna, e quindi in un certo senso la modernità stessa; colui che si vede presentato spesso come uno spirito razionalista, critico contro ogni forma di tradizione, è rimasto, nonostante tutto ciò che si dice, un cristiano convinto per tutta la durata della sua esistenza. Nella notte dal 10 all’11 novembre 1619, infatti, Cartesio ha avuto una specie di rivelazione mistica: tre angeli gli sono apparsi in sogno e gli hanno fatto vedere che era destinato a unificare tutte le conoscenze umane grazie ad una “scienza ammirabile” di cui sarebbe l’inventore. Dopo questa notte, il filosofo fece il voto di venire in pellegrinaggio a Loreto, da una parte per rendere grazie di questa specie di missione che credeva gli fosse stata affidata, e dall’altra per raggiungere, attraverso un contatto fisico con la casa della Vergine, la Madre del Logos, Colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, come ripeteremo tra poco cantando il Credo: egli fece il viaggio appositamente nel 1623.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Si può dunque essere moderno e compiere dei pellegrinaggi. Ci possiamo affidare alla ragione, alla semplice ragione umana, e ricercare Dio, seguire le sue tracce fino a volere toccare le pietre che sono appartenute alla casa nella quale la Santa Vergine è vissuta.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Il secondo personaggio che vorrei evocare è molto diverso. Questo Francese non era mai riuscito a stabilizzarsi in un luogo; diventato vagabondo, viveva di mendicità, andando di villaggio in villaggio, di paese in paese: in Francia, certamente, ma anche in Svizzera, in Germania, in Spagna, in Italia, fino ad arrivare a Roma. Nutriva una predilezione per Loreto dove si recò l’11 febbraio 1777. Si racconta che il prete al quale si era presentato per confessarsi rimase spaventato dalla vista di questo miserabile, coperto di parassiti: gli chiese di rimanere fuori della chiesa, ma quando lo ascoltò, si mise lui stesso in ginocchio davanti al mendicante perché aveva scoperto in lui un uomo che viveva costantemente alla presenza di Dio. Quando meditava l’incoronazione di spine, gli capitava di rimanere in estasi, in Dio, nella sua Trinità. Dopo aver percorso circa 30.000 (trenta mila) chilometri, S. Benedetto Labre ha finito la sua vita a Roma. Egli dormiva nelle rovine del Colosseo. Il mercoledì santo del 1783, si trascinò fino alla chiesa di Santa Maria ai Monti e crollò sulle scale del sagrato. Dei ragazzi diffusero immediatamente la notizia nella Città eterna: “Il Santo è morto!”. Infatti, i miracoli si moltiplicarono a partire dal giorno del suo funerale, la domenica di Pasqua. In un mondo che si sottometteva già alla ragione utilitaristica, Benedetto Labre ha voluto diventare il testimone della gratuità e dell’abbandono alla Providenza, alla carità dei suoi fratelli!</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Il filosofo e il mendicante, due uomini così diversi e tuttavia riuniti in una stessa ricerca. Il primo non ricercava a Loreto il Dio astratto delle Idee pure, ma voleva toccare quelle pietre che testimoniavano, anche nel loro silenzio, della venuta di Dio fino nella carne umana. Il mendicante, lui, aveva abbandonato l’immagine di Dio alla quale si riferivano volentieri i grandi e i potenti di questo mondo: venendo a Loreto, anche lui intendeva toccare da vicino Colui che si era lasciato toccare dalla miseria umana. Tutti e due, il filosofo e il mendicante, avevano afferrato bene il messaggio singolare consegnato da questo luogo: colui che viene nella vecchia casa dove si è svolto il primo atto dell’Incarnazione, voglio parlare dell’annuncio fatto dall’Arcangelo Gabriele alla giovane Maria, deve persuadérsi che è lui stesso chiamato a diventare a sua volta una pietra viva di una casa nuova, quella che il Signore costruisce per coloro che mettono in lui la loro speranza, la Chiesa. Da una casa all’altra, da un mistero all’altro, dalla generazione del Verbo alla vita eterna offerta a tutti, dall’Incarnazione alla missione, da Nazareth ieri alla Chiesa di oggi e di domani. Ecco in poche parole il senso di Loreto e della nostra presenza al pellegrinaggio di questa notte.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">“Casa mia”, espressione magica! Se ci pensiamo bene, ciascuno di noi non si ricerca forse uno “spazio suo”, un luogo modellato secondo i suoi gusti e i suoi mezzi, dove mettersi al riparo e riprendere le forze? Penso a quel colpo di genio delle religiose che, dovendo accompagnare gli anziani fino al loro ultimo soffio di vita, hanno chiamato l’istituto “Casa mia”. Esse hanno capìto che se la vecchiaia ci obbliga a spogliarci di tutto, la rinuncia più sensibile, o più drammatica, rimane quella di dovere abbandonare ciascuno lo “spazio suo”. Maria e il bambino che portava dentro avrebbero potuto dare a Loreto questo bel titolo: “Casa mia”. Questa sera, cari amici, venendo a pregare davanti alla casa del passato, siamo invitati, in questa vigilia di Pentecoste, a riaffermare la bellezza di quello che il Signore continua a chiamare “Casa mia”, voglio dire la Chiesa.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">La missione che ci aspetta non è altro che questa: fare in modo che la Chiesa diventi la casa universale, dove ciascuno si senta a casa sua. Evidentemente, quest’opera si realizzerà solo se vi consacriamo le nostre forze, la nostra dedizione, il nostro cuore e la nostra intelligenza. Tuttavia, questa festa di Pentecoste ci ricorda che senza lo Spirito Santo, non possiamo fare nulla. È Lui il vero architetto della casa da edificare, il vero progettista della nostra Chiesa, come ce lo spiegava San Paolo nella sua Lettera ai Romani ascoltata nella seconda lettura: «Colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio».</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Questa sera abbiamo l’opportunità di celebrare giustamente la Messa dello Spirito Santo. Questa acqua viva di cui abbiamo bisogno per dissetare la sete di cui parlava Gesù nel Vangelo proclamato, è Lui. Questa forza di cui abbiamo bisogno per continuare il nostro cammino senza scoraggiarci sulla strada dove il Signore ci chiama, è ancora Lui. Questa saggezza che ci è tanto necessaria quando dobbiamo prendere delle decisioni che orientano la nostra vita, è sempre Lui. Questo architetto, infine, che costruisce la nostra casa comune, la Chiesa, dove ciascuno di noi deve potere trovare conforto e incoraggiamento, è Lui. Che nostra Signora di Loreto faccia dono a ciascuno di noi della disponibilità del cuore che è stata la sua, quando l’angelo le apparve in queste stesse pietre per confidarle il bel progetto di amore che Dio nutriva per gli uomini! Amen.</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-9606222516690578932011-06-05T04:10:00.000-07:002011-06-05T04:11:35.442-07:00Ascensione di Gesù al cielo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSRvTMgTlIh6i8pwsYu9jLqzLh9LlG5N82koFyP6ykB1LPkP7OQf4v05XSXcjffdPRJqGQfkl2gMNIeVixNnx-mlp9nStIdNpEwt-wWa60MqCpEDtl7MBH5cWAdhDIwZpu_YrqeSRt529J/s1600/ascensione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSRvTMgTlIh6i8pwsYu9jLqzLh9LlG5N82koFyP6ykB1LPkP7OQf4v05XSXcjffdPRJqGQfkl2gMNIeVixNnx-mlp9nStIdNpEwt-wWa60MqCpEDtl7MBH5cWAdhDIwZpu_YrqeSRt529J/s1600/ascensione.jpg" /></a><span style="font-family: Verdana;"> </span><br />
<span style="font-family: Verdana;"><a href="http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3&Versione_CEI74=1&Versione_TILC=2&VersettoOn=1&Citazione=Mt%2028,16-20">Mt 28,16-20</a></span><br />
<span style="font-family: Verdana;"><br />
<b>A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. </b></span><br />
<br />
<b><span style="font-family: Verdana;">+ </span></b><span style="font-family: Verdana;">Dal Vangelo secondo Matteo<br />
</span><br />
<div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> <i>In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. </i></span><br />
<span style="font-family: Verdana;"><i> </i></span><br />
<span style="font-family: Verdana;"><i> Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».</i></span></div><span style="font-family: Verdana;"></span></div><span style="font-family: Verdana;"><i> </i><br />
Parola del Signore<b> </b> </span><br />
<br />
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Verdana; font-size: 14pt;">Commento a cura di padre Ermes Ronchi</span></b><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
<b><span style="font-family: Verdana;">Cristo, pienezza e futuro di ogni cosa</span></b></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» È inutile inseguire quel volto, impossibile toccare quel corpo. È finito il tempo degli incontri e dei nomi, quando egli diceva: «Pietro!», «Maria!», «Tommaso!» e sulle sue labbra i nomi parevano bruciare; finito il tempo del pane e del pesce condivisi attorno allo stesso fuoco sulla riva del lago.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">L'ascensione è la festa della sua presenza altrimenti: della sua presenza in tutte le cose, in tutti gli uomini, in tutti i giorni. Gesù non è andato lontano: è andato avanti e nel profondo. E chiama a pienezza gli uomini, il tempo e le cose. Dice Paolo: «Cristo è il perfetto compimento di tutte le cose». Cristo è la pienezza e il futuro di ogni cosa che esiste. Il mio cristianesimo è la certezza forte e inebriante che in tutte le cose Cristo è presente, forza di ascensione dell'intero creato, energia che alimenta la nostra esistenza e la storia umana.<br />
Un aggettivo prorompe da Matteo e da Paolo: «tutto»: Andate in tutto il mondo, a tutte le genti annunciate tutto ciò che vi ho detto, ogni potere è mio, io sarò con voi tutti i giorni, tutto è sotto i suoi piedi. «Dal giorno dell'ascensione abbiamo Dio in agguato all'angolo di ogni strada» (F. Mauriac).<br />
C'è un sapore di totalità, un sapore di infinito, una pretesa di assoluto, un superamento dei limiti di luogo, di materia, di tempo. Si apre la dimensione del Cristo cosmico, non assenza ma più ardente presenza, sparpagliato per tutta l'umanità, seminato in tutte le cose, fino a che alla fine dei giorni sarà «tutto in tutti» (Col 3, 11). Non solo in me, in te o perfino nel cuore distratto e in quello che si crede spento, ma Cristo è presente in tutte le cose: nel rigore della pietra, nel canto segreto delle costellazioni, nella forza di coesione degli atomi, per un nuovo cielo, per una nuova terra. Tutti i giorni e tutte le cose sono ora messaggeri di Dio; tutti i giorni e tutte le cose sono angeli e Vangeli. «E il divino traspare dal fondo di ogni essere» ( Theilard de Chardin).<br />
«Voi sarete miei testimoni», testimoni che dicono: noi dipendiamo da una fonte che non viene </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">meno; nella nostra vita è in gioco una forza più grande di noi e che non si esaurisce mai. Il nostro compito è accogliere questo flusso di vita che ci è consegnato. Accogliere e restituire – alle vene del mondo, alle relazioni, al cuore limpido – tutto ciò che alimenta la vita e che ha la sua sorgente oltre noi. </span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><br />
<br />
<form></form><div class="MsoNormal"><br />
</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-11219365424857467372011-05-29T01:38:00.000-07:002011-05-29T01:38:39.733-07:00VI domenica di Pasqua<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style>
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<i style="font-family: Verdana,sans-serif;">Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito.</i></div><i style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </i><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i><b>+ </b>Dal Vangelo secondo Giovanni</i></div><i style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </i><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. </i></div><i style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </i><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.</i></div><i style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </i><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».</i></div><i style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </i><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Parola del Signore</i></div><i style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </i><div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;">Commento</span></b></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 14.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Padre Ermes Ronchi</span></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt;"></span></b></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 14.0pt;">L'amore che ha cambiato la storia</span></b></div><div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 14pt;"> </span></b><span style="font-size: 14.0pt;"></span><span style="font-size: small;"><span>"Se mi amate". Con questo verbo, il più importante del nostro vocabolario, che circondiamo di tanto pudore e di tante attese, Gesù entra nei nostri sentimenti più intimi, li rivendica per sé, ed è la prima volta, e per la storia che vuole cambiare. Non si tratta di un ordine, non di un imperativo, ma piuttosto di una constatazione: chi ama osserverà, diverrà per lui naturale, quasi un automatismo del cuore, osservare il suo comandamento, il nuovo, l'unico: amatevi come io vi ho amato (Gc 13,34). L'amore cambia la vita, non è un vago sentimento misto di fascino e di timore che Gesù propone: se ami non potrai ferire, tradire, derubare, violare, deridere, restare indifferente. Ama e fa quello che vuoi (sant'Agostino). Se ami non potrai che osservare una legge interiore ben più esigente di qualsiasi legge esterna. Ma è facile o difficile amare Cristo? Per sette volte oggi, nei sette versetti del brano, Gesù parla di unione: una passione di unirsi corre dentro la storia di Dio e dell'uomo. Passione di unirsi per cui Dio è diventato, in principio, il respiro stesso di Adamo; per cui per millenni ha cercato un popolo, profeti di fuoco, re e mendicanti, e infine una ragazza di Nazaret per entrare in comunione con l'umanità, comunione assoluta. E qui Giovanni ricorre al verbo più importante della vita spirituale: essere-in. Non solo essere accanto, presso, vicino, ma essere-in. Dentro, immersi, uniti: lo Spirito sarà in voi... io sono nel Padre, voi siete in me e io in voi. Fino a che l'altro diventi tua dimora e tua casa. Tommaso d'Aquino diceva che l'amore è passione di unirsi alla persona amata. In Dio per primo c'è questa passione, lui per primo viene incontro, è lui che cerca casa, a noi compete il lasciarci amare, e questo è finalmente, gioiosamente facile e bello. Amare Cristo è facile come lasciarsi amare. Allora i comandamenti altro non sono che vie per l'unione, passione di fare ciò che Dio fa', di partecipazione alla stessa energia di vita, di respirare il suo respiro non più un ordine esterno, ma un modo per assomigliare a Dio, espansione di una storia di comunione, il traboccare verso l'esterno di una sintonia interna. Questo è il comandamento: passione di unirsi a Dio e quindi di agire con lui e come lui nella storia, essere le sue mani, un frammento del suo cuore. Nessuna etica vive senza una mistica. Non vi lascerò orfani, perché io vivo e voi vivrete. Orfano è parola ed esperienza legata alla morte. Ma chi ama vive, forte come la morte è l'amore, le grandi acque non possono spegnerlo, né i fiumi travolgerlo. Vivrete perché io vivo: la passione di unirsi è diventata passione di far vivere.</span></span> </div><form style="font-family: Verdana,sans-serif;"> </form><span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;"> </span><div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-7947575467235936412011-05-08T02:15:00.000-07:002011-05-08T02:15:27.670-07:00Terza domenica di Pasqua<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="http://img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" /> <style>
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<div style="background: none repeat scroll 0% 0% white; border-color: -moz-use-text-color -moz-use-text-color rgb(204, 204, 204); border-style: none none solid; border-width: medium medium 1pt; color: black; font-family: Verdana,sans-serif; padding: 0cm;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-oUlzLam_YW6ov0V0byaZaqdhqZ5fylLM7aF4ruJeYg8ONHd-ldmCJ6BGGGrzsc3nvwTJc2r90h9MuMX7XqOwaz1ua8Ah5h4UBR3KUJ-K9xuheEUk6ahd6MsAaYZARX79NKLZL5eTGlto/s1600/emmaus.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-oUlzLam_YW6ov0V0byaZaqdhqZ5fylLM7aF4ruJeYg8ONHd-ldmCJ6BGGGrzsc3nvwTJc2r90h9MuMX7XqOwaz1ua8Ah5h4UBR3KUJ-K9xuheEUk6ahd6MsAaYZARX79NKLZL5eTGlto/s1600/emmaus.jpg" /></a><h3 style="background: none repeat scroll 0% 0% white; font-weight: normal; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b><span>VANGELO</span></b></span></h3></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><b><em><span>Lc 24, 13-35</span></em></b><span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><em><span>Dal Vangelo secondo Luca</span></em><span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i><span style="font-size: small;"><span>Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.</span></span></i></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i><span style="font-size: small;"><span>Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».<br />
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.</span></span></i></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i><span style="font-size: small;"><span>Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.</span></span></i></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><span><i>Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».<br />
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.</i> <br />
C: Parola del Signore.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><span>A: Lode a Te o Cristo.</span></span></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Commento a cura di Mons. Antonio Riboldi</b></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Rimani con noi, Signore, perché si fa sera</b></div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Se c'è una cosa che davvero ci fa male "dentro" è la sensazione di essere soli, come abbandonati, senza più speranza nel domani. Sono i momenti in cui la compagnia fatta di vera amicizia, aiuta a vedere quello che non riusciamo a vedere con i nostri occhi oscurati dalla tristezza, ma più ancora dal senso di non farcela da soli.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Davvero Dio ci ha creati non per stare soli, ma per vivere insieme. Tanto è vero che la certezza di avere chi si interessa di noi, che fa proprie le nostre difficoltà, è come riappropriarsi della gioia della vita. Tutto si fa' chiaro, anche se rimangono le lunghe ombre del venerdì santo.<br />
Quanta gente ho incontrato e incontro nella mia vita di pastore che ha bisogno di un sorriso, di una carezza che li aiuti a ritrovare il senso della vita. Quella di farsi "compagnia nella vita" è davvero l'arte della serenità, la dolcezza e la forza della carità.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Il Vangelo di oggi è non solo di una bellezza infinita, come sono tutte le pagine del Vangelo se sappiamo farci prendere dalla divina bellezza che contengono, ma è come, facendolo proprio nella meditazione, un vedere Dio affacciarsi sulla nostra esistenza a dirci: "Sono con te, abbi fiducia!"<br />
La crocifissione di Gesù, il venerdì, aveva davvero creato un grande buio sulla terra, ma sopratutto in quanti avevano riposto in Lui ogni speranza, i suoi discepoli.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">La paura di essere stati lasciati soli: di essere stati come illusi nel dare fiducia a chi non poteva offrire speranza. Quale fiducia poteva suscitare Gesù inchiodato sulla croce, incapace di disegnare un futuro?</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Fu naturale la paura che scese impietosa nel cuore di quanti avevano abbandonato tutto per seguirLo: paura di essere coinvolti dall'odio dei Giudei ed essere puniti per il solo fatto di essere "Suoi".<br />
Era come se Gesù li avesse coinvolti nella Sua morte. E la soluzione, che è anche tante volte la nostra, davanti alle prove della vita, è la fuga. Andarsene lontani, per non essere riconosciuti, dimenticando ciò che non poteva essere dimenticato: ossia dimenticare un amore che oltrepassava gli egoismi della terra e sconfinava nel Cielo. L'amore, che avevano per il Maestro, era talmente inciso nei loro cuori, che non riuscivano a cancellarlo...ma fuggivano con profonda tristezza.<br />
Così due di loro camminavano dirigendosi verso Emmaus, lontani dal pericolo, in preda alla paura, chiedendosi come poteva essere accaduto tutto ciò. Come del resto facciamo noi, quando, investiti dalla tristezza che è sempre nelle nostre croci, che a volte sembrano superare le nostre forze, cerchiamo di fuggire non si sa dove.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Ma qui si affaccia l'incredibile presenza di Chi non fugge mai, Cristo risorto, ossia di uno che per stare vicino per sempre ha dovuto fare dono della vita, morire, per stare sempre con noi. "Gesù in persona - racconta Luca - si accostò a loro e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo". E come l'amico che vuole con tanta delicatezza, condividere la sofferenza, si fa dire la ragione della tristezza. "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?" Si fermarono con il volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?" E Gesù: "Che cosa?" Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo: come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele..."<br />
Fa impressione quel "noi speravamo". Una speranza crocifissa che dice più nulla. Anche se correvano voci su una resurrezione. Gesù non interrompe il racconto di tristezza dei discepoli. E' bello vedere come Dio non interrompe mai i nostri discorsi di tristezza, che a volte Gli rivolgiamo, come se volesse entrare profondamente nelle nostre vicende umane, farle proprie e dare poi la sua risposta.<br />
A differenza di noi che quando incontriamo chi soffre, troppe volte non gli diamo tempo di sfogarsi, stando alla porta della realtà della vita, forse non avendo l'umiltà e la carità o il coraggio di scendere fino in fondo alla tristezza, lasciando così che il buio dell'anima non conosca il sole della carità.<br />
Dopo che i due si erano sfogati Gesù prende la parola: "Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo portasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?"<br />
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro le Scritture e quanto si riferiva a lui.<br />
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, Gesù fece come se dovesse andare lontano (come a provare la fede dei due e l'efficacia della sua presenza). Ma essi insistettero con quelle stupende parole, che ora sono di tanti, quando si affaccia la tristezza, e trovano l'amico che fa compagnia.<br />
Lo pregano, anche nella vita di tutti i giorni: "Resta con noi, Signore, perché si fa sera e il giorno già volge al declino". E Gesù entrò per rimanere con loro. E quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono i loro occhi e lo riconobbero. Ma Lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore mentre conversava con noi lungo il cammino quando ci spiegava le Scritture". E subito tornarono a Gerusalemme, per rendere partecipi gli apostoli della loro gioia (Lc. 24,13-35).<br />
Così Gesù ci ha insegnato come farsi vicino ai fratelli che sono tristi ed hanno perso la speranza. Con la semplicità dell'amicizia, che non fa mai rumore, ma ha il vigore della brezza che sfiora il volto arso dal dolore e conforta.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Non aspetta che Lo cerchino, ma li rincorre sulla strada del loro cammino e del loro "fallimento", e con la Parola e l'amore, "lo spezzare il pane", riporta la luce dove era scesa la notte.<br />
Se facciamo caso l'Eucarestia, come tutti i sacramenti, ma l'Eucarestia in modo particolare, ha un momento, il momento della Parola, in cui Gesù si fa vicino a noi e ci spiega le scritture...forse trovando in noi sordità.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Accompagnando tante comunità nel cammino di fede, mi capita sempre che, dopo avere "spiegato le Scritture", che contengono la Sapienza di Dio per noi, la gente prova quello che hanno provato i due di Emmaus, ossia "Non ci ardeva forse il cuore mentre conversava con noi?"<br />
Quante volte ho visto occhi sciogliersi in lacrime, volti in cui tornava il sorriso, voglia di Cielo ritrovato! Così dovrebbe essere della Parola nella Messa, dove la Parola si fa ad in un certo momento "pane spezzato e dato", che apre davvero il cuore alla gioia. Ma al di là di questo, quanti fratelli e sorelle ci sono che sono soli ed attendono chi faccia loro compagnia. E' lì che la Chiesa dovrebbe essere. E' sulla strada dove camminano i tanti "discepoli di Emmaus", che dovremmo esserci con l'umiltà, l'ascolto, la condivisione e l'offerta della carità. Quanta gente potremmo schiodare dalle loro tristezze, solo se imitassimo Gesù sulla strada di Emmaus.<br />
Una delle ragioni di queste riflessioni, che giungono a voi, è quella proprio di farmi vicino con discrezione a voi, ascoltarvi e donarvi gioia. E tanti questa gioia ritrovata me la raccontano con le e-mail. Una felicità condivisa. Ripeto, c'è troppa tristezza attorno, come reduci di una vita fallita o di una fede senza risposta.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Dono a voi una preghiera, a me donata, che è, credo, ciò che tutti vorremmo avere per donare a chi incontriamo sulla strada di "Emmaus".</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">"Aiutami, Signore risorto a sorridere alla Pasqua che celebriamo.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">A non pensare a ciò che con la Pasqua ho lasciato, per vivere la felicità in ciò che ho trovato con Te.<br />
Aiutami, Signore risorto, a non voltarmi indietro perché ieri non c'è più, se non come briciola di lievito per il pane di oggi.</div><div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Aiutami a sorridere alla vita che avanza sempre così ricca di sorprese e novità.<br />
Aiutami a sorridere alla poesia che canta nel cuore per spingermi agli spazi sconfinati.<br />
Aiutami, o Signore risorto, a sorridere ai tentativi che compio per essere e restare creatura nuova.<br />
Aiutami, Signore, che sento dentro di me, a sorridere ad ogni alba che viene, perché ora so che, se vengo e se sto con te, ogni giorno è Pasqua, ogni giorno è "primo mattino del mondo".<br />
Aiutami Signore risorto, a non avere paura di mettermi sulla strada di chi non ha più voglia di sorridere, per restituire con Te il sorriso che Tu solo sai mettere sulle mie labbra e comunicarlo sulle labbra degli altri, perché ogni giorno sia Pasqua".</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-9446630005582336092011-05-07T06:57:00.000-07:002011-05-07T06:57:41.884-07:00“Tu, Dio, mi desideri”<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="http://img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" /> <style>
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<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: 18pt;"><br />
</span></b></div><div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-size: 14pt;">(Ti parla Gesù con le parole di un monaco)</span></b></div><div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">“Ti prego, amati!</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Accogli te stesso con bontà!</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Te lo chiedo io, Gesù.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Amati, guardati come io ti guardo, con gioia.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Ricevi te stesso come persona, come spirito, il cui valore costa il mio sangue.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Considerati dono, dono da mettere tutto, così com’è, al servizio. Amati!</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">E’ importante! allo specchio ammira i tuoi occhi, a cui ho dato luce, aiutato da chi ti generò.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Gioisci del tuo corpo, abitazione del mio Spirito, dal battesimo, in poi.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Sii contento del tuo nome.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Lo uso per chiamarti, per stringerti a me, per parlare alla tua coscienza.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Prendi coscienza, tira fuori dal tuo tesoro (che ti ho consegnato) tutte le tue bellezze, le tue doti, le capacità, le qualità. le competenze.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Ti ritroverai immerso, sommerso. Esulta!</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Riconosciti grande, per mio merito.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">E poi abbraccia la tua storia, i tuoi singoli momenti.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">E’ la tua storia</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">E’ la nostra storia;</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">-“Mia”, perché io ti conducevo, o ti attraevo;</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">-“Tua”, perché è la tua vita, sono le tue esperienze.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Vedila nella sua realtà, senza manipolazioni, o finzioni.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Sii sincero con te stesso.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Riconosci il dono di tanti avvenimenti positivi dentro la tua vita.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Non aver paura di domandarti misericordia per le tue cose brutte.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Ma pure: accettati, perdonati, amati.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Non punirti! solo: convertiti.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">non essere spietato nel rinfacciarti le colpe.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">anzi, una volta pentito, sappi che io ho ancora bisogno di te;</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">rafforza i tuoi fratelli nella fede.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Sii generoso nel perdono.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Cancella miserie, inadempienze, cadute. le ho già cancellate io, morendo .</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Guarisciti con la speranza. Io so trasformare tutto in grazia: anche di un’acqua sporca, di fogna, io so fare acqua pulita per la mia mensa.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Non scoraggiarti! Non rattristarti!</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Fa scendere sul tuo passato la compassione, la tenerezza di mia Madre.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">sul tuo futuro voglio spalancarti la mia pace, la riconciliazione non solo con te, ma con tutti.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Non avere paura: tu per me, vali più di tanti passeri.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">allora, allarga il tuo cuore, pensando a te stesso. Tu mi sei prezioso più che mille tesori.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">La tua “notte” finirà!</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Coraggio: dietro ogni nube nera, resta sempre intatto tutto lo splendore del sole del mio amore per te.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">te lo assicura uno che ti ama da morirne.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Gesù</span></div><div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">P.S.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Dimenticavo: se vuoi continuare ad ascoltarmi e anche a parlarmi, ti do i tre miei indirizzi più sicuri:</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 37.5pt; text-indent: -19.5pt;"><span style="font-size: 14pt;"><span>1-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-size: 14pt;">La mia Parola (la Bibbia).</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 37.5pt; text-indent: -19.5pt;"><span style="font-size: 14pt;"><span>2-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-size: 14pt;">La mia Chiesa (cerca) un sacerdote.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 37.5pt; text-indent: -19.5pt;"><span style="font-size: 14pt;"><span>3-<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-size: 14pt;">I tuoi fratelli: soprattutto chi soffre, o ha bisogno di te.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Io preferisco abitare tra le povera gente.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">Fidati: io mi lascerò sempre incontrare da chi mi cerca con cuore sincero. E sentirai in te il dono della mia pace, quella che il mondo irride, ma che rapir non può. A presto.</span></div><div class="MsoNormal"><span style="font-size: 14pt;">(Cioè, quando vuoi tu, ma…non aspettare troppo</span><!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style>
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</div><div class="MsoNormal"><br />
</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-26994142834439979992011-04-29T14:21:00.000-07:002011-04-29T14:21:29.199-07:00Seconda domenica di Pasqua<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if !mso]><img src="http://img2.blogblog.com/img/video_object.png" style="background-color: #b2b2b2; " class="BLOGGER-object-element tr_noresize tr_placeholder" id="ieooui" data-original-id="ieooui" /> <style>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ8GY5SzcpOWCHlU6gZta7UFXv_aaZPCdckGE53tKvm2sFZAIo9UH0182xW27HpCAahmchwjEXuT4CGGSLVE0UdSEhGUkMs91JZy3QDcNlg3DGA7YGQyNzqtqJCrrB9ZMAfJRYTeX6MxVD/s1600/gesu_confido_in_te%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ8GY5SzcpOWCHlU6gZta7UFXv_aaZPCdckGE53tKvm2sFZAIo9UH0182xW27HpCAahmchwjEXuT4CGGSLVE0UdSEhGUkMs91JZy3QDcNlg3DGA7YGQyNzqtqJCrrB9ZMAfJRYTeX6MxVD/s400/gesu_confido_in_te%255B1%255D.jpg" width="262" /></a></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;"> Festa della Divina Misericordia</span></b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Vangelo</span></b><span style="font-family: Verdana;"> </span></div><div> </div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"><a href="http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3&Versione_CEI74=1&Versione_TILC=2&VersettoOn=1&Citazione=Gv%2020,19-31">Gv 20,19-31</a><br />
Otto giorni dopo venne Gesù.</span></div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">+ </span></b><span style="font-family: Verdana;">Dal Vangelo secondo Giovanni<br />
<br />
<i>La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. <br />
<br />
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».<br />
<br />
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».<br />
<br />
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».<br />
<br />
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. </i> <br />
Parola del Signore</span></div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;"> </span><b><span style="font-family: Verdana;">Commento</span></b></div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Dopo la morte di Cristo, gli apostoli rimasero soli. Ebbero paura al punto di rinchiudersi per il timore delle persone malevoli. Avevano vissuto tre lunghi anni con il Maestro, ma non l’avevano capito, al punto che Cristo dovette rimproverarli seriamente (Lc 24,25). Non l’avevano capito perché il loro modo di pensare restava troppo terra terra. Vedendo Cristo impotente e senza coscienza sulla sua croce, essi avevano gettato tutt’intorno sguardi impauriti, dimenticando ciò che era stato detto loro: “Vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (Gv 16,22). Ed ancora: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). <br />
I discepoli si rallegrarono al vedere Cristo, furono rassicurati dalle sue parole: “Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo!”. Ma essi dovettero attendere la Pentecoste perché lo Spirito Santo venisse a purificare i loro spiriti e i loro cuori, a dare loro il coraggio di proclamare la gloria di Dio, di portare la buona novella agli stranieri e di infondere coraggio ai loro seguaci. Dio si è riavvicinato agli uomini ed essi si sono rimessi nelle sue mani, per mezzo di Cristo e dello Spirito Santo. <br />
Concedendo agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,22-23). Come Cristo ha fatto con gli apostoli, così il vescovo, imponendo le mani ai sacerdoti che vengono ordinati, trasmette oggi il potere dello Spirito Santo, che permette loro di dispensare i sacramenti e, attraverso di essi, di assolvere i peccati. Ogni sacramento, non solo evoca il ricordo di Cristo, ma è Cristo in persona, che agisce immediatamente per salvare l’uomo. Nel dispensare i sacramenti, la Chiesa si mette in un certo senso ai piedi della croce per portare la salvezza ai credenti. Come potrebbe quindi dimenticare la fonte dalla quale scaturiscono le grazie di salvezza che sgorgano dalle sue mani? <br />
Dio realizzerà il suo più grande desiderio, renderà l’uomo felice se egli lo vorrà, se risponderà “sì” al Padre che gli offre la gioia, a Cristo che gli porta la salvezza, allo Spirito Santo che gli serve da guida. <br />
Dio non impone il suo amore agli uomini. Egli attende che l’uomo stesso faccia un passo in avanti. Dio salva chi si apre a lui per mezzo della fede, della speranza e dell’amore. Dio si avvicina, e anche l’uomo deve avvicinarsi a lui. Allora Dio e l’uomo si incontrano sullo stesso cammino, in Cristo, nella sua Chiesa. <br />
Cristo non è solo uomo, né solo Dio. È Dio e uomo allo stesso tempo; grazie a questa duplice natura, egli è come un ponte teso tra l’umanità e Dio. Questo ponte sarebbe rimasto deserto - né gli uomini né Dio vi avrebbero messo piede - se la causa della discordia e della separazione - il peccato - non fosse stata soppressa. Il sacrificio offerto a Dio da Cristo ha cancellato le colpe passate, presenti e future. “Egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso” (Eb 7,27). Da allora gli uomini possono “per mezzo di lui accostarsi a Dio” fiduciosi del fatto che “egli resta sempre” (Eb 7,25). <br />
Così, per la sua natura prodigiosa e il suo sacrificio completo, Cristo è il solo Intercessore e Sacerdote Supremo. In Cristo, gli uomini ritornano al Padre. In Cristo il Padre rivela agli uomini l’amore che egli porta loro. <br />
È sempre più facile avvicinarsi a Dio prendendo la mano caritatevole che il Padre tende all’uomo per aiutarlo a seguire Cristo, nostro Redentore. Tale è il senso del salmo che evoca l’uomo miserabile il cui grido giunse fino agli orecchi del Signore, e che fu liberato dai suoi mali.</span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana;">Fonte: <a href="http://www.lachiesa.it/">www.lachiesa.it </a></span><span style="font-family: Verdana;"></span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-10055131208787117702011-04-29T00:02:00.000-07:002011-04-29T00:03:33.615-07:00SANTA CATERINA DA SIENA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMTiG_P05qDDKM69qPpyvapXIcJl0nbmp0bw2dc3xmAy6RmYyXa8PKBPuBJxm2cyDxlceEMLuZXG04AqoihSRlNVDgHJ64TZY9lzDmjs4IGl5V797fHocjLrjfN3lOltj1e6v_DEa0BDOC/s1600/santa_caterina_pittore_senese%255B1%255D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640px" j8="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMTiG_P05qDDKM69qPpyvapXIcJl0nbmp0bw2dc3xmAy6RmYyXa8PKBPuBJxm2cyDxlceEMLuZXG04AqoihSRlNVDgHJ64TZY9lzDmjs4IGl5V797fHocjLrjfN3lOltj1e6v_DEa0BDOC/s640/santa_caterina_pittore_senese%255B1%255D.jpg" width="512px" /></a></div><br />
<div style="text-align: center;"><strong><span style="font-size: large;">Il 29 Aprile si ricorda S.Caterina da Siena, patrona d'Italia ma anche d'Europa.</span></strong></div><div style="text-align: center;"><strong><span style="font-size: large;">La onoriamo recitando la Sua Preghiera</span></strong></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana, sans-serif;"><strong>O sposa del Cristo, fiore della patria nostra. Angelo della Chiesa sii benedetta.</strong></span></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><strong>Tu amasti le anime redente dal Divino tuo Sposo: come Lui spargesti lacrime </strong></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><strong>sulla Patria diletta; per la Chiesa e per il Papa consumasti la fiamma di tua vita.</strong></span></span></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando la peste mieteva vittime ed infuriava la discordia, tu passavi Angelo buono </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">di Carità e di pace. </span></span></strong></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Contro il disordine morale, che ovunque regnava, chiamasti </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">virilmente a raccolta la buona volontà di tutti i fedeli. </span></span></strong></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana, sans-serif;"><strong>Morente tu invocasti sopra le anime, sopra l'Italia e l'Europa, sopra la Chiesa il Sangue prezioso dell'Agnello.</strong></span></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">O Caterina Santa, dolce sorella patrona Nostra, vinci l'errore, custodisci la fede, infiamma, raduna le anime </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">intorno al Pastore. </span></span></strong></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La Patria nostra, benedetta da Dio, eletta da Cristo, sia per la tua intercessione ver </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">immagine della Celeste nella carità nella prosperità, nella pace.</span></span></strong></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per te la Chiesa si estenda quanto il Salvatore ha desiderato, per te il Pontefice </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">sia amato e cercato come il Padre il consigliere di tutti.</span></span></strong></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E le anime nostre siano per te illuminate, fedeli al dovere verso L'Italia, l'Europa </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">e verso la Chiesa, tese sempre verso il cielo, ne Regno di Dio dove il Padre, il Verbo </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">il Divino amore irradiano sopra ogni spirito eterna luce, perfetta letizia.</span></span></strong></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana, sans-serif;"><strong>Così sia. </strong></span></div><span style="color: black;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div></span><span style="color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div><br />
<div style="text-align: justify;"><strong><br />
<span style="color: black;"></span></strong></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-63620238139166753522011-04-24T00:07:00.000-07:002011-04-24T00:07:32.766-07:00Pasqua di Resurrezione<!--[if !mso]> <style>
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilIVL-zypOiaBsk8OhS-T_9D1OGsbCqqMcRlMglkaHFHj_Oe1KSUMTvt6FfTQtN8pGweQMJ9WIkYxPBBBmg-2WORDiql09QwxQnzG4CqMX3x3145viQjS22_y5iXAEWm9Oq2bRuypA63wl/s1600/gesu_risorto.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilIVL-zypOiaBsk8OhS-T_9D1OGsbCqqMcRlMglkaHFHj_Oe1KSUMTvt6FfTQtN8pGweQMJ9WIkYxPBBBmg-2WORDiql09QwxQnzG4CqMX3x3145viQjS22_y5iXAEWm9Oq2bRuypA63wl/s640/gesu_risorto.JPG" width="507" /></a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Verdana;">Vangelo</span></b></span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div> </div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Verdana;"></span><span style="font-family: Verdana;"><a href="http://www.lachiesa.it/bibbia.php?ricerca=citazione&Cerca=Cerca&Versione_CEI2008=3&Versione_CEI74=1&Versione_TILC=2&VersettoOn=1&Citazione=Gv%2020,1-9"><span style="color: windowtext;">Gv 20,1-9</span></a> </span></b></span></div><div style="text-align: center;"><b><span style="font-family: Verdana;"><span style="font-size: large;">Egli doveva risuscitare dai morti.</span> </span></b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">+ </span></b><span style="font-family: Verdana;">Dal Vangelo secondo Giovanni<br />
<br />
<i>Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. <br />
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». <br />
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. <br />
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. <br />
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.</i> <br />
Parola del Signore</span></div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"> </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana;">Quel pellegrinaggio verso la vita</span></b><span style="font-family: Verdana;"><b><br />
</b> <br />
I nizia l'immensa migrazione degli uomini verso la vita, pellegrinaggio infinito che il Vangelo abbrevia nei gesti e nelle parole di Maria di Magdala, che esce di casa quando è ancora notte, quando è ancora buio nel cuore.<br />
«Gesù apparve per primo a Maria dalla quale aveva cacciato sette demoni». Quale statura ha intuito in lei? Che non ha niente tra le mani, non porta aromi come le altre donne, non ha il vaso di nardo come l'altra Maria, che ha soltanto una storia triste alle spalle, e un'attesa ardente?<br />
Mi conforta il fatto che così sono anch'io. Non ho nulla fra le mani da offrire al mio Signore, forse solo qualche lacrima, delle storie tristi, peccati senza grandezza e senza dolore. Ma ora sento che la mia povertà non è un ostacolo ma una risorsa per l'incontro; che la mia debolezza non è un impedimento ma una opportunità per incontrare il Signore della vita. Unica condizione: patire la sua assenza. Come la sposa del Cantico che «lungo la notte cerca l'amato del suo cuore», così Maria si ribella all'assenza di Gesù: «amare è dire: tu non morirai!» (Gabriel Marcel). L'amore la prepara a intuire, forse il cuore già ode un rotolìo profondo di pietre smosse.<br />
E vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. La pietra, sigillo della morte definitiva, è smossa, il sepolcro spalancato, vuoto e risplendente nel fresco dell'alba.<br />
E fuori è primavera. Qualcosa si muove in Maria: timore, ansia, un fremito, un'urgenza che cambiano di colpo il ritmo del racconto.<br />
Corse allora... Può correre ora perché sta nascendo il giorno, deve correre perché è il parto di un universo nuovo. Corre perché l'amore ha fretta, non sopporta indugi. Corre da Pietro e dall'altro discepolo, e le sue parole bruciano i tempi, anticipano la fede. Non dice: hanno portato via il corpo di Gesù. Ma:<br />
hanno portato via il Signore!<br />
Senza volerlo già parla di Gesù come del Signore e come di un vivente.<br />
«Correvano insieme tutti e<br />
due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro». Corrono, e non è per fede, forse confusamente germina un bisogno, un'antica speranza, un'illogica ansia rimasta accesa, l'amore dato e ricevuto. Lasciarsi amare è il luogo della rivelazione di Dio! Infatti il discepolo dell'amore passivo,<br />
quello che Gesù amava, corre più in fretta, arriva per primo alla fede, perché, secondo un detto medievale, «i giusti camminano, i sapienti corrono, ma gli innamorati volano».</span></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><b>Buona e santa Pasqua a tutti voi!!! </b></span></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-29236517061763903162011-04-21T21:54:00.000-07:002011-04-21T21:59:26.327-07:00Passione di Gesù Cristo Nostro Signore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhub4lb8phXP7GA7hJ-qnBbfJSV-NXNzdV_f37dkiCDUcDMQM8tYhDEwutlig2tgb5M185lv05wEVRq9z1jwpGLPeidGnKJ1GOwZcsh5_FncG88Qem-IhW4ZDsuZazOias-l4XZP5FKMZPM/s1600/venerdi_santo_p.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhub4lb8phXP7GA7hJ-qnBbfJSV-NXNzdV_f37dkiCDUcDMQM8tYhDEwutlig2tgb5M185lv05wEVRq9z1jwpGLPeidGnKJ1GOwZcsh5_FncG88Qem-IhW4ZDsuZazOias-l4XZP5FKMZPM/s320/venerdi_santo_p.jpg" width="223" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">In questo giorno e nel giorno seguente, la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l'Eucaristia.</span></b><br />
<b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">L'altare è interamente spoglio: senza croce, senza candelieri e senza tovaglie.</span></b><br />
<b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Nelle ore pomeridiane di questo giorno, e precisamente verso le tre - a meno che, per motivi pastorali, non si ritenga opportuno spostare l'orario a più tardi - ha luogo la celebrazione della Passione del Signore.</span></b><br />
<br />
<b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">PREGHIERA DEL MATTINO</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">O Gesù, nell'ultima Cena, che ieri sera abbiamo commemorato, hai pregato perché la tua Chiesa fosse una. Donaci di poter dire con cuore ardente: "Sia fatta la tua volontà". Fa' che possiamo davvero essere un solo Pane, un solo Corpo, grazie alla forza di questo santo Sacramento dell'unità. Attiraci a te, principe della pace e dell'unità. Fa' che nell'ultimo giorno di questo mondo, quando non vi saranno più sacramenti, ci presentiamo a te come una cosa sola con tutta la tua Chiesa celeste, una cosa sola con tutti i tuoi santi in un amore senza fine, una cosa sola con la Trinità, nell'unità perfetta. Amen.</span></div><br />
<b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">PRIMA LETTURA (Is 52,13- 53,12)</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Egli è stato trafitto per le nostre colpe.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Dal libro del profeta Isaia</span><br />
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.<br />
Come molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo -, così si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito.<br />
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?<br />
È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida.<br />
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere.<br />
Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.<br />
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.<br />
Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità.<br />
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.<br />
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.<br />
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.<br />
Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.<br />
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.<br />
Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli.<br />
Parola di Dio.<br />
<br />
<b>SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 30)</b><br />
R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.<br />
In te, Signore, mi sono rifugiato,<br />
mai sarò deluso;<br />
difendimi per la tua giustizia.<br />
Alle tue mani affido il mio spirito;<br />
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.<br />
Sono il rifiuto dei miei nemici<br />
e persino dei miei vicini,<br />
il terrore dei miei conoscenti;<br />
chi mi vede per strada mi sfugge.<br />
Sono come un morto, lontano dal cuore;<br />
sono come un coccio da gettare. R.<br />
Ma io confido in te, Signore;<br />
dico: «Tu sei il mio Dio,<br />
i miei giorni sono nelle tue mani».<br />
Liberami dalla mano dei miei nemici<br />
e dai miei persecutori. R.<br />
Sul tuo servo fa' splendere il tuo volto,<br />
salvami per la tua misericordia.<br />
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,<br />
voi tutti che sperate nel Signore. R.<br />
<br />
<b>SECONDA LETTURA (Eb 4,14-16; 5,7-9)</b><br />
Cristo imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono.<br />
Dalla lettera agli Ebrei</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.<br />
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.<br />
[Cristo, infatti,] nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.<br />
Parola di Dio.<br />
<br />
<b>CANTO AL VANGELO (cf. Fil 2,8-9)</b><br />
Gloria e lode a te, Cristo Signore!<br />
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte<br />
e a una morte di croce.<br />
Per questo Dio lo esaltò<br />
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.<br />
Gloria e lode a te, Cristo Signore!<br />
<br />
<b>VANGELO (Gv 18,1- 19,42)</b><br />
Passione del Signore.<br />
<b>+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni</b><br />
<br />
<b>Catturarono Gesù e lo legarono</b></div><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli.</span></i><br />
<div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Lo condussero prima da Anna</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono! Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il mio regno non è di questo mondo</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">portate contro quest'uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l'usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Salve, re dei Giudei!</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">loro: «Ecco l'uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Via! Via! Crocifiggilo!</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Lo crocifissero e con lui altri due</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: "Il re dei Giudei",</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">ma: "Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei"». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Si sono divisi tra loro le mie vesti</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato -, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.</span></i><br />
<br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ecco tuo figlio! Ecco tua madre! Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.</span></i><br />
<br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)</span></i><br />
<br />
<b><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">E subito ne uscì sangue e acqua</span></i></b><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».</span></i><br />
<br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.</span></i><br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Parola del Signore.</span></i></div><br />
<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">OMELIA</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell'insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell'amore, che glorificano il Padre. Spesso, è la "tentazione" di fronte alla sofferenza che ci impedisce di fare progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere che la sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza "santa". Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">dell'amore infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora fatto entrare nel cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo Spirito Santo, come possa esistere un amore più forte della morte, non un amore che impedisca la morte, ma un amore in grado di santificare la morte, di pervaderla, di fare in modo che esista una morte "santa": la morte di Gesù e tutte le morti che sono unite alla sua.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per farci capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di avere il coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio, non potremo trovare la pace del suo amore.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Nel cuore di Gesù c'è un'unione perfetta fra amore e sofferenza: l'hanno capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù. Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli lo vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle prima, ma, se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro ai quali Gesù chiede di viverle, coloro che continuano la missione di</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Maria: sono più deboli e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.</span><br />
<br />
<b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">PREGHIERA DELLA SERA</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">"Questa sera, Signore, noi vogliamo vegliare con te, contemplare la tua passione, per penetrare nel mistero del tuo amore infinito per noi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Prepara il nostro cuore ad accogliere il mistero della croce, metti in noi lo spirito di grazia, di supplica e di compunzione per i nostri peccati e per i peccati di tutta l'umanità. O Maria, tu che hai vissuto con il tuo Figlio la sua agonia e la sua morte, donaci di piangere con te, un pianto che non cessi mai e che irrori continuamente il terreno dell'anima, rendendo molli le zolle indurite del nostro cuore".</span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Fonte: <a href="http://www.verbumweb.net/it/sml/processmail.php">"La Parola" </a></span></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-38744291005834018722011-04-21T02:31:00.000-07:002011-04-21T02:32:01.283-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcZP4AMACF0XPdIUUyxunDqMV027ILC93ymF_cTie8LbpHdavGn7pEkTUprYLT9yyj27jvvjo-hn4PaHYhIgzWQAtg7ylY1Nf-J-AHUTZ60_IhqDU8RIeAyQ5H5nvyqYvLRfeMmHfboV0L/s1600/giovedi_santo_p.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcZP4AMACF0XPdIUUyxunDqMV027ILC93ymF_cTie8LbpHdavGn7pEkTUprYLT9yyj27jvvjo-hn4PaHYhIgzWQAtg7ylY1Nf-J-AHUTZ60_IhqDU8RIeAyQ5H5nvyqYvLRfeMmHfboV0L/s320/giovedi_santo_p.jpg" width="223" /></a> </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>PREGHIERA DEL MATTINO</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Ti ringraziamo, Signore, per l'esempio di umiltà e d'amore che ci hai dato lavandoci i piedi. Concedici la forza di imitarti nel servire il prossimo, in particolare chi ne ha davvero bisogno, poiché tutti sono nostri fratelli. Concedici, Signore, la possibilità di meditare oggi sul mistero del tuo amore che ci mostri nella santa Eucaristia e nel dono sacro del sacerdozio.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
<b> PRIMA LETTURA (Es 12,1-8.11-14)</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Prescrizioni per la cena pasquale.</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Dal libro dell'Èsodo</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d'Egitto: «Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: "Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d'Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d'Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne"».</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Parola di Dio.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>SALMO RESPONSORIALE </b>(Dal Salmo 115)</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">R. Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Che cosa renderò al Signore,</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">per tutti i benefici che mi ha fatto?</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Alzerò il calice della salvezza</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">e invocherò il nome del Signore. R.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Agli occhi del Signore è preziosa</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">la morte dei suoi fedeli.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">tu hai spezzato le mie catene. R.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">A te offrirò un sacrificio di ringraziamento</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">e invocherò il nome del Signore.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Adempirò i miei voti al Signore</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">davanti a tutto il suo popolo. R.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>SECONDA LETTURA (1Cor 11,23-26)</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Parola di Dio.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>CANTO AL VANGELO</b> (cf. Gv 13,34)</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">R. Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Vi dò un comandamento nuovo, dice il Signore:</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">R. Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>VANGELO (Gv 13,1-15)</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>Li amò sino alla fine.</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>+ Dal Vangelo secondo Giovanni</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.</i></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.</i></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».</i></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».</i></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><i>Parola del Signore.</i></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>OMELIA</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Gesù trascorre le ultime ore della sua vita terrena in compagnia dei suoi discepoli. Il Maestro manifesta un amore straordinario per gli apostoli, impartendo loro insegnamenti e raccomandazioni. Durante l'ultima Cena,</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Gesù ha mostrato - con le sue parole - l'amore infinito che aveva per i suoi discepoli e gli ha dato validità eterna istituendo l'Eucaristia, facendo dono di sé: egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue sotto forma di pane e di vino perché diventassero cibo spirituale per noi e santificassero il nostro corpo e la nostra anima. Egli ha espresso il suo amore nel dolore che provava quando ha annunciato a Giuda Iscariota il suo tradimento ormai prossimo e agli apostoli la loro debolezza. Egli ha fatto percepire il suo amore lavando i piedi agli apostoli e permettendo al suo discepolo prediletto, Giovanni, di appoggiarsi al suo petto. Nella sua vita pubblica, Gesù ha raccomandato più di una volta ai suoi discepoli di non cercare di occupare il primo posto, ma di aspirare piuttosto all'umiltà del cuore. Ha detto e ripetuto che il suo regno, cioè la Chiesa, non deve essere ad immagine dei regni terreni o delle comunità umane in cui ci sono dei primi e degli ultimi, dei governanti e dei governati, dei potenti e degli oppressi. Al contrario, nella sua Chiesa, quelli che sono chiamati a reggere dovranno in realtà essere al servizio degli altri; perché il dovere di ogni credente è di non cercare l'apparenza, ma i valori interiori, di non preoccuparsi del giudizio degli uomini, ma di quello di Dio. Nonostante l'insegnamento così chiaro di Gesù, gli apostoli continuarono a disputarsi i primi posti nel Regno del Messia.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Durante l'ultima Cena, Gesù non si è accontentato di parole, ma ha dato l'esempio mettendosi a lavare loro i piedi. E, dopo aver finito, ha detto: "Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri" (Gv 13,13-14).</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">La Cena si ripete nei secoli. Infatti Gesù ha investito gli apostoli e i loro successori del potere e del dovere di ripetere la Cena eucaristica nella santa Messa. Cristo si sacrifica durante la Messa. Ma, per riprendere le parole di san Paolo, egli resta lo stesso "ieri, oggi e sempre" (Eb 13,8). I credenti che partecipano al Sacrificio eucaristico cambiano, ma il loro comportamento nei confronti di Cristo è più o meno lo stesso di quello</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">degli apostoli nel momento della Cena. Ci sono stati e ci sono tuttora dei santi e dei peccatori, dei fedeli e dei traditori, dei martiri e dei rinnegatori.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Volgiamo lo sguardo a noi stessi. Chi siamo? Qual è il nostro comportamento nei confronti di Cristo? Dio ci scampi dall'avere qualcosa in comune con Giuda, il traditore. Che Dio ci permetta di seguire san Pietro sulla via del pentimento. Il nostro desiderio più profondo deve però essere quello di avere la sorte di san Giovanni, di poter amare Gesù in modo tale che egli ci permetta di appoggiarci al suo petto e di sentire i battiti del suo cuore pieno d'amore; di giungere al punto che il nostro amore si unisca al suo in modo che possiamo dire con san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20).</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><b>MEDITAZIONE</b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Prima di passare ad osservazioni più particolareggiate sul tema della celebrazione del santissimo Sacrificio, desidero riaffermare brevemente che il culto eucaristico costituisce l'anima di tutta la vita cristiana.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Se infatti la vita cristiana si esprime nell'adempimento del più grande comandamento, e cioè nell'amore di Dio e del prossimo, questo amore trova la sua sorgente proprio nel santissimo Sacramento, che comunemente è</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">chiamato: Sacramento dell'amore. L'Eucaristia significa questa carità, e perciò la ricorda, la rende</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">presente e insieme la realizza. Tutte le volte che partecipiamo ad essa in modo cosciente, si apre nella nostra anima una dimensione reale di quell'amore imperscrutabile che racchiude in sé tutto ciò che Dio ha fatto per noi uomini e che fa continuamente, secondo le parole di Cristo: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero" (Gv 5,17). Insieme a questo dono insondabile e gratuito, che è la carità rivelata, sino in fondo, nel</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">sacrificio salvifico del Figlio di Dio, di cui l'Eucaristia è segno indelebile, nasce anche in noi una viva risposta d'amore. Non soltanto conosciamo l'amore, ma noi stessi cominciamo ad amare. Entriamo, per così</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">dire, nella via dell'amore e su questa via compiamo progressi. L'amore, che nasce in noi dall'Eucaristia, grazie ad essa si sviluppa in noi, si approfondisce e si rafforza. Il culto eucaristico è quindi proprio espressione di quest'amore, che è l'autentica e più profonda caratteristica della vocazione cristiana. Questo culto scaturisce dall'amore e serve all'amore, al quale tutti siamo chiamati in Gesù Cristo. Frutto vivo di questo culto è la perfezione dell'immagine di Dio che portiamo in noi, immagine che corrisponde a quella che Cristo ci ha rivelato. Diventando così adoratori del Padre "in spirito e verità" (Gv 4,23), noi maturiamo in una sempre</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">più piena unione con Cristo, siamo sempre più uniti a Lui e - se è lecito usare questa espressione - siamo sempre più solidali con Lui.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">La dottrina dell'Eucaristia, segno dell'unità e vincolo della carità, insegnata da san Paolo, è stata in seguito approfondita dagli scritti di tanti santi, che sono per noi un esempio vivente di culto eucaristico.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">Dobbiamo avere sempre questa realtà davanti agli occhi e, nello stesso tempo, sforzarci continuamente di far sì che anche la nostra generazione aggiunga a quei meravigliosi esempi del passato, esempi nuovi, non meno vivi ed eloquenti, che rispecchino l'epoca a cui apparteniamo.</div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">GIOVANNI PAOLO II Dominicae Caenae , 5<br />
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Fonte: <a href="http://www.verbumweb.net/it/sml/processmail.php">"La Parola"</a></div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-73885649113842462152011-04-20T00:38:00.000-07:002011-04-20T00:38:22.672-07:00Se i morti non risorgono<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dall'ultimo editoriale <a href="http://www.samizdatonline.it/node/11184">SamizdatOnLine</a></div><br />
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<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJjVc_piV__02CgBJRFczYumU7ZuzGVi-Oj_cwPDOBwXqjoJRyeibtJbyH1NLAiP70R_pspI33-mgQ7wwYH5gn62VzMnSeSgX_kPPNoU-8nT2P6OBBUikoC9IsujDKKBA145SoXiPb4cLR/s1600/TombaVuota.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="254px" i8="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJjVc_piV__02CgBJRFczYumU7ZuzGVi-Oj_cwPDOBwXqjoJRyeibtJbyH1NLAiP70R_pspI33-mgQ7wwYH5gn62VzMnSeSgX_kPPNoU-8nT2P6OBBUikoC9IsujDKKBA145SoXiPb4cLR/s320/TombaVuota.jpg" width="320px" /></a>Anno 1854, Palazzo Carignano a Torino. Al parlamento di quello che è ancora un piccolo stato con velleità di crescere si discute di abolizione degli ordini religiosi.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">E' un parlamento un po' diverso da quello a cui siamo abituati. I suoi rappresentanti sono eletti da meno del 2% della popolazione, spesso con brogli che al giorno d'oggi sarebbero stigmatizzati nella più becera dittatura africana. Appartengono in maggioranza all'elite liberalmassonica.</div><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">Sostengono di rappresentare il popolo, ma il popolo che intendono è quello dei loro pari illuminati, non certo quello che Cavour chiama, con disprezzo, "la massa".</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Lo stato piemontese, dicevamo, vuole crescere. Ma non può farlo senza l'avallo e l'aiuto delle autentiche grandi potenze europee: Francia, Inghilterra, Prussia. E queste chiedono delle - chiamiamole così - prove d'amore. Una prima prova è data dalla persecuzione del cattolicesimo, come vuole l'ideologia liberalmassonica che governa quei paesi; intento che ben si sposa con la necessità dei Savoia di eliminare quel millenario Stato della Chiesa che sta proprio in mezzo ai loro progetti di conquista. Una seconda prova è la partecipazione piemontese a quella guerra di aggressione nota come guerra di Crimea. Una guerra costa; e quell'anno le spese militari ammontano quasi al 60% del bilancio statale.</div><div style="text-align: justify;">Come finanziare quindi la costosissima campagna militare russa? Prendendo due piccioni con una fava: cancellando un gran numero di ordini religiosi e impossessandosi delle loro sostanze.</div><div style="text-align: justify;">Un deputato, per giustificare il furto legalizzato dei beni ecclesistici, accampa questa giustificazione: "La Chiesa rappresentata quale grande istituto di beneficenza è raffigurata nel concetto che meglio corrisponde all'idea del suo fondatore". Siccome lo scopo del cristianesimo è fare beneficienza, se ai poveri ci pensa lo Stato con la sua “filantropia” la Chiesa non ha più bisogno di sostanze. E quindi può venire abolita e quanto possiede incamerato. La Chiesa "ha sui beni stabili quei diritti che lo Stato trova conveniente concederle".</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: yellow;"><strong>Peccato che la Chiesa non sia affatto questo. La Chiesa non è un'agenzia benefica; lo scopo del cristianesimo non è il soccorso materiale agli indigenti. Questo è piuttosto un effetto collaterale, che nasce dal sapersi tutti figli di Dio e quindi fratelli. No, la Chiesa nasce da qualcosa di ben diverso. Nasce da un sepolcro che alcune donne scoprono vuoto, due giorni dopo che vi è stato deposto un uomo che diceva di essere il Messia. Nasce dalle parole di quell'uomo, una volta risorto, a Pietro: "Pascola le mie pecore". Nasce dalla promessa che anche noi risorgeremo. Non come angioletti con le alucce e l'arpa che bevono caffè su una nuvola ma con un corpo nuovo.</strong></span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><em><strong>"Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede"</strong></em> dice S. Paolo nella sua lettera ai Corinzi. Questa è la nostra fede, ciò che ci fa agire, perchè come lo stesso apostolo lucidamente nota subito dopo "Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo."</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Così dice Benedetto XVI: "La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti. Se si toglie questo, si può, certo, raccogliere dalla tradizione cristiana ancora una serie di idee degni di nota su Dio e sull’uomo, sull’essere dell’uomo e sul suo dover essere – una sorta di concezione religiosa del mondo -, ma la fede cristiana è morta. Gesù in tal caso non è più il criterio di misura; criterio è allora soltanto la nostra valutazione personale che sceglie dal suo patrimonio ciò che sembra utile. E questo significa che siamo abbandonati a noi stessi. La nostra valutazione personale è l’ultima istanza. <span style="background-color: yellow;"><strong>Solo se Gesù è risorto, è avvenuto qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Allora Egli, Gesù, diventa il criterio, del quale ci possiamo fidare. Poichè allora Dio si è veramente manifestato."</strong></span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Se quell'avvenimento di Risurrezione non è un presente che vale adesso allora posso fare quello che voglio, perché sono io l'ultimo tribunale. Posso dare tutte le giustificazioni che voglio ad ogni mia nefandezza, posso chiamare pace la guerra e dire amore l'usare chi mi sta davanti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il Risorto si fa presente qui e ora tramite quella compagnia di persone nata per fare memoria di Lui, per portare a noi il Suo corpo e il Suo sangue - la Chiesa. Se guardiamo a quella che è stata la vita di Giovanni Paolo II, di tutti i santi che si sono succeduti nei secoli, vediamo che la certezza di quella risurrezione, la presenza di quel Risorto possono rendere veramente la vita degna di essere vissuta.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Non stupisce quindi che chi possiede il potere cerchi in ogni maniera di distruggere l'unica forza in grado di contrastarlo. L'abbiamo visto chiaramente in ciò che raccontavo all'inizio. L'esproprio dei beni ecclesiastici che il parlamento piemontese renderà operativo nel 1855 non basterà a colmare il disavanzo, e la distruzione delle opere di carità inasprirà quella miseria che costringerà all'emigrazione milioni di italiani. Se non c'è Risurrezione è il più forte che vince, e lo Stato che è il più forte può imporre tutto a tutti senza limiti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: yellow;"><strong>Se la Resurrezione è ciò che fonda la nostra fede e il nostro agire, la Pasqua è il momento in cui più di ogni altro ne facciamo memoria. A volte la vita di ogni giorno ci spinge a dimenticarne la realtà, a disperare che tutto debba rimanere uguale. Bisogna che la Resurrezione diventi esperienza, che vediamo quanto può cambiare in meglio la vita per capire che non siamo limitati dalle cose finite.</strong></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: yellow;"><br />
<strong></strong></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: yellow;"><strong>Che l'infinito è quello che ci attende, una vita che non termina mai.</strong></span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Buona Pasqua. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Berlicche socio di SamizdatOnLine </div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2373717003527289586.post-30774546927472570332011-04-19T11:23:00.000-07:002011-04-19T11:25:11.884-07:00Settimana santa<div class="MsoNormal"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: 16pt;">E’ iniziata la grande settimana, la settimana della morte di Dio. </span></div><div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><span style="font-size: 16pt;"><span style="font-size: small;">La liturgia della domenica delle palme appena trascorsa</span>, </span>nella S. Messa, ci ha proposto il lungo racconto della Passione di Gesù nella versione del Vangelo di Matteo. Gesù Cristo ormai è arrivato al momento fondamentale della sua missione: donare la Sua vita per la salvezza di tutti gli uomini schiavi del peccato e destinati alla morte eterna. Si tratta del patire di un Dio appassionato che, sulla croce, fa tutta l’esperienza dell’abbandono e della solitudine in cui si trova ogni uomo di fronte alla morte<b>: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”! Da questo grido di dolore, Dio manifesta tutto il suo interessamento per la tragedia umana. Ma si tratta anche del dolore di chi soffre le doglie del parto per far venire alla luce una creatura: è l’uomo nuovo che nasce ed è una nuova creazione. </b></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">Ieri, <b> </b><b>lunedì santo</b>, la liturgia ci ha proposto il brano del vangelo di Giovanni ( Gv 12,1-11), in cui Gesù riceve l’unzione di una donna devota, pochi giorni prima della Sua Passione. Si tratta di Maria di Betania che con un unguento profumato, unge i piedi di Gesù. Per Giuda si tratta di uno spreco, invece Gesù apprezza quel gesto di gratuità assoluta , di generosità e di dono amorevole.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">Oggi,<b> martedì santo</b>, Il Vangelo di Giovanni (Gv 13, 21-33.36-38), ci parla di Gesù che, davanti al male che abita il cuore di Giuda e alla fede ingenua di Pietro, annuncia la Sua glorificazione. Egli è venuto per dare la salvezza e, proprio nel momento peggiore della Sua vita , vede la possibilità di manifestare la gloria del padre e di testimoniare che le Sue parole sono vere:” <i>Ora il figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in Lui”(…)”Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma…dove vado io voi non potete venire”. Allora Simon Pietro gli disse:” Signore, perché non posso seguirti ora? Darei la mia vita per te”. Rispose Gesù:” In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte”.</i></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">Qui Pietro, in un momento così drammatico, deve fare i conti con i propri limiti e riuscirà ad essere veramente il primo della classe solo dopo aver pianto amaramente e riconosciuto che di fronte al Signore, siamo tutti peccatori bisognosi di grande misericordia.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">In questa settimana santa siamo chiamati a vivere giorni di riflessione, di preghiera, di gratitudine, ma anche di imitazione. Per noi cristiani, la morte di Gesù sulla croce non costituisce motivo di scandalo, noi non ci vergogniamo di Colui che è stato maltrattato, offeso, rifiutato, condannato, ma guardiamo il Crocifisso per imparare ad avere gli stessi sentimenti di Gesù ed essere come Lui, luce per il mondo. Viviamo con intensità questa settimana, la settimana santa, uniamo le nostre sofferenze a quelle di Gesù, patiamo con Lui, in Lui e per Lui.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;"><br />
</div>Marinahttp://www.blogger.com/profile/00471137053003853333noreply@blogger.com0